Ricorso Tardivo: Inammissibilità e Condanna alle Spese
Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio fondamentale. Un ricorso tardivo non solo è destinato a fallire, ma comporta anche significative conseguenze economiche per chi lo presenta. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo concetto, dichiarando inammissibile un ricorso presentato oltre la scadenza e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
I Fatti del Caso
Il caso ha origine da una sentenza emessa dal Tribunale di merito per un reato ambientale. All’udienza del 17 luglio 2024, in cui l’imputato era assente, il giudice aveva stabilito un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza. Quest’ultima veniva effettivamente depositata il 20 agosto 2024.
Essendo l’imputato assente, i termini per l’impugnazione iniziavano a decorrere dalla notifica dell’avviso di deposito. Il termine ultimo per presentare ricorso per Cassazione scadeva il 14 dicembre 2024. Tuttavia, il ricorso veniva depositato solo il 13 gennaio 2025, quasi un mese dopo la scadenza.
La Decisione della Corte sul Ricorso Tardivo
Di fronte a questa palese violazione dei termini procedurali, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiarare il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sull’applicazione rigorosa delle norme del codice di procedura penale che disciplinano i termini per le impugnazioni.
La tardività del ricorso è un vizio insanabile che impedisce al giudice di entrare nel merito della questione. La Corte ha quindi applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che regola le conseguenze dell’inammissibilità.
Le Motivazioni della Decisione
Le motivazioni della Corte sono lineari e si basano su un presupposto chiaro: il ricorso era tardivo. Il calcolo dei termini non lasciava spazio a interpretazioni: la scadenza era il 14 dicembre 2024 e il deposito è avvenuto il 13 gennaio 2025.
Un punto cruciale della motivazione riguarda l’assenza di colpa. La Corte, richiamando una sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000), ha sottolineato che non sono emersi elementi per ritenere che il ritardo fosse dovuto a cause non imputabili al ricorrente. In assenza di una giustificazione valida, la sanzione per l’inammissibilità è una conseguenza automatica.
La decisione riafferma che la diligenza nel rispettare le scadenze processuali è un dovere imprescindibile. Di conseguenza, alla declaratoria di inammissibilità è seguita la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver attivato inutilmente il sistema giudiziario.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza serve come un importante monito per imputati e difensori. Le scadenze nel processo penale sono perentorie e il loro mancato rispetto porta a conseguenze gravi e inevitabili. Le implicazioni pratiche sono chiare:
1. Monitoraggio Attento dei Termini: È essenziale calcolare e monitorare con la massima precisione i termini per le impugnazioni, specialmente quando l’imputato è assente in udienza.
2. Conseguenze Economiche: Un ricorso inammissibile non è un tentativo a vuoto, ma un atto che comporta costi certi. Oltre alle spese processuali, la sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende rappresenta un ulteriore onere economico significativo.
3. Responsabilità Professionale: La gestione dei termini processuali è un aspetto centrale della difesa tecnica, e un errore in questo ambito può precludere al cliente la possibilità di far valere le proprie ragioni in un grado di giudizio superiore.
Cosa succede se un ricorso per Cassazione viene presentato in ritardo?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questo significa che la Corte non esamina le questioni sollevate e la sentenza impugnata diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso tardivo?
La parte che ha presentato il ricorso tardivo viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Nel caso specifico, la sanzione è stata di 3.000 euro.
È possibile giustificare un ricorso tardivo?
Sì, ma solo in casi eccezionali in cui si dimostri l’assenza di colpa nella determinazione del ritardo, ovvero che il superamento del termine è avvenuto per cause di forza maggiore o caso fortuito non imputabili al ricorrente. Nel caso esaminato, la Corte non ha ravvisato alcuna assenza di colpa.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 35726 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 35726 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 30/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a CATANZARO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 17/07/2024 del TRIBUNALE di CATANZARO
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
COGNOME NOME ricorre per cassazione avverso la sentenza in epigrafe indicata per il re di cui all’art. 256, comma 2, in relazione all’art 192, comma 1 e 2 del D. Igs. 3/04/2006, n. Il ricorso è inammissibile perché tardivo.
In data 17 luglio 2024 si è tenuta l’udienza presso il Tribunale di Catanzaro, al termine d quale il giudice ha fissato in 90 giorni il termine per il deposito della sentenza.
La sentenza è stata effettivamente depositata il 20 agosto 2024.
Essendo il ricorrente assente all’udienza, il termine per proporre ricorso per Cassazio scadeva il 14/12/ 2024.
Il ricorso veniva presentato il 13/01/2025.
Stante l’inammissibilità del ricorso, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen., non ravvisan assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte Cost. Sent. n. 1 del 13/06/2000), alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento consegue quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura, ritenuta equa, di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 30/05/2025
Il Presidente