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Ricorso straordinario: l’avvocato è sempre obbligatorio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9231/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario presentato personalmente da un imputato. La Corte ha ribadito che, a seguito della riforma del 2017, qualsiasi ricorso in sede di legittimità, incluso quello straordinario, deve essere sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale, a pena di inammissibilità. La mancanza della firma del legale comporta la condanna alle spese processuali e al pagamento di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario in Cassazione: L’Avvocato è Indispensabile

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso straordinario non può essere presentato personalmente dall’imputato, ma richiede obbligatoriamente la firma di un avvocato abilitato. Questa decisione consolida l’orientamento post-riforma del 2017, chiudendo definitivamente la porta al patrocinio personale nel giudizio di legittimità.

Il caso: un appello personale contro una decisione della Cassazione

Un soggetto, dopo aver visto dichiarare inammissibile una sua istanza di rimessione, decideva di agire nuovamente, questa volta presentando personalmente una richiesta di annullamento della precedente sentenza della stessa Corte di Cassazione. Le sue motivazioni si basavano sulla presunta nullità del provvedimento e sulla incompatibilità dei giudici che lo avevano emesso.

L’atto, qualificato dalla Corte come ricorso straordinario ai sensi dell’art. 625-bis del codice di procedura penale, era stato però redatto e firmato unicamente dall’interessato, senza l’assistenza e la sottoscrizione di un difensore.

Il nodo della rappresentanza tecnica e il ricorso straordinario

Il cuore della questione risiede nella disciplina della rappresentanza tecnica davanti alla Corte di Cassazione. Il giudizio di legittimità è caratterizzato da un elevato tecnicismo che impone la presenza di un professionista qualificato.

La riforma del 2017 e la fine del “fai-da-te”

La Corte evidenzia come la legge n. 103 del 2017 abbia modificato in modo decisivo l’art. 613 del codice di procedura penale. Prima di tale intervento, era prevista un’eccezione che consentiva alla parte di provvedere personalmente. La riforma ha soppresso questa possibilità, stabilendo che ogni ricorso per cassazione, a pena di inammissibilità, deve essere sottoscritto da difensori iscritti nell’apposito albo speciale. La firma del legale non è una mera formalità, ma l’espressione dello ius postulandi, ovvero del potere di rappresentare la parte in giudizio.

La giurisprudenza consolidata

I giudici richiamano l’orientamento ormai pacifico, inaugurato dalle Sezioni Unite con la sentenza ‘Aiello’ del 2017, e confermato da numerose pronunce successive. Tale orientamento stabilisce in modo inequivocabile che la regola della difesa tecnica obbligatoria si applica a tutti i ricorsi in Cassazione, senza eccezioni. La Corte ha quindi ribadito che anche il ricorso straordinario, nonostante la sua natura particolare, non sfugge a questa regola inderogabile.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

Le motivazioni dell’ordinanza sono chiare e lineari. La Corte ha rilevato che il ricorso era stato presentato personalmente dall’interessato dopo l’entrata in vigore della legge 103/2017. Di conseguenza, la mancanza della sottoscrizione di un avvocato cassazionista integrava una causa di inammissibilità insanabile.

I giudici hanno precisato che la nomina di un difensore di fiducia, se non accompagnata dalla sua firma sull’atto, è irrilevante. La sottoscrizione del legale è l’atto che incarna la rappresentanza tecnica e attesta l’assunzione di paternità del contenuto del ricorso.

Sulla base di questi principi, la Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso, affermando che la procedura non poteva nemmeno iniziare il suo corso senza il rispetto di questo requisito formale essenziale.

Le conclusioni e l’impatto pratico

La decisione ha conseguenze pratiche immediate. Oltre a dichiarare inammissibile il ricorso, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è giustificata dalla valutazione di un profilo di colpa nella proposizione di un ricorso palesemente inammissibile.

In conclusione, questa pronuncia serve come monito: nel giudizio penale di Cassazione, la difesa tecnica non è un’opzione, ma un requisito imprescindibile. Qualsiasi tentativo di agire personalmente, anche attraverso strumenti eccezionali come il ricorso straordinario, è destinato a scontrarsi con una declaratoria di inammissibilità, con conseguente dispendio di tempo e risorse economiche.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. A seguito della riforma introdotta con la legge 103/2017, che ha modificato l’art. 613 del codice di procedura penale, tutti i ricorsi per cassazione devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale dei cassazionisti.

La regola che impone la firma dell’avvocato vale anche per il ricorso straordinario per errore di fatto?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo della sottoscrizione da parte di un difensore specializzato si estende anche al ricorso straordinario previsto dall’art. 625-bis cod. proc. pen., senza alcuna eccezione.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile per mancanza della firma dell’avvocato?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e, inoltre, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, il cui importo viene determinato dal giudice valutando i profili di colpa nella proposizione del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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