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Rientro illegale straniero: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero condannato per il reato di rientro illegale straniero dopo un’espulsione. La Corte ha confermato la condanna a otto mesi, negando le attenuanti generiche per mancanza di presupposti fattuali e chiarendo che il tribunale di merito non aveva emesso una nuova misura di espulsione, ma solo constatato la possibilità di eseguire quella già esistente.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rientro Illegale Straniero: Inammissibile il Ricorso Senza Prove Concrete

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20313 del 2024, ha affrontato un caso di rientro illegale straniero, confermando la condanna inflitta nei gradi di merito. Questa decisione ribadisce principi fondamentali in materia di immigrazione, in particolare riguardo all’assenza di attenuanti generiche in mancanza di elementi concreti e alla validità dei provvedimenti di espulsione pregressi.

I Fatti del Caso: Il Rientro Illegale Straniero dopo l’Espulsione

Il caso riguarda un cittadino straniero condannato in primo grado e in appello alla pena di otto mesi di reclusione. Il reato contestato era quello previsto dall’art. 13, comma 13, del D.Lgs. 286/1998, per essere rientrato clandestinamente nel territorio italiano il 2 agosto 2020. In precedenza, l’imputato era stato espulso e fisicamente accompagnato nel suo paese d’origine con un volo charter. Le indagini svolte dalla Polizia Locale avevano inequivocabilmente provato il suo reingresso non autorizzato, rendendo la sua posizione processuale particolarmente sfavorevole. Contro la sentenza della Corte d’Appello di Milano, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha confermato la condanna e ha ordinato al ricorrente il pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su una valutazione rigorosa delle prove e sull’applicazione consolidata dei principi giuridici in materia.

Le Motivazioni della Corte sul Rientro Illegale Straniero

La Corte ha basato la sua decisione su tre punti cardine che meritano un’analisi approfondita.

L’insussistenza delle Attenuanti Generiche

Uno dei motivi del ricorso verteva sulla mancata concessione delle attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.). La Cassazione ha ritenuto infondata tale doglianza. Ha chiarito che le attenuanti generiche hanno la funzione di adeguare la pena alla specificità del caso concreto, ma ciò richiede il riconoscimento di situazioni fattuali meritevoli di una valutazione più mite. Nel caso di specie, non è emerso alcun elemento a favore dell’imputato che potesse giustificare una riduzione della pena. La sua posizione processuale, caratterizzata dal palese e volontario rientro illegale straniero, non presentava aspetti che potessero essere valutati positivamente dal giudice.

La Questione del Provvedimento di Espulsione

Il ricorrente contestava anche il provvedimento di espulsione. La Corte ha precisato un aspetto cruciale: il tribunale di merito (in questo caso, il Tribunale di Busto Arsizio) non aveva emesso un nuovo provvedimento di espulsione. Si era limitato, come correttamente evidenziato nella sentenza d’appello, a “dare atto che non sussistevano impedimenti ad eseguire nuovamente l’espulsione ordinata dal Prefetto, senza con ciò adottare una nuova misura”. In altre parole, la sentenza penale ha semplicemente riconosciuto la piena efficacia del precedente ordine di espulsione amministrativo, che doveva essere nuovamente eseguito. Non vi era quindi alcun vizio nel provvedimento impugnato.

Conclusioni: Implicazioni della Sentenza

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso in materia di rientro illegale straniero. In primo luogo, stabilisce che la concessione delle attenuanti generiche non è un automatismo, ma deve essere supportata da elementi fattuali concreti e positivamente valutabili, che mancano in casi di palese violazione di un ordine di espulsione. In secondo luogo, chiarisce la natura della pronuncia del giudice penale sull’espulsione: essa non costituisce una nuova misura, ma una presa d’atto della possibilità di eseguire un ordine amministrativo preesistente e ancora valido. La decisione, pertanto, sottolinea l’importanza del rispetto dei provvedimenti dell’autorità amministrativa e le gravi conseguenze penali per chi li viola deliberatamente.

È possibile ottenere le attenuanti generiche per il reato di rientro illegale straniero?
No, secondo l’ordinanza, le attenuanti generiche non possono essere concesse se non si dimostrano specifiche situazioni fattuali, non riscontrate nel caso in esame, che giustifichino una valutazione di maggior favore e una conseguente riduzione della pena.

Cosa accade se un tribunale, nel condannare per rientro illegale, non emette un nuovo ordine di espulsione?
La sentenza penale si limita a confermare che non vi sono ostacoli all’esecuzione del precedente ordine di espulsione emesso dal Prefetto. Non si tratta di una nuova misura, ma della constatazione che il provvedimento amministrativo originario è ancora valido ed eseguibile.

Quali sono le conseguenze se il ricorso in Cassazione contro una condanna per rientro illegale straniero viene dichiarato inammissibile?
La condanna diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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