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Rideterminazione pena e reato abrogato: il calcolo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante la rideterminazione della pena a seguito dell’abrogazione del reato di ingiuria. L’appellante contestava il calcolo della riduzione effettuato dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte ha confermato la correttezza del calcolo, poiché la decurtazione era stata applicata sulla pena concreta già ridotta di un terzo per il rito scelto, e non sulla pena base teorica.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rideterminazione della Pena: Come si Calcola in Caso di Reato Abrogato

Quando una legge cancella un reato, cosa succede a chi è già stato condannato per quel fatto? La risposta risiede nel processo di rideterminazione della pena, un’operazione matematica e giuridica cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come debba essere eseguito questo calcolo, sottolineando l’importanza di basarsi sulla pena concretamente inflitta e non su valori astratti. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per più reati, tra cui quello di ingiuria. Successivamente alla condanna definitiva, il reato di ingiuria è stato abrogato dal legislatore. Di conseguenza, la Corte d’Appello è stata chiamata a ricalcolare la pena complessiva, escludendo la parte relativa al reato non più previsto dalla legge.

Nel procedere a questa operazione, la Corte territoriale aveva rideterminato la sanzione finale in 3 mesi e 20 giorni di reclusione. L’imputato, tuttavia, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che i giudici d’appello avessero commesso un errore di calcolo. A suo dire, la riduzione applicata (10 giorni) era inferiore a quella dovuta (15 giorni).

La Rideterminazione della Pena Secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile per manifesta infondatezza. Il fulcro della decisione risiede nella corretta interpretazione del meccanismo di calcolo per la rideterminazione della pena.

I giudici supremi hanno evidenziato che la Corte d’Appello aveva agito correttamente. L’errore nell’argomentazione del ricorrente consisteva nel non considerare che la pena originaria per il reato di ingiuria era già stata ridotta di un terzo, probabilmente a seguito della scelta di un rito processuale premiale come il giudizio abbreviato. Pertanto, la decurtazione doveva essere operata non sulla pena base teorica, ma sulla quota di pena concretamente inflitta per quel reato, già comprensiva della riduzione.

Le Motivazioni: Il Calcolo Corretto è sulla Pena Concreta

La motivazione della Cassazione è chiara e logica. Quando si procede alla rideterminazione della pena a seguito di abolitio criminis, il giudice non deve compiere un’operazione astratta, ma eliminare dalla pena complessiva esattamente la porzione che era stata imputata al reato abrogato. Se tale porzione aveva già beneficiato di una riduzione (ad esempio, per il rito abbreviato), è su quel valore già ridotto che si deve basare la sottrazione.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente sottratto la quota di pena inflitta per l’ingiuria, che era già stata diminuita di un terzo. L’operazione matematica era, quindi, esatta. Sostenere il contrario avrebbe significato concedere una riduzione maggiore del dovuto, alterando l’equilibrio sanzionatorio voluto dal primo giudice.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale nel diritto penale esecutivo: la rideterminazione della pena deve essere un’operazione aderente alla realtà della condanna inflitta. Non si può pretendere di sottrarre una pena ‘teorica’ o ‘edittale’, ma si deve eliminare l’esatta frazione di pena che, all’interno del cumulo giuridico, era stata attribuita al reato poi abrogato, tenendo conto di tutte le circostanze e le riduzioni già applicate in fase di giudizio. La decisione, dichiarando il ricorso inammissibile, condanna inoltre il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, a conferma della palese infondatezza delle sue doglianze.

Cosa succede alla pena se uno dei reati per cui sono stato condannato viene abrogato?
La pena complessiva deve essere ricalcolata da un giudice, il quale deve sottrarre la porzione di sanzione che era stata specificamente inflitta per il reato abrogato. Questo processo è chiamato rideterminazione della pena.

Come viene effettuata la rideterminazione della pena in caso di abrogazione di un reato?
La corte sottrae dalla pena totale la quota esatta che era stata imputata al reato abrogato. Come precisa questa ordinanza, il calcolo deve basarsi sulla pena concretamente inflitta per quel reato, includendo eventuali riduzioni già applicate (ad esempio, per un rito abbreviato), e non sulla pena base teorica.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso specifico?
Il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato perché la contestazione del ricorrente si basava su un errore di calcolo. La Corte di Cassazione ha verificato che la Corte d’Appello aveva correttamente sottratto la pena per il reato di ingiuria tenendo conto della riduzione di un terzo già applicata in precedenza, rendendo l’operazione aritmetica esatta e il motivo del ricorso privo di fondamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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