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Ricorso tardivo: inammissibilità per termini scaduti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore Generale avverso una sentenza di patteggiamento per il reato di riciclaggio. La causa dell’inammissibilità è un ricorso tardivo, presentato oltre il termine di quindici giorni decorrente dalla comunicazione del deposito della motivazione della sentenza. La Corte ha ribadito che il mancato rispetto dei termini procedurali impedisce l’esame nel merito della questione, che in questo caso riguardava l’omessa statuizione sulla confisca obbligatoria.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: la Cassazione ribadisce i Termini per l’Impugnazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 44727/2024, offre un’importante lezione sulla perentorietà dei termini processuali. Il caso riguardava un ricorso tardivo presentato dalla Procura Generale, che ha portato a una declaratoria di inammissibilità, impedendo di fatto l’analisi di una questione sostanziale come l’omessa confisca in un caso di riciclaggio. Questa decisione sottolinea come la forma e il rispetto delle scadenze siano pilastri inscalfibili del diritto processuale penale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di applicazione della pena su richiesta (c.d. patteggiamento) emessa dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Palermo nei confronti di tre imputati per il reato di riciclaggio (art. 648-bis c.p.). Oltre ad applicare la pena concordata, il giudice aveva disposto la restituzione dei beni in sequestro probatorio a uno degli imputati.

Contro questa decisione, il Procuratore generale presso la Corte di appello ha proposto ricorso per cassazione, lamentando un vizio di legge: l’omessa statuizione sulla confisca delle somme oggetto del riciclaggio, misura considerata obbligatoria ai sensi degli articoli 240-bis e 648-quater del codice penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

Nonostante la fondatezza potenziale della doglianza del Procuratore, la Suprema Corte non è nemmeno entrata nel merito della questione. Con una decisione puramente processuale, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione? Il ricorso era stato presentato fuori tempo massimo, configurandosi quindi come un ricorso tardivo.

Le Motivazioni: la Decorrenza dei Termini per il ricorso tardivo

Il cuore della sentenza risiede nell’analisi dei termini per l’impugnazione, disciplinati dall’articolo 585 del codice di procedura penale. La Corte ha chiarito un punto fondamentale relativo alle sentenze pronunciate in camera di consiglio, come nel caso del patteggiamento.

La regola generale prevede che la motivazione della sentenza sia depositata contestualmente alla pronuncia. Tuttavia, qualora ciò non avvenga, la legge stabilisce un meccanismo preciso per l’inizio della decorrenza dei termini per impugnare. Il termine di quindici giorni previsto per questo tipo di sentenze non decorre dalla data della pronuncia, ma dall’ultima notificazione o comunicazione dell’avviso di deposito del provvedimento completo di motivazione.

Nel caso specifico:
– La sentenza è stata pronunciata il 2 aprile 2024.
– La motivazione è stata depositata il 30 aprile 2024.
– In quella stessa data (30 aprile), l’avviso di deposito è stato comunicato alla Procura generale.
– Il ricorso è stato presentato solo il 31 maggio 2024.

Facendo un semplice calcolo, il termine di quindici giorni, decorrente dal 30 aprile, era ampiamente scaduto al momento della presentazione del ricorso. Questa tardività ha reso l’impugnazione inammissibile ai sensi degli artt. 591, lett. c), e 585 c.p.p., precludendo ogni valutazione sul merito della richiesta di confisca.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La sentenza rappresenta un severo monito sull’importanza del rigore procedurale. Un errore formale, come il mancato rispetto di una scadenza, può vanificare le ragioni sostanziali più solide. La dichiarazione di inammissibilità per ricorso tardivo ha impedito alla Cassazione di correggere un possibile errore del giudice di primo grado relativo a una misura patrimoniale obbligatoria come la confisca. Ciò dimostra che la conoscenza e l’applicazione meticolosa delle norme processuali sono essenziali per la tutela dei diritti e per l’efficacia dell’azione penale. Per avvocati, magistrati e tutte le parti del processo, questa pronuncia è un richiamo alla massima diligenza nella gestione delle scadenze processuali, il cui mancato rispetto può avere conseguenze definitive sull’esito di un giudizio.

Quando inizia a decorrere il termine per impugnare una sentenza se la motivazione non è depositata contestualmente alla pronuncia?
Il termine per l’impugnazione decorre dall’ultima notificazione o comunicazione dell’avviso di deposito del provvedimento completo di motivazione, come stabilito dall’art. 585 del codice di procedura penale.

Cosa succede se un ricorso viene presentato oltre il termine previsto dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che il giudice non può esaminare le ragioni (il merito) dell’impugnazione a causa di un vizio procedurale fondamentale, come la tardività.

Perché il ricorso del Procuratore Generale è stato giudicato tardivo in questo caso?
È stato giudicato tardivo perché è stato depositato il 31 maggio 2024, ben oltre il termine di quindici giorni che era iniziato a decorrere il 30 aprile 2024, data in cui la motivazione della sentenza era stata depositata e comunicata alla Procura stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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