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Riesame misure cautelari: i limiti del giudice

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato in arresti domiciliari per resistenza e lesioni. La sentenza chiarisce un punto fondamentale sul riesame misure cautelari: il Tribunale del Riesame non è tenuto a una nuova e autonoma valutazione dei fatti come il primo giudice, ma deve limitarsi a verificare la logicità e la correttezza della motivazione del provvedimento impugnato.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riesame Misure Cautelari: La Cassazione Definisce i Poteri del Giudice

Con la recente sentenza n. 9447/2025, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: il riesame misure cautelari. Questa decisione offre un’importante delucidazione sui diversi ruoli del Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) e del Tribunale del Riesame, specificando i limiti del controllo di quest’ultimo sull’ordinanza che dispone una misura restrittiva della libertà personale.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un individuo sottoposto alla misura degli arresti domiciliari con le accuse provvisorie di concorso in resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. I fatti si sono svolti quando un Carabiniere, libero dal servizio e in abiti civili, è intervenuto per fermare l’indagato e un suo complice che stavano guidando in modo estremamente pericoloso, procedendo contromano a velocità elevata. Ne è scaturita un’aggressione ai danni del militare.

L’indagato ha impugnato l’ordinanza degli arresti domiciliari davanti al Tribunale del Riesame, che ha però confermato la misura. Contro questa decisione, l’uomo ha proposto ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso e il focus sul Riesame Misure Cautelari

La difesa ha basato il ricorso su due motivi principali, entrambi incentrati su una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione.

1. La Presunta Mancanza di Autonoma Valutazione

L’indagato sosteneva che il Tribunale del Riesame avesse confermato la misura in modo acritico, senza compiere quella ‘autonoma valutazione’ richiesta dalla legge. Secondo la difesa, il Tribunale non avrebbe considerato elementi cruciali, come il fatto che l’indagato negava di aver sentito il militare qualificarsi come tale e le sue precarie condizioni fisiche derivanti da un precedente incidente, che a suo dire gli avrebbero impedito di partecipare all’aggressione.

2. La Valutazione delle Esigenze Cautelari

Il secondo motivo di ricorso criticava la mancata valutazione, da parte del Tribunale, dell’incapacità dell’indagato di costituire un pericolo sociale, proprio a causa delle sue condizioni di salute.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi infondati e basati su un presupposto giuridico errato. La sentenza chiarisce in modo netto la distinzione tra il ruolo del primo giudice e quello del Tribunale in sede di riesame.

Il principio della autonoma valutazione, previsto dall’articolo 292 del codice di procedura penale, è un requisito imposto al giudice che emette per primo la misura cautelare. Lo scopo di questa norma è garantire la terzietà del giudice rispetto alla richiesta del pubblico ministero. Tale obbligo, però, non si estende al Tribunale del Riesame. Il compito di quest’ultimo organo non è rifare da capo una valutazione autonoma, ma verificare la correttezza, la logicità e la completezza della motivazione del provvedimento già emesso. In pratica, il Tribunale del Riesame valuta se la decisione del primo giudice è viziata, non la sostituisce con una propria valutazione ex novo.

La Corte ha sottolineato come la difesa stesse confondendo il disaccordo nel merito con un vizio procedurale, tentando di proporre in sede di legittimità una ricostruzione dei fatti alternativa, attività preclusa in Cassazione.

Anche il secondo motivo, relativo alle esigenze cautelari, è stato giudicato manifestamente infondato. I giudici hanno evidenziato che l’ordinanza era stata emessa a meno di quattro mesi dai fatti, a carico di un soggetto con precedenti specifici, dimostrando una chiara propensione alla violenza. La valutazione del Tribunale del Riesame è stata quindi considerata logica e immune da critiche.

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale nel sistema del riesame misure cautelari: il controllo del Tribunale del Riesame è un controllo di legittimità e di logicità sulla motivazione del provvedimento impugnato, non un secondo giudizio di merito. La ‘autonoma valutazione’ è una garanzia che opera nella prima fase, quella genetica della misura, per assicurare l’imparzialità del giudice rispetto all’accusa. Confondere questi due piani, come tentato dalla difesa nel caso di specie, porta a formulare ricorsi destinati all’inammissibilità.

Il Tribunale del Riesame è obbligato a compiere una valutazione completamente nuova e autonoma degli indizi?
No. La sentenza chiarisce che l’obbligo di ‘autonoma valutazione’ è previsto dall’art. 292 c.p.p. solo per il giudice che emette la misura cautelare per la prima volta. Il Tribunale del Riesame deve invece verificare la correttezza e la logicità della motivazione del provvedimento impugnato, non rifare l’analisi da capo.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché si fondava su un presupposto giuridico errato (l’estensione dell’obbligo di autonoma valutazione al Riesame) e perché tentava di introdurre una nuova valutazione dei fatti, cosa non permessa nel giudizio di Cassazione, che è un giudizio di legittimità e non di merito.

Qual è il compito della Corte Suprema in un ricorso contro un’ordinanza del Riesame?
Il compito della Corte Suprema è verificare se il giudice del riesame abbia adeguatamente spiegato le ragioni della sua decisione e se la sua motivazione sia logica e coerente, basandosi sui principi di diritto e sui canoni di apprezzamento delle prove. Non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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