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Ricorso tardivo: inammissibile l’appello del Comune

Un Comune, condannato in solido per un incidente stradale mortale causato da buche, presenta un ricorso tardivo alla Corte di Cassazione. La Corte dichiara l’inammissibilità per superamento dei termini perentori di impugnazione, confermando la condanna al risarcimento.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: la Cassazione blocca il Comune

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10486 del 2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Comune, confermando la sua responsabilità civile per un tragico incidente stradale. La decisione si fonda su un vizio puramente procedurale: un ricorso tardivo. Questo caso sottolinea in modo esemplare l’importanza cruciale del rispetto dei termini perentori nel processo penale, anche quando sono in gioco complesse questioni di responsabilità della Pubblica Amministrazione.

I Fatti: L’incidente stradale e la condanna

Nel gennaio 2009, un uomo alla guida di un motocarro, con a bordo la moglie, percorreva una strada statale in una notte buia e piovosa. A causa di due grosse buche sulla carreggiata, rese invisibili dall’acqua piovana, perdeva il controllo del veicolo, scontrandosi con un’auto che proveniva dalla direzione opposta. A seguito delle lesioni riportate, il conducente del motocarro decedeva alcune settimane dopo in ospedale.

I giudici di primo e secondo grado avevano riconosciuto la responsabilità penale (poi prescritta in appello) di un imputato e quella civile, in solido, del Comune nel cui territorio si trovava il tratto di strada. Il Comune era stato quindi condannato al risarcimento dei danni in favore degli eredi della vittima, sul presupposto di una violazione degli obblighi di custodia e manutenzione della sede stradale.

L’Appello e i motivi del ricorso tardivo del Comune

Il Comune ha presentato ricorso per Cassazione, contestando la propria responsabilità. La difesa dell’ente sosteneva principalmente che la gestione e la manutenzione di quel tratto di strada non fossero di sua competenza, ma di un altro ente gestore di strade nazionali. Inoltre, il Comune lamentava la mancata considerazione del concorso di colpa della vittima e la mancata disposizione di una perizia tecnica per ricostruire la dinamica del sinistro. Tuttavia, prima ancora di poter analizzare queste argomentazioni, la Suprema Corte si è dovuta fermare a un controllo preliminare: la tempestività del ricorso.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nel calcolo dei termini per l’impugnazione. La sentenza di appello era stata emessa l’11 maggio 2023, con un termine di 90 giorni per il deposito delle motivazioni. Le motivazioni sono state depositate il 5 luglio 2023, quindi entro i termini.

Da quel momento scattava il termine di 45 giorni per presentare ricorso. La Corte ha chiarito un punto fondamentale legato alla sospensione feriale dei termini processuali (dal 1 al 31 agosto):
1. Il termine per l’impugnazione avrebbe iniziato a decorrere durante il periodo feriale.
2. In questi casi, la legge prevede che il dies a quo, cioè il giorno di partenza del calcolo, coincida con la fine del periodo di sospensione.
3. Pertanto, il conteggio dei 45 giorni è iniziato il 1° settembre 2023.

Facendo il calcolo, il termine ultimo per il deposito del ricorso scadeva il 15 ottobre 2023. Il ricorso del Comune è stato invece depositato il 18 ottobre 2023, tre giorni dopo la scadenza. Questo ritardo, anche se minimo, è stato fatale. La Corte ha quindi dichiarato il ricorso tardivo e, di conseguenza, inammissibile, senza poter entrare nel merito delle questioni sollevate.

Le conclusioni: l’importanza del rispetto dei termini processuali

A seguito della declaratoria di inammissibilità, la condanna civile del Comune è diventata definitiva. L’ente è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali, di una sanzione pecuniaria e alla rifusione delle spese legali sostenute dalle parti civili. Questa sentenza rappresenta un severo monito sull’importanza della diligenza e del rigore nel rispetto delle scadenze processuali. Un errore nel calcolo dei termini può precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni in giudizio, indipendentemente dalla fondatezza delle stesse.

Perché il ricorso del Comune è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché depositato tardivamente. La scadenza per la presentazione era fissata al 15 ottobre 2023, mentre il deposito è avvenuto il 18 ottobre 2023, ovvero tre giorni oltre il termine perentorio previsto dalla legge.

Come si calcolano i termini per l’impugnazione in presenza della sospensione feriale?
Secondo la sentenza, se il termine per impugnare inizia a decorrere durante il periodo di sospensione feriale (1-31 agosto), il primo giorno da cui si inizia a contare (il dies a quo) è posticipato alla fine di tale periodo. Il calcolo dei giorni disponibili parte quindi dal 1° settembre.

La Corte di Cassazione ha esaminato la questione della responsabilità per la manutenzione della strada?
No, la Corte non ha potuto esaminare nel merito la questione della responsabilità. La dichiarazione di inammissibilità per tardività del ricorso ha impedito qualsiasi valutazione sui motivi di appello, inclusa la difesa del Comune riguardo alla competenza sulla manutenzione stradale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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