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Riesame sequestro: l’errore di fatto che lo annulla

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità relativa a un’istanza di riesame sequestro. Il Tribunale del riesame aveva erroneamente considerato due distinti documenti storici come un unico bene, negando così il diritto dell’indagato a impugnare il secondo sequestro. La Corte ha rinviato il caso al Tribunale per una nuova valutazione basata sulla corretta distinzione dei beni.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riesame Sequestro: Annullato per Errore sull’Identità del Bene

L’istituto del riesame sequestro rappresenta una fondamentale garanzia per la difesa, consentendo di sottoporre a un controllo giurisdizionale la legittimità di un vincolo reale apposto su un bene. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito l’importanza di una corretta valutazione dei presupposti fattuali alla base della decisione, annullando un’ordinanza che aveva dichiarato inammissibile un ricorso a causa di un palese errore sull’identità dell’oggetto sequestrato. Approfondiamo questa interessante vicenda processuale.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’indagine per il reato di illecita alienazione di beni culturali (art. 518-quater c.p.). Un soggetto veniva indagato in relazione a due lettere autografe del XVI secolo, entrambe scritte da un noto cardinale e indirizzate al medesimo vescovo.

Un primo decreto di sequestro, emesso il 2 maggio, riguardava una lettera avente come oggetto una ‘raccomandazione’. Successivamente, il 25 maggio, la polizia giudiziaria sequestrava d’iniziativa un’altra missiva, il cui sequestro veniva convalidato dal Pubblico Ministero il giorno seguente. Quest’ultima lettera, però, aveva un oggetto diverso: le ‘gabelle ecclesiastiche’.

L’indagato proponeva istanza di riesame sequestro avverso quest’ultimo provvedimento. Tuttavia, il Tribunale del riesame, con ordinanza del 2 luglio, dichiarava la richiesta inammissibile. La ragione? Il Tribunale aveva erroneamente ritenuto che la lettera del secondo sequestro fosse la stessa del primo, per la quale era già pendente un altro procedimento di riesame. Di conseguenza, concludeva per una ‘mancanza di interesse’ da parte del ricorrente.

L’Ordinanza di Riesame Sequestro e la Decisione della Cassazione

Contro questa decisione l’indagato proponeva ricorso per Cassazione, lamentando l’ingiustizia e la gravosità del provvedimento. Egli sottolineava come la diversità tra le due lettere fosse palese e documentata dagli atti, inclusa la comunicazione della polizia giudiziaria al Pubblico Ministero.

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini, esaminando la documentazione allegata, hanno verificato l’errore di fatto in cui era incorso il Tribunale del riesame. Era emerso chiaramente che i beni sequestrati erano due e distinti, sebbene avessero in comune autore, destinatario e anno di redazione. Di fronte a questa evidenza, la premessa su cui si fondava la dichiarazione di inammissibilità è venuta meno.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è lineare e si fonda su un principio cardine del diritto processuale: una decisione non può basarsi su un presupposto fattuale errato. Il Tribunale del riesame aveva fondato la sua pronuncia di inammissibilità sulla presunta identità tra i due beni, senza però compiere un’adeguata verifica. Questa svista ha compromesso l’intero ragionamento giuridico, portando a negare ingiustamente all’indagato il suo diritto a contestare la legittimità del secondo sequestro.

L’interesse ad agire, che il Tribunale aveva ritenuto insussistente, era invece concreto ed attuale, poiché mirava a ottenere la liberazione di un bene specifico e autonomo rispetto a quello oggetto del primo provvedimento. La Corte ha quindi statuito che l’ordinanza impugnata dovesse essere annullata, proprio perché viziata da questo errore fondamentale.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza e ha rinviato il procedimento al Tribunale del riesame di Firenze per un nuovo giudizio. Il giudice del rinvio avrà ora il compito di valutare nel merito la richiesta dell’indagato, partendo dal corretto presupposto che i beni sequestrati sono due oggetti distinti. Questo caso insegna come l’accuratezza nell’accertamento dei fatti sia un presupposto indispensabile per una giusta decisione e come il ricorso in Cassazione possa essere uno strumento efficace per correggere anche gli errori materiali che minano il diritto di difesa.

Perché il Tribunale del riesame aveva inizialmente dichiarato inammissibile la richiesta?
Il Tribunale aveva dichiarato la richiesta inammissibile per una presunta mancanza di interesse, basandosi sull’errata convinzione che la lettera oggetto del secondo sequestro fosse la stessa già sequestrata in precedenza e per la quale era già pendente un altro ricorso.

Qual è stato l’errore di fatto commesso dal Tribunale?
L’errore è consistito nel non riconoscere che i beni sequestrati erano due lettere distinte e autonome. Sebbene avessero lo stesso autore, destinatario e anno, una trattava di una ‘raccomandazione’ mentre l’altra di ‘gabelle ecclesiastiche’.

Cosa ha stabilito la Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di inammissibilità e ha rinviato il caso allo stesso Tribunale del riesame. Quest’ultimo dovrà ora procedere a un nuovo giudizio, verificando l’effettiva autonomia dei beni e pronunciandosi nel merito sulla richiesta di riesame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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