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Riduzione pena Riforma Cartabia: quando si applica?

La Cassazione annulla l’ordinanza che applicava la riduzione pena Riforma Cartabia a una sentenza divenuta irrevocabile prima dell’entrata in vigore della norma. Il beneficio, di natura processuale, non è retroattivo e si applica solo alle sentenze divenute definitive dopo il 30 dicembre 2022, in base al principio tempus regit actum.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Riduzione Pena Riforma Cartabia: la Cassazione chiarisce i limiti temporali

Con la recente sentenza n. 13118 del 2024, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione di grande rilevanza pratica: l’applicazione temporale della riduzione pena Riforma Cartabia. Il quesito centrale riguardava la possibilità di estendere retroattivamente lo sconto di un sesto della pena, previsto per chi non impugna la sentenza di primo grado, anche a quelle condanne divenute definitive prima dell’entrata in vigore della nuova legge. La risposta della Suprema Corte è stata netta e si fonda su una precisa distinzione tra norme sostanziali e processuali.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pavia. Un imputato, condannato con sentenza del G.U.P. l’11 ottobre 2022, vedeva la sua condanna diventare irrevocabile il 26 novembre 2022, poiché né lui né il suo difensore avevano proposto appello. Successivamente, con l’entrata in vigore della c.d. Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022) il 30 dicembre 2022, veniva introdotto l’art. 442, comma 2-bis del codice di procedura penale, che prevede un’ulteriore riduzione di un sesto della pena proprio in caso di mancata impugnazione.

L’imputato, tramite il suo difensore, presentava quindi un’istanza al Giudice dell’Esecuzione per ottenere questo nuovo beneficio. Il Giudice, con un’ordinanza del 30 maggio 2023, accoglieva la richiesta e ricalcolava la pena. Contro questa decisione, il Procuratore proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo l’errata applicazione della legge, poiché la norma non poteva avere efficacia retroattiva per sentenze già passate in giudicato.

L’Applicabilità della Riduzione Pena Riforma Cartabia

La questione giuridica verteva interamente sulla natura e l’ambito di applicazione temporale del nuovo sconto di pena. Si trattava di capire se questo beneficio, di chiara natura premiale, dovesse essere considerato una norma di diritto penale sostanziale, e quindi potenzialmente soggetto al principio della lex mitior (legge più favorevole), oppure una norma di carattere processuale, governata dal diverso principio del tempus regit actum (la legge del tempo regola l’atto).

L’argomentazione a favore dell’imputato si basava sull’idea che una riduzione di pena, a prescindere dal suo presupposto, incide direttamente sul trattamento sanzionatorio e dovrebbe quindi seguire la disciplina più favorevole. Al contrario, la tesi del Procuratore, poi accolta dalla Cassazione, evidenziava come il presupposto del beneficio (la scelta di non impugnare) fosse un atto processuale, come tale disciplinato dalla legge in vigore nel momento in cui tale scelta si consolida con il passaggio in giudicato della sentenza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso del Procuratore, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata. Le motivazioni si basano su principi giuridici consolidati:

1. Natura processuale della norma: I giudici hanno chiarito che l’art. 442, comma 2-bis, c.p.p. ha natura processuale. Il beneficio non è una modifica della pena edittale per un reato, ma un incentivo legato a una scelta processuale: la rinuncia all’impugnazione. Pertanto, la sua applicazione è governata dal principio tempus regit actum.

2. Il principio Tempus Regit Actum: Questo principio stabilisce che gli atti giuridici sono regolati dalla legge in vigore al momento del loro compimento. Nel caso specifico, l’atto rilevante è il passaggio in giudicato della sentenza per mancata impugnazione. Poiché la sentenza era diventata irrevocabile il 26 novembre 2022, prima dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia (30 dicembre 2022), la nuova norma non poteva trovare applicazione.

3. Inapplicabilità della Lex Mitior: La Corte ha escluso l’applicazione del principio della legge più favorevole (lex mitior). Tale principio, infatti, si applica alle norme penali sostanziali (che definiscono i reati e le sanzioni) e, come sancito dall’art. 2, comma 4, del codice penale, non opera quando sia già stata pronunciata una sentenza irrevocabile. Applicare retroattivamente il beneficio a condanne già definitive violerebbe questa chiara disposizione.

4. Assenza di disparità di trattamento: La Corte ha ribadito, citando un proprio precedente (sentenza Proshka, n. 42681/2023), che questa interpretazione non viola i principi di eguaglianza e ragionevolezza. La diversità di trattamento tra chi è stato condannato prima e dopo la riforma è giustificata dalla diversità delle situazioni processuali e dalla scelta del legislatore di introdurre un nuovo istituto con una precisa decorrenza temporale.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza della Corte di Cassazione stabilisce un criterio temporale chiaro e inequivocabile: la riduzione pena Riforma Cartabia di un sesto non è retroattiva. Essa si applica esclusivamente alle sentenze di condanna di primo grado divenute irrevocabili per mancata impugnazione a partire dal 30 dicembre 2022. Per tutte le sentenze passate in giudicato prima di tale data, il beneficio non può essere concesso. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale volto a garantire la certezza del diritto e il rispetto del principio del giudicato penale, evitando un’applicazione estensiva e retroattiva di norme premiali di natura prettamente processuale.

La riduzione di un sesto della pena per mancata impugnazione, introdotta dalla Riforma Cartabia, è retroattiva?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la riduzione di pena non è retroattiva. Si applica solo alle sentenze di primo grado divenute irrevocabili a partire dal 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della norma.

Perché il principio della legge più favorevole (lex mitior) non si applica in questo caso?
Il principio della lex mitior riguarda le norme penali sostanziali (che definiscono reati e pene), ma non le norme processuali come quella in esame. Inoltre, la sua applicazione è preclusa quando una sentenza è già divenuta definitiva, come stabilito dall’art. 2, comma 4, del codice penale.

Quale principio giuridico regola l’applicazione di questa nuova norma processuale?
L’applicazione della norma è regolata dal principio tempus regit actum (la legge del tempo regola l’atto). Poiché la condizione per ottenere il beneficio (la mancata impugnazione che rende la sentenza irrevocabile) è un atto processuale, essa è disciplinata dalla legge in vigore nel momento in cui si verifica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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