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Ricorso tardivo: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso tardivo presentato contro una condanna per rapina e lesioni. L’appello è stato depositato oltre il termine di 45 giorni, comportando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla cassa delle ammende.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso tardivo: la Cassazione ribadisce la perentorietà dei termini

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e ordine. Un ricorso tardivo non è una semplice svista, ma un errore procedurale che può precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce lo ricorda, dichiarando inammissibile un’impugnazione presentata oltre la scadenza e condannando il ricorrente a pesanti conseguenze economiche. Analizziamo insieme questo caso per capire l’importanza della tempestività.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato in secondo grado dalla Corte di Appello per reati di rapina aggravata e lesioni, decideva di presentare ricorso per cassazione tramite il suo difensore. I motivi del ricorso erano molteplici: si contestava la qualificazione giuridica del fatto, la sussistenza di un’aggravante specifica (quella delle persone riunite) e il mancato riconoscimento dell’ipotesi di reato di lieve entità. L’obiettivo era ottenere una revisione della sentenza di condanna. Tuttavia, il destino del ricorso non si è giocato sul merito delle argomentazioni, ma su un aspetto puramente procedurale: il tempo.

La Decisione della Corte sul ricorso tardivo

La Corte di Cassazione, senza entrare nel vivo delle questioni sollevate dalla difesa, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è stata presa de plano, ovvero senza udienza pubblica, come previsto dal Codice di Procedura Penale per i casi di manifesta inammissibilità. La ragione è stata semplice e inappellabile: il ricorso era stato depositato fuori tempo massimo. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Calcolo Fatale dei Termini

La Corte ha spiegato nel dettaglio il calcolo che ha portato alla declaratoria di inammissibilità. La legge stabilisce regole precise per calcolare i termini di impugnazione. Nel caso specifico:
1. La Corte di Appello si era riservata 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza.
2. Dal giorno della scadenza di tale termine, la difesa aveva a disposizione 45 giorni per presentare il ricorso in Cassazione.

Il termine ultimo per il deposito scadeva sabato 26 ottobre 2024. Il ricorso, invece, è stato inviato via PEC la mattina del giorno successivo, domenica 27 ottobre 2024 (nel documento si menziona erroneamente il 2025). Questo ritardo, anche se di un solo giorno, si è rivelato fatale. La legge non ammette deroghe in materia di termini perentori. La Corte ha sottolineato che un ricorso tardivo comporta l’inammissibilità dell’impugnazione, impedendo qualsiasi esame dei motivi di doglianza.

La condanna al pagamento di 3.000 euro alla cassa delle ammende non è una sanzione automatica, ma deriva da una valutazione della colpa del ricorrente nella causazione dell’inammissibilità, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale e confermato dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale.

Conclusioni: L’Importanza della Tempestività Processuale

Questa ordinanza è un monito fondamentale per tutti gli operatori del diritto e per chiunque sia coinvolto in un procedimento giudiziario. La forma e i tempi del processo non sono dettagli trascurabili, ma elementi essenziali che ne determinano l’esito. Un errore nel calcolo dei termini può vanificare anche la migliore strategia difensiva, precludendo l’accesso alla giustizia nel merito. La decisione della Cassazione riafferma con forza che la perentorietà dei termini processuali è un principio non negoziabile, la cui violazione comporta conseguenze giuridiche ed economiche severe.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato in ritardo, ovvero oltre il termine perentorio di 45 giorni previsto dalla legge per l’impugnazione.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso tardivo?
Chi presenta un ricorso tardivo subisce la declaratoria di inammissibilità, che impedisce alla Corte di esaminare il merito della questione. Inoltre, viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende.

Come si calcolava il termine per presentare ricorso in questo caso specifico?
Il termine di 45 giorni per presentare ricorso decorreva dalla scadenza del termine di 90 giorni che la Corte d’Appello si era riservata per il deposito delle motivazioni della sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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