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Rideterminazione pena e reato continuato: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7182/2024, ha chiarito i poteri del giudice dell’esecuzione nella rideterminazione pena a seguito di una declaratoria di incostituzionalità. La Corte ha stabilito che, per il reato più grave, il giudice non è vincolato a un calcolo matematico ma deve effettuare una nuova valutazione discrezionale. Tuttavia, ha precisato che la modifica della pena base impone anche una riconsiderazione degli aumenti per i reati satellite legati dal vincolo della continuazione.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rideterminazione pena e reato continuato: la Cassazione fa chiarezza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 7182/2024) offre importanti chiarimenti sui poteri del giudice in sede di rideterminazione pena, specialmente quando interviene una pronuncia di incostituzionalità e la condanna riguarda più reati uniti dal vincolo della continuazione. La decisione bilancia la discrezionalità del giudice con la necessità di coerenza sistematica nel calcolo sanzionatorio.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un condannato per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti. La sua pena era stata determinata sulla base dell’art. 73 del d.P.R. 309/1990, che prevedeva un minimo edittale di otto anni di reclusione per le cosiddette “droghe pesanti”.

Successivamente, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 40 del 2019, ha dichiarato l’illegittimità di tale minimo, riducendolo a sei anni. Di conseguenza, il condannato ha richiesto al giudice dell’esecuzione (la Corte d’Appello di Palermo) di ricalcolare la sua pena. La Corte d’Appello ha ridotto la sanzione complessiva, ma il condannato ha ritenuto la riduzione insufficiente, proponendo ricorso per cassazione per due motivi principali:

1. La pena per il reato più grave era stata fissata in misura eccessiva, senza un’adeguata riduzione rispetto al nuovo quadro normativo.
2. Gli aumenti di pena per i reati satellite, commessi in continuazione con il primo, non erano stati a loro volta rideterminati.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato i due motivi di ricorso giungendo a conclusioni opposte. Ha rigettato il primo motivo ma ha accolto il secondo, annullando parzialmente con rinvio l’ordinanza impugnata.

Rideterminazione pena: discrezionalità del Giudice

Sul primo punto, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato: il giudice dell’esecuzione, quando procede alla rideterminazione pena, non è un mero esecutore di calcoli matematici. Non è tenuto ad applicare una riduzione proporzionale rispetto alla pena originaria. Al contrario, deve esercitare nuovamente il proprio potere discrezionale, valutando la pena più giusta all’interno della nuova cornice edittale (da 6 a 20 anni), tenendo conto di tutti gli elementi del caso concreto, come la gravità del fatto, la quantità di stupefacente e la personalità del reo. Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la pena fissata dalla Corte d’Appello fosse adeguatamente motivata e quindi legittima.

Il Principio sul Reato Continuato e la Rideterminazione Pena

Sul secondo motivo, invece, la Cassazione ha dato ragione al ricorrente. Ha affermato che, in caso di reato continuato, gli aumenti di pena per i reati satellite sono strettamente dipendenti dalla pena base stabilita per il reato più grave. Pertanto, se la pena base viene modificata a seguito della rideterminazione pena, anche gli aumenti per la continuazione devono essere obbligatoriamente ricalcolati.

Il giudice dell’esecuzione aveva errato nel confermare semplicemente gli aumenti stabiliti in precedenza, poiché questi erano stati calcolati su una base di partenza (la vecchia pena) che non era più valida.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su una distinzione cruciale tra la natura della pena base e quella degli aumenti per la continuazione. La pena base è frutto di una valutazione discrezionale ampia, che il giudice deve riesaminare completamente alla luce del nuovo minimo edittale. Egli non è vincolato dalle scelte del giudice della cognizione, ma deve solo motivare adeguatamente la sua nuova decisione, considerando la gravità del fatto.

Gli aumenti per i reati satellite, invece, non sono pene autonome. L’art. 81 del codice penale stabilisce che sono “aumenti” sulla pena principale. Esiste un legame giuridico e strutturale indissolubile: modificata la base, anche ciò che su di essa si innesta deve essere riconsiderato. Ignorare questo legame creerebbe una sanzione finale incoerente e potenzialmente ingiusta, basata su elementi eterogenei (una pena base nuova e aumenti vecchi).

Conclusioni

La sentenza n. 7182/2024 consolida l’orientamento giurisprudenziale sui poteri e doveri del giudice dell’esecuzione. Da un lato, conferma l’ampia discrezionalità nella rideterminazione della pena per il reato principale, che non deve seguire rigidi automatismi. Dall’altro, impone un obbligo di coerenza logico-giuridica nel caso di reato continuato: la modifica della pena base rende necessaria una nuova valutazione degli aumenti per i reati collegati. La Corte di Appello dovrà quindi ora procedere a un nuovo giudizio limitatamente a questo punto.

Quando una norma sulla pena minima viene dichiarata incostituzionale, il giudice dell’esecuzione deve ridurre la pena in modo proporzionale?
No. Il giudice non è vincolato a un calcolo matematico o proporzionale. Deve esercitare nuovamente il suo potere discrezionale per individuare la pena giusta all’interno della nuova cornice edittale, motivando la sua scelta in base alla gravità del fatto e alla personalità dell’imputato.

Se la pena per il reato più grave viene ridotta, cosa succede agli aumenti di pena per i reati “satellite” in continuazione?
Anche gli aumenti di pena per i reati satellite devono essere rideterminati. Essendo calcolati come un “aumento” sulla pena base, la modifica di quest’ultima impone necessariamente una nuova valutazione anche degli incrementi per la continuazione.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione solo in parte?
Perché ha ritenuto infondato il motivo di ricorso sulla quantificazione della pena per il reato principale (considerata adeguatamente motivata), ma ha ritenuto fondato il motivo relativo alla mancata rideterminazione degli aumenti di pena per i reati satellite, che è l’unico aspetto che dovrà essere riesaminato dal giudice del rinvio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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