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Ricorso per saltum inammissibile: il caso esaminato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per saltum avverso un’ordinanza di custodia cautelare per reati di droga. La sentenza chiarisce che tale impugnazione è limitata alle sole violazioni di legge e non può essere utilizzata per contestare nel merito la valutazione del giudice sulle esigenze cautelari o sulla sussistenza dei gravi indizi, se la motivazione non è del tutto assente.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Saltum: Limiti e Inammissibilità secondo la Cassazione

Il ricorso per saltum rappresenta uno strumento processuale specifico che consente di impugnare un provvedimento direttamente davanti alla Corte di Cassazione, omettendo il grado di appello. Tuttavia, il suo utilizzo è strettamente vincolato a specifici motivi, come chiarito dalla sentenza n. 43210/2024 della Suprema Corte. Quest’ultima ha dichiarato inammissibile un ricorso proposto contro un’ordinanza di custodia cautelare, fornendo preziose indicazioni sui limiti di questa impugnazione.

I Fatti del Caso

Il Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) del Tribunale di Bologna emetteva un’ordinanza applicando la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di un soggetto. Le accuse erano gravi: associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (art. 74 D.P.R. 309/1990) e diverse ipotesi di spaccio (art. 73 D.P.R. 309/1990).

Anziché seguire la via ordinaria del riesame presso il Tribunale della Libertà, la difesa decideva di presentare un ricorso per saltum direttamente alla Corte di Cassazione, basando l’impugnazione su presunte violazioni di legge.

I Motivi del Ricorso per Saltum

La difesa dell’indagato articolava il ricorso su due principali motivi:

1. Violazione dell’art. 74 D.P.R. 309/1990: Si sosteneva che il G.I.P. avesse erroneamente ravvisato l’esistenza di un’associazione criminale basandosi su elementi inidonei, senza dimostrare la consapevolezza comune dei concorrenti di far parte di una struttura organizzata.
2. Violazione degli artt. 274, 275 e 275-bis c.p.p.: Si contestava la valutazione sulle esigenze cautelari. In particolare, si lamentava la mancata considerazione dell’attualità di tali esigenze, dato che i fatti risalivano a due anni prima (2021-2022). Inoltre, si criticava il riconoscimento del pericolo di fuga e l’esclusione della misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, nonostante l’incensuratezza del ricorrente.

La Decisione della Corte di Cassazione e il ruolo del ricorso per saltum

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una rigorosa interpretazione della natura e dei limiti del ricorso per saltum in materia cautelare, come previsto dall’art. 311, comma 2, del codice di procedura penale.

Questo tipo di ricorso, infatti, è consentito esclusivamente per denunciare una “violazione di legge” e non può trasformarsi in una sede per richiedere una nuova valutazione dei fatti o per criticare l’adeguatezza della motivazione del provvedimento impugnato.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha smontato entrambi i motivi di ricorso, evidenziandone l’incompatibilità con i limiti del giudizio di legittimità attivato tramite ricorso per saltum.

Sul primo motivo (violazione art. 74): I giudici hanno ritenuto il motivo “genericamente formulato”. La difesa non si era confrontata con l’ampia e dettagliata motivazione del G.I.P. (sviluppata in oltre 40 pagine), che analizzava la trama associativa, l’organizzazione, la capacità operativa del gruppo e il ruolo di ciascun indagato. Contestare tale ricostruzione in modo generico equivale a chiedere alla Cassazione un riesame del merito, vietato in questa sede.

Sul secondo motivo (esigenze cautelari): Anche questa doglianza è stata respinta. La Corte ha chiarito che la contestazione si risolveva in una “assertiva contestazione dell’analisi compiuta nell’ordinanza”. La difesa, in sostanza, non denunciava una radicale mancanza di motivazione (l’unica che avrebbe potuto configurare una violazione di legge), ma ne criticava l’insufficienza e l’inadeguatezza. Tuttavia, il G.I.P. aveva fornito argomenti specifici sia sul pericolo di reiterazione del reato sia su quello di fuga. Discutere se tali argomenti fossero più o meno convincenti è un’operazione che attiene al merito, preclusa nel giudizio attivato con il ricorso per saltum.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per saltum è un’arma processuale affilata ma dal raggio d’azione limitato. Non può essere utilizzato come un’alternativa più rapida al riesame per contestare la valutazione fattuale del giudice. Chi sceglie questa strada deve essere in grado di dimostrare una chiara e netta violazione di una norma di legge, come potrebbe essere l’applicazione di una misura cautelare fuori dai casi consentiti o una motivazione totalmente assente o meramente apparente. Tentare di utilizzarlo per criticare la logicità o la sufficienza delle argomentazioni del giudice cautelare conduce, come in questo caso, a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando è possibile presentare un ricorso per saltum contro un’ordinanza cautelare?
È possibile ai sensi dell’art. 311, comma 2, del codice di procedura penale, ma esclusivamente per denunciare motivi attinenti alla violazione di legge e non per contestare la valutazione dei fatti o l’adeguatezza della motivazione.

Perché il ricorso in esame è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti non configuravano reali violazioni di legge. Si trattava, invece, di contestazioni generiche o assertive che miravano a ottenere una nuova valutazione del merito delle prove e dell’adeguatezza delle esigenze cautelari, attività preclusa nel giudizio di legittimità attivato con ricorso per saltum.

È possibile contestare l’insufficienza della motivazione sulle esigenze cautelari con un ricorso per saltum?
No. La sentenza chiarisce che con il ricorso per saltum si può censurare solo la radicale mancanza di motivazione in punto di esigenze cautelari. Non è invece possibile contestarne l’inadeguatezza o l’insufficienza, poiché tale critica attiene al merito della valutazione del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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