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Ricorso per cassazione sequestro: limiti al riesame

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro il rigetto di una richiesta di sequestro preventivo. La sentenza chiarisce che il ricorso per cassazione sequestro è limitato alla sola violazione di legge, escludendo la possibilità di riesaminare nel merito la logicità della motivazione del giudice del riesame, se questa non è meramente apparente o inesistente.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Sequestro: Quando la Motivazione del Giudice è Insindacabile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6843 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di misure cautelari reali: il ricorso per cassazione sequestro preventivo non può essere utilizzato per contestare la logicità della motivazione del giudice, ma solo per denunciare una vera e propria violazione di legge. Questa pronuncia offre spunti cruciali sui limiti del sindacato di legittimità e sulla distinzione tra riesame del merito e controllo sulla corretta applicazione delle norme.

I Fatti del Caso: dalla Richiesta di Sequestro al Rigetto

La vicenda trae origine dalla richiesta, avanzata da un Pubblico Ministero, di disporre il sequestro preventivo dei locali di un’azienda metalmeccanica. L’ipotesi di reato era legata alla violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare per il presunto rischio di diffusione di agenti chimici potenzialmente tossici nell’aria.

Inizialmente, il Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) aveva respinto la richiesta. Contro questa decisione, il Pubblico Ministero aveva proposto appello al Tribunale del riesame, che, tuttavia, aveva confermato il rigetto. Non soddisfatto, il PM ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando un vizio di motivazione da parte del Tribunale.

Le censure del Pubblico Ministero al ricorso per cassazione sequestro

Il ricorrente sosteneva che il Tribunale avesse errato nel suo ragionamento per diversi motivi, tra cui:
* Aver ritenuto affidabili gli accertamenti tecnici svolti autonomamente dall’azienda, nonostante il parere contrario dell’autorità sanitaria di vigilanza.
Aver escluso il fumus* del reato (cioè la parvenza della sua esistenza) basandosi su monitoraggi i cui risultati non erano ancora noti.
* Aver, in sostanza, fornito una motivazione contraddittoria e illogica.

Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ha concluso chiedendo che il ricorso fosse dichiarato inammissibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto la richiesta del Procuratore Generale, dichiarando il ricorso inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella corretta interpretazione dell’art. 325 del codice di procedura penale.

La distinzione tra Violazione di Legge e Vizio di Motivazione

La Corte ha chiarito che, in materia di sequestri, il ricorso in Cassazione è consentito soltanto per violazione di legge. Questa nozione include gli errores in iudicando (errori nell’individuare o applicare la norma) e gli errores in procedendo (errori nello svolgimento del processo). Comprende anche un vizio di motivazione, ma solo quando è così radicale da renderla inesistente o meramente apparente.

Una motivazione è ‘apparente’ quando si limita a usare frasi di stile o formule generiche, senza spiegare l’iter logico che ha portato alla decisione. Al contrario, una motivazione illogica o contraddittoria non costituisce, di per sé, una violazione di legge deducibile in questa sede.

L’analisi del caso specifico

Nel caso in esame, il Tribunale aveva fornito una motivazione articolata ed effettiva. Aveva spiegato le ragioni per cui riteneva insussistenti, allo stato attuale, sia il fumus del reato che il periculum (il pericolo concreto). In particolare, aveva evidenziato che:
1. L’azienda aveva eseguito degli adeguamenti agli impianti di aspirazione, come prescritto dall’organo di vigilanza.
2. Successivi monitoraggi interni avevano restituito valori di agenti inquinanti conformi ai limiti di legge.
3. La valutazione negativa di tali misurazioni da parte dell’autorità sanitaria non era supportata da alcun accertamento tecnico contrario, che pure era stato sollecitato al PM.

Di fronte a questa motivazione completa e non apparente, le censure del Pubblico Ministero si traducevano in una richiesta di rivalutazione del merito, ossia di un nuovo giudizio sui fatti. Questo tipo di sindacato, ha ribadito la Corte, è precluso in sede di legittimità.

Le Conclusioni: i Limiti del Sindacato di Legittimità

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale pacifico: il controllo della Corte di Cassazione sui provvedimenti di sequestro è rigorosamente limitato alla verifica della corretta applicazione della legge. Non è possibile entrare nel merito della valutazione del giudice del riesame circa la sussistenza dei presupposti per la misura cautelare (fumus e periculum), a meno che la sua motivazione non sia del tutto assente o talmente generica da non essere comprensibile. La decisione del Tribunale, seppur potenzialmente discutibile nel merito, se fondata su un percorso argomentativo logico e coerente, diventa insindacabile in sede di legittimità. Questo principio garantisce una chiara ripartizione di competenze tra giudici di merito e Corte Suprema, preservando la funzione di quest’ultima come custode della corretta interpretazione del diritto.

È possibile impugnare in Cassazione un’ordinanza sul sequestro preventivo lamentando che la motivazione del giudice è illogica?
No. Secondo la sentenza, il ricorso in Cassazione contro provvedimenti in materia di sequestro è consentito solo per “violazione di legge”. Una motivazione contraddittoria o illogica non rientra in questa categoria, a meno che non sia talmente grave da risultare meramente apparente o del tutto inesistente.

Cosa significa che la motivazione di un provvedimento è “meramente apparente”?
Significa che, pur essendo formalmente presente, è composta da frasi di stile, formule generiche o argomentazioni che non permettono di comprendere l’iter logico seguito dal giudice per arrivare alla decisione. In pratica, è una motivazione vuota che non giustifica realmente il provvedimento.

In questo caso, perché è stato ritenuto insussistente il “fumus” del reato necessario per il sequestro?
Il Tribunale ha ritenuto insussistente il fumus perché l’azienda aveva già realizzato interventi di adeguamento agli impianti di aspirazione e i successivi monitoraggi ambientali, effettuati dalla stessa azienda, avevano mostrato valori conformi ai limiti di legge. La valutazione negativa di queste misurazioni da parte dell’organo di vigilanza non era stata supportata da un accertamento tecnico di segno contrario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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