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Ricorso tardivo: conseguenze e inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per un vizio procedurale fatale: il ricorso tardivo. L’impugnazione, presentata da un’imputata condannata per reati fallimentari, è stata depositata oltre il termine di legge. Di conseguenza, la Corte non ha esaminato il merito della questione, confermando la condanna e addebitando alla ricorrente le spese processuali e una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Tardivo: Quando il Rispetto dei Termini è Decisivo

Nel processo penale, i termini sono perentori e il loro mancato rispetto può avere conseguenze irreversibili. Un ricorso tardivo non è un semplice ritardo, ma un errore procedurale che preclude alla radice la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti a un giudice superiore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la negligenza nel rispettare le scadenze processuali porti inevitabilmente alla dichiarazione di inammissibilità dell’impugnazione, con annessa condanna alle spese.

I Fatti del Caso in Esame

Il caso trae origine da una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Torino nei confronti di un’imputata per il delitto di bancarotta fraudolenta. La sentenza veniva appellata e la Corte di Appello di Torino, con decisione del 19 febbraio 2025, confermava sostanzialmente la condanna.

Avverso tale decisione, il difensore dell’imputata proponeva ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: la contestazione del mancato riconoscimento dell’attenuante della speciale tenuità del fatto. L’obiettivo era ottenere una riduzione della pena attraverso il riesame di questo specifico punto di diritto.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Tardivo

Nonostante le argomentazioni di merito, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile senza nemmeno entrare nel vivo della questione. La ragione è puramente procedurale: il ricorso era stato presentato fuori tempo massimo. Questo esempio dimostra l’importanza cruciale della tempestività, evidenziando come un ricorso tardivo vanifichi ogni sforzo difensivo.

La Corte ha constatato che il termine ultimo per impugnare la sentenza di appello era scaduto il 20 maggio 2025. Il ricorso, invece, era stato depositato solo il 26 giugno 2025, ben oltre un mese dopo la scadenza.

Le Motivazioni: Il Calcolo dei Termini e la Procedura “de plano”

La Corte ha meticolosamente ricostruito il calcolo del termine per l’impugnazione. La sentenza d’appello è stata depositata nei termini il 21 marzo 2025. Da quella data decorrevano:

1. 45 giorni per l’impugnazione, con scadenza al 5 maggio 2025.
2. Un ulteriore termine di 15 giorni, previsto dall’art. 581, comma 1-quater, cod. proc. pen., a favore dell’imputato che era stato assente nel giudizio di primo grado. Questo portava la scadenza finale al 20 maggio 2025.

Poiché il ricorso è stato depositato il 26 giugno 2025, la sua tardività era manifesta. Di fronte a un vizio così evidente, la Corte ha applicato la procedura semplificata “de plano”, prevista dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa procedura permette di dichiarare l’inammissibilità senza necessità di un’udienza pubblica, accelerando la definizione del procedimento quando i motivi dell’inammissibilità sono palesi.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche del Ricorso Tardivo

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: nel diritto, la forma è sostanza. Il rispetto dei termini processuali non è un mero formalismo, ma un requisito di ammissibilità essenziale per garantire la certezza del diritto e la ragionevole durata dei processi. Un ricorso tardivo è un errore fatale che impedisce al giudice di valutare le ragioni del ricorrente, a prescindere da quanto fondate possano essere.

Per l’imputata, le conseguenze sono state la definitiva conferma della condanna e l’obbligo di pagare non solo le spese del procedimento, ma anche una somma di 4.000 euro alla Cassa delle ammende. Questo caso serve da monito sull’importanza della massima diligenza e precisione nella gestione delle scadenze processuali da parte dei difensori.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché tardivo. È stato depositato il 26 giugno 2025, mentre il termine ultimo per l’impugnazione era scaduto il 20 maggio 2025.

Quali sono state le conseguenze per la ricorrente?
A seguito della declaratoria di inammissibilità, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che la Corte ha deciso con procedura “de plano”?
Significa che la Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso con una procedura semplificata e senza fissare un’udienza formale, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis cod. proc. pen., poiché la causa di inammissibilità (la tardività) era evidente e non richiedeva alcuna discussione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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