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Ricorso per Cassazione: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una misura di sorveglianza speciale. La sentenza chiarisce che il ricorso per Cassazione in materia di prevenzione è consentito solo per violazione di legge e non per contestare la valutazione dei fatti o la logicità della motivazione del giudice di merito.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione nelle Misure di Prevenzione: I Limiti dell’Impugnazione

Il ricorso per Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma il suo accesso è strettamente regolato dalla legge. Una recente sentenza della Suprema Corte ha ribadito i confini invalicabili per l’impugnazione dei provvedimenti in materia di misure di prevenzione, chiarendo quando un ricorso rischia di essere dichiarato inammissibile. Analizziamo il caso per comprendere meglio i principi applicati.

I Fatti del Caso: Dalla Sorveglianza Speciale al Ricorso

Un soggetto, ritenuto socialmente pericoloso per una serie di reati commessi tra il 1993 e il 2020, era stato sottoposto dal Tribunale di Torino alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di due anni e sei mesi, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

In sede di appello, la Corte territoriale aveva parzialmente accolto le doglianze della difesa, riducendo la durata della misura a un anno e sei mesi. La Corte aveva tenuto conto del tempo trascorso dall’ultimo reato e della buona condotta del soggetto, ma aveva comunque confermato la sua attuale pericolosità sociale.

Non soddisfatta, la difesa ha presentato ricorso per Cassazione, sostenendo che la misura avrebbe dovuto essere revocata del tutto, e non solo ridotta. I motivi del ricorso si basavano su una presunta erronea applicazione della legge e sulla contraddittorietà della motivazione, evidenziando che il ricorrente viveva dei proventi di un’attività lavorativa, fattore che, a suo dire, escludeva la pericolosità sociale.

La Decisione della Corte: L’Inammissibilità del Ricorso per Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato (ius receptum): nel procedimento di prevenzione, il ricorso per Cassazione è ammesso soltanto per violazione di legge.

Questo significa che non è possibile chiedere alla Suprema Corte una nuova valutazione dei fatti o contestare la logicità della motivazione del giudice di merito, a meno che questa non sia talmente carente da risultare ‘inesistente’ o ‘meramente apparente’.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha spiegato che le censure mosse dal ricorrente non integravano una violazione di legge, ma si traducevano in una richiesta di rilettura delle prove e delle circostanze di fatto, attività preclusa nel giudizio di legittimità.

Il ricorrente, infatti, contestava il merito della decisione della Corte di appello. Quest’ultima, secondo la Cassazione, aveva fornito una motivazione completa e congrua, bilanciando correttamente gli elementi a favore e contro il soggetto. Da un lato, aveva riconosciuto il tempo trascorso dall’ultimo reato e la buona condotta, riducendo la durata della misura. Dall’altro, aveva sottolineato che un breve periodo senza commettere reati non era sufficiente a cancellare una pericolosità sociale consolidata in decenni di attività criminale, che necessitava di un periodo più lungo di astensione dal crimine per essere considerata superata.

Le critiche del ricorrente, quindi, si configuravano come un tentativo di ottenere una diversa interpretazione degli elementi probatori, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non alla Corte di Cassazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza un importante principio procedurale: chi intende presentare un ricorso per Cassazione in materia di misure di prevenzione deve concentrarsi esclusivamente sulla violazione di norme di legge. Tentare di rimettere in discussione l’apprezzamento dei fatti o la coerenza della motivazione del giudice di secondo grado è una strategia destinata al fallimento. La sentenza sottolinea che solo una motivazione ‘inesistente’ o ‘palesemente illogica’ al punto da non rendere comprensibile il ragionamento del giudice può essere assimilata a una violazione di legge. In assenza di tali vizi radicali, il ricorso verrà dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

In quali casi è ammesso il ricorso per Cassazione contro un decreto in materia di misure di prevenzione?
È ammesso soltanto per ‘violazione di legge’. Questo include anche i casi di motivazione totalmente assente o meramente apparente, ma esclude i semplici vizi di logicità o una diversa interpretazione dei fatti.

Contestare la valutazione della pericolosità sociale fatta dal giudice di merito è un motivo valido per il ricorso per Cassazione?
No, secondo la sentenza, contestare la valutazione del giudice sulla pericolosità sociale, chiedendo una rilettura degli elementi di prova, costituisce un vizio di motivazione e non una violazione di legge. Pertanto, non è un motivo ammissibile per il ricorso in Cassazione in questo ambito.

Cosa succede se il ricorso per Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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