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Ricorso per cassazione: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di tre individui in custodia cautelare per tentata estorsione. La sentenza chiarisce due punti fondamentali: i termini processuali che scadono in un giorno festivo sono prorogati di diritto e il ricorso per cassazione non può essere utilizzato per richiedere un nuovo esame dei fatti, ma solo per contestare vizi di legittimità.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: quando è inammissibile? Analisi di un caso pratico

Il ricorso per cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma le sue porte non sono sempre aperte. È un rimedio straordinario, destinato a correggere errori di diritto e non a rimettere in discussione i fatti accertati nei gradi precedenti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ce lo ricorda, dichiarando inammissibile il ricorso di tre persone accusate di tentata estorsione aggravata. Analizziamo insieme i motivi di questa decisione e le lezioni che possiamo trarne.

I Fatti del Caso

Tre individui venivano sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere con l’accusa provvisoria di aver partecipato a una tentata estorsione, aggravata dal contesto mafioso. La difesa presentava istanza al Tribunale del riesame, che però confermava la misura disposta dal G.i.p. (Giudice per le indagini preliminari). Ritenendo errata tale decisione, gli indagati, tramite il loro difensore, proponevano ricorso per cassazione.

I Motivi del Ricorso per Cassazione

La difesa basava il proprio ricorso su due argomenti principali, uno di natura procedurale e uno di merito.

1. La Violazione dei Termini Processuali

Il primo motivo lamentava la violazione dell’art. 309 del codice di procedura penale. Secondo i ricorrenti, l’udienza di riesame si era tenuta oltre il termine di dieci giorni previsto dalla legge, il che avrebbe dovuto comportare la perdita di efficacia della misura cautelare. La difesa sosteneva che la norma che proroga i termini in caso di scadenza in un giorno festivo non dovesse applicarsi alla celebrazione dell’udienza.

2. Il Vizio di Motivazione e Travisamento della Prova

Il secondo motivo contestava la solidità del quadro indiziario. I ricorrenti sostenevano che la motivazione del Tribunale del riesame fosse contraddittoria e illogica, basata su un’errata valutazione delle prove. In particolare, veniva messa in discussione la credibilità della persona offesa e gli elementi che avrebbero dovuto identificare con certezza la presenza degli indagati al momento della richiesta estorsiva.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile. La motivazione della Corte è chiara e riafferma principi cardine del nostro sistema processuale. Sul primo punto, i giudici hanno ribadito che la regola della proroga di diritto al giorno successivo non festivo, prevista dall’art. 172, comma 3, c.p.p., ha portata generale e si applica anche alla fissazione dell’udienza di riesame. Pertanto, nessuna violazione procedurale era stata commessa.

Sul secondo motivo, la Corte ha sottolineato la natura del giudizio di legittimità. Il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di merito. Il compito della Cassazione non è quello di riesaminare le prove e sostituire la propria valutazione a quella dei giudici precedenti, ma solo di verificare che la motivazione sia logica, coerente e non viziata da errori di diritto. Nel caso di specie, i ricorrenti non avevano evidenziato una reale violazione di legge, ma avevano tentato di proporre una diversa lettura delle prove, un’operazione non consentita in sede di legittimità. Il Tribunale del riesame aveva fornito una motivazione argomentata e logica sulla consistenza dei gravi indizi, valutando tutti gli elementi a disposizione.

Conclusioni

Questa sentenza è un’importante lezione sui limiti e la funzione del ricorso per cassazione. Ci insegna che non è sufficiente essere in disaccordo con la valutazione dei fatti compiuta da un giudice per poter adire con successo la Suprema Corte. È necessario individuare specifici errori di diritto o vizi logici manifesti nella motivazione del provvedimento impugnato. La decisione ribadisce con forza che la Cassazione è un giudice della legittimità, non un giudice dei fatti, e che le regole procedurali, come quelle sulla scadenza dei termini, sono poste a garanzia del corretto svolgimento del processo e devono essere interpretate secondo principi consolidati.

Se un termine processuale scade in un giorno festivo, cosa succede?
La sentenza conferma che, in base all’art. 172, comma 3, del codice di procedura penale, la scadenza è prorogata di diritto al primo giorno successivo non festivo. Questo principio si applica anche alla fissazione dell’udienza di riesame.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di rivalutare le prove di un processo?
No. La Corte di Cassazione non è un giudice di merito e non può riesaminare le prove o l’attendibilità dei testimoni. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso per cassazione?
Comporta che il ricorso viene respinto senza essere esaminato nel merito. La decisione impugnata diventa definitiva e i ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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