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Ricorso per cassazione: quando è inammissibile?

Un imputato, condannato per truffa in primo e secondo grado, ha presentato un ricorso per cassazione. La Corte Suprema lo ha dichiarato inammissibile poiché i motivi erano una mera ripetizione di quelli già respinti in appello, senza presentare critiche specifiche alla sentenza impugnata. La decisione riafferma che il ruolo della Cassazione è valutare la legittimità, non riesaminare i fatti, rendendo inammissibili i ricorsi generici e ripetitivi.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché la Semplice Ripetizione dei Motivi Porta all’Inammissibilità

Il ricorso per cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui si può contestare una sentenza per soli vizi di legittimità. Tuttavia, non è un terzo grado di merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione lo ribadisce con forza, dichiarando inammissibile un ricorso che si limitava a riproporre le stesse questioni già discusse e respinte in appello. Questa decisione offre spunti fondamentali per comprendere i requisiti di specificità richiesti per accedere al giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un imputato per il reato di truffa (art. 640 c.p.), confermata sia dal Tribunale che dalla Corte d’Appello. Non rassegnato alla doppia pronuncia conforme, l’imputato decideva di presentare ricorso presso la Corte di Cassazione, affidandosi a due principali motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso

Il ricorrente basava la sua impugnazione su due punti principali:

1. Violazione di legge: Si contestava l’errata applicazione dell’art. 640 del codice penale, sostenendo che i fatti non integrassero gli estremi del reato di truffa.
2. Vizio di motivazione: Si lamentava un’omessa valutazione di prove considerate decisive, in particolare riguardo all’attendibilità della persona offesa. Secondo la difesa, i giudici di merito non avrebbero adeguatamente ponderato alcuni elementi che minavano la credibilità della vittima.

In sostanza, la difesa chiedeva alla Corte Suprema di riconsiderare elementi già ampiamente vagliati nei precedenti gradi di giudizio.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso per Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile per plurime ragioni. La decisione si fonda su un principio consolidato: il ricorso di legittimità non può essere una mera riproduzione delle argomentazioni già presentate in appello. I giudici hanno osservato che entrambi i motivi erano la “pedissequa riproduzione” delle questioni sollevate in secondo grado, senza un reale e critico confronto con le ragioni esposte dalla Corte d’Appello nella sentenza impugnata.

Le Motivazioni

L’ordinanza chiarisce in modo netto i confini del giudizio di legittimità, ribadendo principi cardine della procedura penale.

Il Principio della Specificità dei Motivi

La Corte ha sottolineato che un ricorso per cassazione è inammissibile quando i motivi sono “non specifici ma soltanto apparenti”. Questo si verifica quando l’impugnazione si limita a ripetere le argomentazioni dei gradi precedenti, senza assolvere alla “funzione tipica di critica puntuale avverso la sentenza oggetto di ricorso”. Non basta dissentire; è necessario spiegare perché la motivazione della Corte d’Appello è errata in diritto, illogica o contraddittoria.

I Limiti del Giudizio di Legittimità

La Cassazione non è un “terzo giudice” del fatto. Il suo compito non è quello di fornire una valutazione alternativa delle prove, come l’attendibilità di un testimone. Doglianze che “attaccano la persuasività, l’inadeguatezza, la mancanza di rigore o di puntualità” della motivazione dei giudici di merito sono inammissibili. Si può censurare la motivazione solo se mancante, manifestamente illogica o contraddittoria su aspetti essenziali del processo, non se semplicemente non convince la difesa.

L’Obbligo di Motivazione del Giudice di Merito

Infine, la Corte ha precisato che il giudice di merito non è obbligato a confutare analiticamente ogni singola argomentazione difensiva. È sufficiente che esponga gli elementi essenziali che fondano la sua decisione, purché la valutazione complessiva risulti logicamente coerente. Il rigetto di una tesi difensiva può anche emergere implicitamente dalla struttura argomentativa generale della sentenza.

Le Conclusioni

Questa pronuncia costituisce un monito fondamentale per chi intende adire la Corte di Cassazione. Per superare il vaglio di ammissibilità, un ricorso deve andare oltre la semplice riproposizione dei motivi d’appello. È necessario un confronto critico e specifico con la decisione impugnata, evidenziando vizi di legittimità ben definiti e non tentando di ottenere una terza valutazione del merito della causa. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una cospicua somma alla Cassa delle ammende sottolinea ulteriormente le conseguenze di un ricorso privo dei requisiti di legge.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre pedissequamente le stesse questioni già sollevate e respinte dalla Corte d’Appello, senza formulare una critica specifica e puntuale contro la motivazione della sentenza impugnata.

La Corte di Cassazione può rivalutare le prove, come l’attendibilità di un testimone?
No, la Corte di Cassazione, in quanto giudice di legittimità, non può effettuare una nuova valutazione delle prove o del merito dei fatti, come l’attendibilità di un testimone. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione dei giudici precedenti.

Cosa succede quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Nel caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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