LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso per saltum: quando è convertito in appello

Un automobilista, condannato per guida in stato di ebbrezza, ha presentato un ricorso per saltum direttamente in Cassazione. Tra i motivi, ha lamentato un vizio di motivazione della sentenza di primo grado. La Corte Suprema ha dichiarato che tale motivo non è ammissibile per questo tipo di impugnazione, convertendo il ricorso in un appello ordinario e trasmettendo il caso alla Corte d’Appello competente. La decisione ribadisce che il ricorso per saltum è riservato a questioni di pura legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per saltum: i limiti e la conversione in Appello decisa dalla Cassazione

Il ricorso per saltum rappresenta uno strumento processuale che consente di impugnare una sentenza di primo grado direttamente davanti alla Corte di Cassazione, omettendo il passaggio dalla Corte d’Appello. Tuttavia, il suo utilizzo è circoscritto a specifici motivi, come chiarito da una recente ordinanza della Suprema Corte. Il caso in esame riguarda un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza che, nel suo ricorso, ha incluso un motivo non compatibile con questa procedura eccezionale, portando la Corte a convertirlo in un appello ordinario.

I Fatti di Causa

Un automobilista veniva condannato dal Tribunale per il reato di guida in stato di ebbrezza, con un tasso alcolemico significativamente superiore al limite legale e con l’aggravante di aver commesso il fatto in orario notturno. La pena inflitta era di sei mesi di arresto e 1.000,00 euro di ammenda, con il beneficio della sospensione condizionale. Contestualmente, il giudice ammetteva l’imputato alla pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità.

Contro questa sentenza, la difesa proponeva un ricorso per saltum alla Corte di Cassazione, basandolo su diversi motivi.

I Motivi del Ricorso e la questione del ricorso per saltum

La difesa sollevava diverse questioni, tra cui la presunta mancanza di un valido consenso al prelievo ematico e la presunta incompatibilità tra la concessione della sospensione condizionale della pena e l’applicazione della pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità.

Tuttavia, il punto cruciale che ha determinato l’esito del giudizio di legittimità è stato il quarto motivo di ricorso. Con esso, la difesa lamentava una “mancanza, contraddittorietà e manifesta illogicità della motivazione” della sentenza impugnata, in riferimento alla valutazione del giudice sulla capacità dell’imputato di prestare un valido consenso al test alcolemico.

Questo specifico motivo rientra nella categoria dei vizi di motivazione, previsti dall’articolo 606, comma 1, lettera e), del codice di procedura penale. La giurisprudenza costante della Cassazione ritiene che tale censura sia incompatibile con la natura del ricorso per saltum, che dovrebbe limitarsi a questioni di pura violazione di legge.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto che il ricorso, così come formulato, non potesse essere esaminato nella sede di legittimità. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: quando un’impugnazione, presentata come ricorso per saltum, contiene anche censure relative a vizi di motivazione, essa deve essere convertita in un appello.

Questa conversione è prevista dall’articolo 569, comma 3, del codice di procedura penale. La norma stabilisce che, se i motivi del ricorso non sono tra quelli consentiti per il “salto” d’istanza, l’impugnazione viene trattata come un appello. La logica è quella di preservare il doppio grado di giudizio di merito, garantendo che le valutazioni sui fatti e sulla coerenza logica della motivazione siano esaminate dalla Corte d’Appello prima di un eventuale scrutinio di legittimità.

La Corte Suprema ha quindi operato una pronuncia in rito, senza entrare nel merito delle questioni sollevate dalla difesa, poiché la presenza del motivo sul vizio di motivazione precludeva la trattazione del ricorso in quella sede.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha disposto la conversione del ricorso in appello e ha ordinato la trasmissione degli atti alla Corte di Appello di Venezia per il giudizio di merito. Questa ordinanza è un importante promemoria sui limiti procedurali del ricorso per saltum. Chi intende avvalersi di questo strumento deve attentamente verificare che i motivi di impugnazione riguardino esclusivamente violazioni di legge e non vizi della motivazione, pena la conversione dell’atto e l’allungamento dei tempi processuali, con la trasmissione del fascicolo al giudice dell’appello.

È sempre possibile presentare un ricorso per saltum in Cassazione?
No, non è sempre possibile. Come chiarito dall’ordinanza, il ricorso per saltum non è ammissibile se tra i motivi di impugnazione vi è la contestazione di un vizio di motivazione della sentenza (mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità).

Cosa succede se si propone un ricorso per saltum con motivi non ammessi?
La Corte di Cassazione, in applicazione dell’art. 569, comma 3, del codice di procedura penale, converte il ricorso in un appello ordinario e trasmette gli atti alla Corte di Appello competente per il giudizio.

Quali vizi della sentenza impediscono di utilizzare il ricorso per saltum?
I vizi che denunciano una “mancanza, contraddittorietà e manifesta illogicità della motivazione”, previsti dall’art. 606, comma 1, lett. e), del codice di procedura penale, sono incompatibili con il ricorso per saltum e ne causano la conversione in appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati