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Ricorso per evasione: inammissibile senza prove

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato inammissibile un ricorso per evasione. L’imputato aveva invocato lo stato di necessità, ma non ha fornito prove mediche a sostegno delle sue affermazioni. La Corte ha ritenuto il ricorso generico e infondato, confermando che le valutazioni di fatto non possono essere riesaminate in sede di legittimità.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per evasione: perché è inammissibile se lo stato di necessità non è provato

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia processuale: un ricorso per evasione basato sulla scusante dello stato di necessità deve essere supportato da prove concrete e non può limitarsi a mere asserzioni. In assenza di tali prove, il ricorso è destinato a essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e la decisione della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato condannato per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato aveva impugnato la sentenza della Corte d’Appello, sostenendo di aver agito in uno ‘stato di necessità’. A suo dire, specifiche circostanze di fatto, che avrebbero richiesto un accertamento medico, lo avrebbero costretto a violare gli obblighi imposti dalla misura cautelare. La difesa, quindi, puntava a dimostrare che la condotta non era punibile in quanto giustificata da una situazione di pericolo imminente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte non è entrata nel merito della vicenda, ma ha fermato la sua analisi a un livello preliminare, riscontrando vizi che impedivano una valutazione approfondita. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni del rigetto del Ricorso per evasione

Le motivazioni alla base della decisione sono chiare e si fondano su principi consolidati del diritto processuale penale. La Corte ha evidenziato due principali ragioni per l’inammissibilità:

1. Genericità e Manifesta Infondatezza: Il ricorso è stato giudicato meramente assertivo. L’imputato si è limitato a enunciare la tesi dello stato di necessità senza fornire elementi probatori concreti a sostegno. La Corte d’Appello, nella sua sentenza, aveva già ampiamente e logicamente spiegato perché tale tesi non potesse essere accolta, sottolineando come le circostanze di fatto invocate non fossero state comprovate dai successivi accertamenti medici.

2. Limiti del Giudizio di Cassazione: Il secondo punto, cruciale, riguarda la natura stessa del giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione non è un ‘terzo grado’ di giudizio dove si possono rivalutare i fatti e le prove. Il suo compito è verificare che i giudici di merito abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio. Nel caso di specie, il ricorrente chiedeva, in sostanza, una nuova valutazione delle prove (in particolare, della rilevanza degli accertamenti medici), un’attività preclusa alla Suprema Corte. Poiché la Corte d’Appello aveva già valutato in modo logico tali elementi, la Cassazione non poteva che confermare l’impianto della sentenza impugnata.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante insegnamento: le difese tecniche, come quella basata sullo stato di necessità, non possono fondarsi su semplici dichiarazioni. Devono essere ancorate a prove solide e verificabili. Chi presenta un ricorso per evasione, o per qualsiasi altro reato, in Cassazione deve essere consapevole dei limiti di tale giudizio: non è possibile ottenere una nuova valutazione dei fatti, ma solo un controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. La decisione riafferma la necessità di una difesa rigorosa e ben documentata sin dalle prime fasi del processo, poiché le omissioni probatorie non possono essere colmate in sede di legittimità.

Perché il ricorso per evasione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile per la sua genericità e manifesta infondatezza. Le argomentazioni erano meramente assertive e non supportate da prove, risolvendosi in una richiesta di nuova valutazione dei fatti, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

Quale prova mancava per sostenere lo stato di necessità?
Secondo la Corte, mancava la prova delle circostanze di fatto che avrebbero dovuto costituire il fondamento dello stato di necessità. In particolare, gli accertamenti medici successivi non avevano comprovato le affermazioni dell’imputato.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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