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Ricorso straordinario inammissibile: la decisione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso straordinario presentato da due imputati condannati per concussione. Gli imputati sostenevano un errore di fatto da parte della Corte, che avrebbe omesso di valutare dei verbali. La Suprema Corte chiarisce che non vi fu alcun errore di percezione, ma che il precedente ricorso era stato respinto per la genericità delle censure, dato che la condanna si fondava su dichiarazioni pienamente utilizzabili perché rese con l’assistenza di un difensore. Si tratta quindi di un caso di ricorso straordinario inammissibile.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario Inammissibile: Quando l’Errore di Fatto Non Sussiste

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11790 del 2024, offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso straordinario per errore di fatto, delineando la differenza tra un’effettiva svista percettiva e una censura generica. Il caso riguarda la condanna per concussione di due imputati e il loro tentativo di invalidare la decisione tramite un ricorso straordinario inammissibile, fondato su un presunto errore della Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il procedimento trae origine dalla condanna di due soggetti per il reato di concussione ai danni del titolare di una sala da gioco. La condanna, pronunciata con rito abbreviato in primo grado, era stata confermata dalla Corte di Appello. Gli imputati avevano quindi presentato un primo ricorso in Cassazione, lamentando l’inutilizzabilità delle sommarie informazioni testimoniali rese dalla persona offesa. Secondo la difesa, il dichiarante avrebbe dovuto essere sentito con le garanzie previste per l’imputato di reato connesso, data la sua potenziale implicazione in attività di gioco d’azzardo illecito.

Questo primo ricorso era stato dichiarato inammissibile dalla Suprema Corte. Contro tale decisione, gli imputati hanno proposto un ricorso straordinario ex art. 625-bis c.p.p., sostenendo che la Corte fosse incorsa in un errore di fatto.

La Questione del Ricorso Straordinario Inammissibile e l’Errore di Fatto

Il fulcro del ricorso straordinario inammissibile era l’affermazione che i giudici di legittimità avessero erroneamente ritenuto non allegati al ricorso i verbali delle dichiarazioni contestate, mentre in realtà erano presenti nel fascicolo processuale. Secondo i ricorrenti, questa omessa valutazione avrebbe viziato la decisione, impedendo alla Corte di cogliere la fondatezza della doglianza sull’inutilizzabilità delle prove.

La difesa sosteneva che un corretto esame di tali verbali avrebbe dimostrato la necessità di applicare le garanzie difensive al dichiarante, rendendo le sue accuse inutilizzabili e minando l’intero impianto accusatorio, che si fondava quasi esclusivamente su di esse.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso straordinario, definendolo manifestamente infondato. I giudici hanno chiarito che la precedente declaratoria di inammissibilità non derivava da un errore di percezione (ovvero dal non aver visto i verbali allegati), ma dalla genericità della censura formulata dai ricorrenti.

La Corte ha spiegato che i ricorrenti avevano contestato cumulativamente e indiscriminatamente tutte le audizioni del dichiarante, senza distinguere le diverse modalità con cui erano state assunte. In particolare, non avevano considerato un elemento decisivo: le dichiarazioni accusatorie fondamentali, rese in data 2 dicembre 2011, erano avvenute alla presenza del difensore del dichiarante. Questa circostanza, correttamente valorizzata dai giudici di merito, garantiva la piena utilizzabilità di tali dichiarazioni, su cui si fondava il giudizio di colpevolezza.

La genericità rilevata, quindi, non si riferiva al contenuto degli allegati, ma alla modalità di proposizione della censura. La Corte non è incorsa in alcun errore di fatto, ma ha correttamente applicato il principio secondo cui un ricorso è inammissibile se non si confronta specificamente con le ragioni della decisione impugnata, limitandosi a una critica generale e non mirata. Il collegio giudicante, pur menzionando la mancata allegazione, era in realtà entrato nel merito, evidenziando come la presenza del difensore in sede di interrogatorio cruciale sanasse ogni dubbio sulla correttezza procedurale.

Conclusioni: Portata e Implicazioni della Sentenza

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale in materia di impugnazioni: il ricorso straordinario per errore di fatto non può essere utilizzato come un pretesto per ottenere un nuovo giudizio di merito o per rimediare alla genericità di un precedente ricorso. L’errore di fatto che giustifica tale rimedio deve essere un errore meramente percettivo, una svista materiale su un atto processuale, e non un presunto errore di valutazione o di interpretazione giuridica.

La decisione sottolinea l’onere per la parte ricorrente di formulare censure specifiche e pertinenti, che si confrontino puntualmente con la ratio decidendi della sentenza impugnata. Una doglianza che ignora elementi processuali chiave, come la presenza di un difensore durante un atto istruttorio decisivo, è destinata a essere considerata generica e, di conseguenza, inammissibile. In conclusione, la Corte ha stabilito che non vi era spazio per un ricorso straordinario inammissibile poiché la questione era di diritto e non di fatto.

Quando un ricorso straordinario per errore di fatto viene considerato inammissibile?
Un ricorso straordinario per errore di fatto è inammissibile quando l’errore lamentato non è una reale svista materiale (come leggere un documento per un altro), ma una critica alla valutazione giuridica o all’interpretazione degli atti fatta dalla Corte. In questo caso, la Corte non ha commesso un errore di fatto, ma ha giudicato il precedente ricorso generico nelle sue argomentazioni.

È possibile utilizzare come prova le dichiarazioni di una persona indagata per un reato collegato?
Sì, a condizione che siano rispettate le garanzie difensive. La sentenza chiarisce che le dichiarazioni accusatorie decisive sono state considerate pienamente utilizzabili perché la persona è stata assistita dal proprio difensore durante l’audizione, garantendo così la correttezza della procedura.

Cosa intende la Corte di Cassazione per censura ‘generica’ in un ricorso?
Per censura ‘generica’, la Corte intende un’impugnazione che contesta in modo indiscriminato e cumulativo una serie di atti processuali, senza distinguere le diverse modalità con cui sono stati formati e senza specificare in che modo una presunta violazione abbia concretamente danneggiato il diritto di difesa. Manca, cioè, un confronto specifico con le motivazioni della decisione che si intende impugnare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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