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Ricorso tardivo: quando l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile l’appello di un uomo condannato per detenzione e spaccio di stupefacenti. La decisione si fonda principalmente sul fatto che si trattava di un ricorso tardivo, presentato oltre il termine perentorio di trenta giorni. La Corte ha inoltre considerato irrilevanti e ripetitivi gli altri motivi, come la presunta mancata conoscenza della lingua italiana e la non occasionalità della condotta, confermando la condanna.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: La Cassazione Conferma la Condanna per Stupefacenti

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio fondamentale. Un ritardo, anche di pochi giorni, può compromettere irrimediabilmente l’esito di un’impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illustra perfettamente le conseguenze di un ricorso tardivo, confermando una condanna per spaccio di stupefacenti non perché i motivi fossero infondati, ma perché l’atto è stato depositato oltre la scadenza prevista dalla legge.

I Fatti del Processo

Un individuo veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Massa a due anni e sei mesi di reclusione e 6.000 euro di multa per detenzione e cessione di cocaina. La sentenza veniva integralmente confermata dalla Corte d’Appello di Genova. L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per cassazione, l’ultimo grado di giudizio, per contestare la decisione dei giudici di merito.

I Motivi dell’Impugnazione e la valutazione sul ricorso tardivo

La difesa dell’imputato basava il ricorso su due argomenti principali.

La violazione della legge processuale

Il primo motivo riguardava una presunta violazione procedurale. Secondo il ricorrente, la notifica della sentenza di primo grado era viziata da un’errata traduzione, in quanto egli non conosceva la lingua italiana. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva già esaminato e respinto questa doglianza, dimostrando, attraverso una serie di indicatori fattuali, che l’imputato possedeva una conoscenza adeguata dell’italiano. La Cassazione ha ritenuto questo motivo inammissibile, in quanto mera riproposizione di una censura già vagliata e disattesa nel merito, sottolineando che l’accertamento sulla conoscenza della lingua è una valutazione di fatto che spetta al giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità se correttamente motivata.

Il vizio di motivazione

Il secondo motivo contestava la motivazione della sentenza riguardo al carattere non occasionale della condotta di spaccio. Anche in questo caso, la Corte ha definito il motivo come reiterativo di una doglianza già proposta in appello e respinta dai giudici territoriali, i quali avevano fondato la loro decisione su due precedenti specifici e sulla ripetizione giornaliera dell’attività illecita.

Le Motivazioni della Cassazione

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede in un aspetto puramente procedurale: il ricorso era tardivo. La legge stabilisce un termine perentorio di trenta giorni per proporre ricorso, decorrente dal deposito delle motivazioni della sentenza impugnata. In questo caso, il termine scadeva il 18 gennaio 2025, ma il ricorso è stato depositato il 20 gennaio 2025, quindi due giorni dopo la scadenza.

Questa tardività ha reso il ricorso inammissibile a prescindere dal contenuto dei motivi proposti. Quando un’impugnazione viene presentata fuori termine, il giudice non entra nemmeno nel merito delle questioni sollevate, ma si limita a dichiararne l’inammissibilità per una ragione formale insuperabile. La Corte ha quindi dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: L’Importanza dei Termini Processuali

Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del diritto processuale: la perentorietà dei termini. Il rispetto delle scadenze non è un mero formalismo, ma una garanzia di certezza del diritto e di ragionevole durata del processo. Un ricorso tardivo, anche se potenzialmente fondato nel merito, è destinato a essere respinto senza esame. La vicenda insegna come l’attenzione agli aspetti procedurali sia tanto cruciale quanto la solidità delle argomentazioni di merito per la tutela dei diritti nel sistema giudiziario.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La ragione principale è che il ricorso era tardivo, essendo stato depositato oltre il termine di 30 giorni previsto dalla legge. In aggiunta, i motivi presentati erano una semplice ripetizione di argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello.

Cosa succede quando un ricorso viene presentato in ritardo?
Un ricorso presentato oltre i termini di legge viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate, e la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile.

La presunta ignoranza della lingua italiana può giustificare un errore procedurale?
No, non in questo caso. La Corte ha stabilito che l’accertamento sulla conoscenza della lingua italiana da parte dell’imputato è una valutazione di fatto che spetta ai giudici di merito. Essendo stato accertato che l’imputato conosceva la lingua, questo argomento non poteva essere usato per giustificare vizi procedurali in sede di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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