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Riesame sequestro preventivo: termine perentorio

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale del Riesame, dichiarando l’inefficacia di una misura cautelare reale. La decisione si fonda sulla violazione del termine perentorio di dieci giorni per la pronuncia sul riesame del sequestro preventivo. La Corte ha ribadito che il superamento di tale termine, non causato da una richiesta della difesa, comporta l’automatica perdita di efficacia del provvedimento di sequestro, assorbendo ogni altra questione di merito.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riesame sequestro preventivo: la scadenza dei 10 giorni è invalicabile

Nel complesso ambito della procedura penale, i termini processuali rappresentano un presidio fondamentale a garanzia dei diritti dell’indagato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza questo principio, soffermandosi sulla natura perentoria del termine per la decisione sul riesame del sequestro preventivo. Quando un bene viene sottoposto a sequestro, la legge prevede un meccanismo di controllo rapido ed efficace. Ma cosa succede se l’organo di controllo, il Tribunale del Riesame, non rispetta la tempistica imposta? La risposta della Suprema Corte è netta: la misura cautelare perde efficacia. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’indagine in materia di reati tributari, che aveva portato il Giudice per le Indagini Preliminari a disporre un sequestro preventivo per un valore di diversi milioni di euro, sia a carico di una società in liquidazione che, in subordine, sui beni personali di uno degli indagati. Quest’ultimo, ritenendo illegittima la misura, proponeva istanza di riesame.

Il Tribunale del Riesame, tuttavia, rigettava la richiesta. L’indagato, tramite il suo difensore, ricorreva quindi in Cassazione, sollevando due motivi di doglianza. Il primo, di carattere puramente procedurale, si rivelerà decisivo: la violazione del termine di dieci giorni previsto dalla legge per la decisione sull’istanza di riesame.

La violazione del termine nel riesame sequestro preventivo

Il cuore della questione giuridica risiede nell’interpretazione degli articoli 324 e 309 del codice di procedura penale. La difesa ha meticolosamente ricostruito la cronologia processuale:

1. 2 aprile 2024: Data di ricezione degli atti da parte del Tribunale del Riesame. Da questo momento scatta il termine di 10 giorni.
2. 8 aprile 2024: L’udienza viene rinviata non su richiesta della difesa, ma d’ufficio per ragioni organizzative interne al Tribunale.
3. 15 aprile 2024: Il Tribunale del Riesame si pronuncia, rigettando l’istanza.

Il calcolo è semplice: la decisione è intervenuta il tredicesimo giorno dalla ricezione degli atti, ben oltre il limite massimo di dieci giorni. Secondo la difesa, tale ritardo, non imputabile all’indagato, doveva comportare l’automatica inefficacia della misura cautelare. Il secondo motivo di ricorso, relativo all’apparenza della motivazione di merito, è rimasto di fatto sullo sfondo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo di ricorso, definendolo “fondato e assorbente”. Gli Ermellini hanno richiamato la loro giurisprudenza costante, secondo cui il termine di dieci giorni per la decisione sul riesame delle misure cautelari reali è perentorio e non prorogabile. Questo termine decorre dal momento della ricezione degli atti processuali da parte del Tribunale e non dalla data di presentazione dell’istanza.

La Corte ha chiarito che tale termine è posto a presidio dell’interesse dell’indagato a ottenere una rapida verifica sulla legittimità di una misura che incide sul suo patrimonio. Un rinvio dell’udienza disposto d’ufficio, per ragioni interne all’organizzazione del Tribunale, non può sospendere né interrompere questa scadenza perentoria. Di conseguenza, essendo la decisione intervenuta oltre il decimo giorno, il vizio processuale era palese e insanabile.

L’accoglimento di questo motivo ha reso superfluo l’esame del secondo, relativo ai vizi di motivazione. La violazione procedurale è stata ritenuta sufficiente per annullare l’ordinanza impugnata.

Conclusioni

La sentenza si conclude con l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza del Tribunale del Riesame e la declaratoria di inefficacia del decreto di sequestro preventivo emesso nei confronti del ricorrente. Questa pronuncia ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: il rispetto delle forme e dei tempi non è un mero formalismo, ma una garanzia sostanziale per la libertà personale e patrimoniale dei cittadini. La celerità imposta al Tribunale del Riesame serve a evitare che una misura, potenzialmente illegittima, possa protrarsi ingiustificatamente nel tempo. La sanzione per il mancato rispetto di questo termine è drastica ma necessaria: la caducazione automatica del provvedimento, a prescindere da ogni valutazione sul merito della vicenda.

Qual è il termine per la decisione del Tribunale del Riesame su un sequestro preventivo?
Il Tribunale del Riesame deve decidere entro il termine perentorio di dieci giorni.

Da quando decorre il termine di dieci giorni per la decisione?
Il termine decorre dalla data in cui il Tribunale del Riesame riceve gli atti processuali trasmessi dal Pubblico Ministero, non dalla data di presentazione dell’istanza.

Cosa accade se la decisione del Riesame arriva dopo la scadenza dei dieci giorni?
Se la decisione interviene oltre il termine di dieci giorni per cause non imputabili alla difesa (come un rinvio d’ufficio), la misura cautelare del sequestro perde automaticamente la sua efficacia e deve essere annullata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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