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Ricorso per Cassazione: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13928/2024, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso per cassazione poiché rappresentava una mera ripetizione dei motivi già presentati in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. L’imputato, condannato per il reato di cui all’art. 95 d.P.R. 115/2002, è stato di conseguenza condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: L’Importanza della Specificità dei Motivi

Il ricorso per Cassazione rappresenta l’ultimo baluardo della difesa nel processo penale, ma il suo accesso è regolato da requisiti rigorosi. Un’ordinanza recente della Suprema Corte, la n. 13928 del 2024, ribadisce un principio fondamentale: non basta ripetere le doglianze già esposte in appello per ottenere un giudizio di legittimità. L’impugnazione deve contenere una critica mirata e specifica alla decisione contestata. In caso contrario, la conseguenza è drastica: l’inammissibilità.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Napoli nel 2016, confermata dalla Corte d’Appello nel 2023. L’imputato era stato riconosciuto colpevole del reato previsto dall’articolo 95 del Testo Unico sulle spese di giustizia (d.P.R. 115/2002), con l’aggravante della recidiva reiterata infraquinquennale. Contro la sentenza di secondo grado, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione sia riguardo all’affermazione di responsabilità sia in merito al trattamento sanzionatorio, con specifico riferimento alle circostanze attenuanti generiche.

Analisi del Ricorso per Cassazione e dei suoi limiti

I motivi presentati dall’imputato alla Suprema Corte sono stati giudicati privi dei requisiti essenziali per un valido ricorso per Cassazione. La difesa, secondo i giudici di legittimità, si è limitata a riproporre le stesse argomentazioni già avanzate nel giudizio d’appello. Questo approccio, definito ‘mera reiterazione’, non soddisfa il requisito di specificità richiesto per l’impugnazione di legittimità. L’atto di ricorso, infatti, deve contenere un’analisi critica delle ragioni esposte nella sentenza impugnata, evidenziando gli errori di diritto o i vizi logici che la inficerebbero. Non può essere una semplice riproposizione di questioni già vagliate e risolte dal giudice precedente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi su principi giurisprudenziali consolidati. I giudici hanno osservato che le argomentazioni della difesa non si confrontavano criticamente con la motivazione della sentenza della Corte d’Appello. Quest’ultima, al contrario, aveva fornito una ‘puntuale replica’ a ciascuno dei motivi d’appello, escludendo travisamenti dei fatti o errori di valutazione.

In particolare, la Corte ha sottolineato che:
1. Sulla responsabilità: La Corte d’Appello aveva già ampiamente e logicamente motivato la conferma della condanna (pagina 5 della sentenza).
2. Sulle attenuanti generiche: La Corte d’Appello aveva correttamente affrontato la questione (pagina 6), evidenziando peraltro che le attenuanti erano già state riconosciute in primo grado, rendendo la doglianza in parte infondata.

La conseguenza diretta dell’inammissibilità è stata la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto in assenza di ragioni di esonero.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante per la pratica legale. Evidenzia che il ricorso per Cassazione non è una terza istanza di merito, ma un giudizio sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione. Per superare il vaglio di ammissibilità, è indispensabile che i motivi di ricorso siano ‘specifici’, ovvero che si concentrino sulle argomentazioni della sentenza impugnata per dimostrarne l’erroneità. Una semplice riproposizione dei motivi d’appello equivale a un ricorso generico e, come in questo caso, destinato all’inammissibilità, con conseguenze economiche significative per l’assistito.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non conteneva una critica specifica alla sentenza della Corte d’Appello, ma si limitava a ripetere (‘mera reiterazione’) gli stessi motivi già presentati e respinti nel precedente grado di giudizio.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

È sufficiente riproporre gli stessi argomenti dell’appello in un ricorso per Cassazione?
No, non è sufficiente. La giurisprudenza costante, confermata da questa ordinanza, richiede che il ricorso per Cassazione contenga motivi specifici che si confrontino criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, evidenziandone i vizi di legittimità o di motivazione, e non una semplice ripetizione delle censure precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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