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Ricorso per Cassazione: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una condanna per estorsione. La sentenza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per Cassazione non può essere utilizzato per ottenere una nuova valutazione delle prove o una riconsiderazione dei fatti, compiti che spettano esclusivamente ai giudici di merito. I motivi di ricorso che tentano di trasformare il giudizio di legittimità in un terzo grado di merito sono destinati al fallimento.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Non è un Terzo Grado di Giudizio

Un recente pronunciamento della Corte di Cassazione (Sentenza n. 21488/2025) offre un’importante lezione sui limiti del ricorso per Cassazione nel processo penale. La Corte ha dichiarato inammissibile l’appello di un’imputata condannata per estorsione, ribadendo con fermezza che il giudizio di legittimità non può essere trasformato in un’ulteriore istanza per riesaminare i fatti. Questa decisione sottolinea la netta distinzione tra il giudizio di merito, volto ad accertare come si sono svolti i fatti, e quello di legittimità, finalizzato a garantire la corretta applicazione della legge.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna per estorsione emessa dalla Corte d’appello di Napoli. L’imputata, già ritenuta responsabile per un episodio simile, veniva condannata anche per un’ulteriore ipotesi di estorsione. La difesa decideva di presentare ricorso alla Suprema Corte, basando la propria strategia su tre distinti motivi, tutti incentrati su presunte violazioni di legge e vizi di motivazione.

I Motivi del Ricorso per Cassazione

La difesa ha articolato l’impugnazione su tre pilastri principali, cercando di scardinare la decisione della Corte d’appello:

1. Mancanza dell’Elemento Soggettivo: Si sosteneva che la Corte non avesse adeguatamente considerato l’assenza di dolo specifico. Secondo la difesa, l’imputata avrebbe agito in buona fede, credendo di esercitare un proprio diritto legittimo, senza alcuna intenzione costrittiva. La sua condotta sarebbe stata caratterizzata da mera ‘leggerezza’.
2. Travisamento della Prova: Il secondo motivo contestava l’attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa e di una co-imputata. Si evidenziava come, nelle prime dichiarazioni, il nome dell’imputata non fosse mai comparso, e come tali contraddizioni non fossero mai state risolte dai giudici di merito. Questo, secondo la difesa, costituiva un vero e proprio travisamento della prova per omissione.
3. Mancata Concessione delle Attenuanti Generiche: Infine, si lamentava una motivazione carente riguardo al diniego delle circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Suprema Corte: i limiti del Ricorso per Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto in toto le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La motivazione della Corte è un chiaro monito sulla funzione e i confini del giudizio di legittimità.

L’inammissibilità del riesame del fatto

I giudici hanno innanzitutto qualificato i motivi del ricorso come un tentativo di riproporre il giudizio di merito, chiedendo alla Cassazione una nuova valutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti. Questo approccio è contrario alla struttura del nostro ordinamento processuale, che assegna alla Corte di Cassazione il solo compito di interpretare il diritto e non di riconsiderare, per l’ennesima volta, i fatti. La ‘buona fede’ addotta dalla difesa è stata considerata una mera ‘versione alternativa’, inidonea a dimostrare la ‘manifesta illogicità’ della sentenza impugnata, unico vizio che può essere censurato in sede di legittimità.

Il Vizio di Travisamento della Prova

Anche la doglianza sul travisamento della prova è stata ritenuta infondata. La Corte ha ricordato che tale vizio sussiste solo in tre casi specifici: utilizzo di una prova inesistente, omissione di una prova decisiva o erronea ricostruzione del suo contenuto oggettivo (‘significante’). Nel caso di specie, la difesa lamentava una cattiva valutazione della prova testimoniale, non un suo travisamento. La Corte d’appello, infatti, aveva fornito una spiegazione logica alla mancata menzione iniziale dell’imputata da parte del testimone, riconducendola alla pluralità di estorsioni subite nel tempo. Si è trattato, quindi, di un’interpretazione del ‘significato’ della prova, attività preclusa al giudice di legittimità.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, è stato rigettato anche il motivo relativo alle attenuanti. La Corte ha ritenuto adeguatamente motivato il diniego, basato su elementi concreti come l’assenza di resipiscenza, l’allarme sociale dei reati, l’intensità del dolo e la pervicacia della condotta.

Le Motivazioni

La sentenza riafferma principi cardine della procedura penale. Il ricorso per Cassazione non è e non può essere un terzo grado di giudizio sul fatto. Le censure mosse alla motivazione di una sentenza di merito devono dimostrare un vizio logico ‘manifesto’, percepibile ictu oculi, e non possono limitarsi a proporre una lettura alternativa delle prove. Invocare la violazione dell’art. 192 c.p.p. (sui criteri di valutazione della prova) non è un espediente per aggirare questi limiti e ottenere un riesame nel merito. Il vizio di travisamento della prova, in particolare, deve riguardare l’aspetto materiale e oggettivo della prova stessa, non la sua valutazione critica, che rimane di competenza esclusiva del giudice di merito.

Le Conclusioni

Questa pronuncia serve da guida per chiunque intenda adire la Suprema Corte. È fondamentale che i motivi di ricorso siano rigorosamente ancorati a questioni di diritto o a vizi logici evidenti e macroscopici della motivazione. Ogni tentativo di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti o la valutazione delle prove è destinato all’inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile utilizzare il ricorso per Cassazione per ottenere una nuova valutazione delle prove, come la testimonianza di una persona?
No, la sentenza chiarisce che la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti o rivalutare le prove. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità), mentre la valutazione delle prove è di esclusiva competenza dei giudici di merito (primo e secondo grado).

Cosa si intende per ‘travisamento della prova’ nel contesto di un ricorso per Cassazione?
Il ‘travisamento della prova’ è un vizio specifico che si verifica solo quando un giudice basa la sua decisione su una prova che non esiste, che ha omesso di considerare pur essendo decisiva, o che ha riportato in modo oggettivamente errato. Non include la semplice interpretazione o valutazione di una prova che la difesa non condivide.

Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati, pur essendo formalmente inquadrati come violazioni di legge e vizi di motivazione, in realtà miravano a ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove. Questo tentativo di trasformare il giudizio di legittimità in un ‘terzo grado di merito’ è contrario alle regole processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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