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Ricorso per cassazione personale inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato personalmente da due imputati condannati per riciclaggio. La decisione si basa sulla riforma del 2017, la quale impone che il ricorso per cassazione sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un avvocato iscritto all’apposito albo. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: La Firma dell’Avvocato è Obbligatoria

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: l’impossibilità per l’imputato di presentare un ricorso per cassazione personale. Questa decisione sottolinea l’importanza della difesa tecnica qualificata nel grado più alto della giurisdizione e le conseguenze negative per chi ignora tale regola. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia e le sue implicazioni pratiche.

Il Contesto del Caso

La vicenda trae origine dalla condanna in primo e secondo grado di due soggetti per il reato di riciclaggio, previsto dall’articolo 648-bis del codice penale. La Corte di Appello di Napoli aveva confermato la sentenza di primo grado, ritenendo i due imputati responsabili del reato contestato.

Contro questa decisione, entrambi gli imputati hanno deciso di agire autonomamente, proponendo personalmente ricorso presso la Corte di Cassazione. I ricorsi, di contenuto identico, sollevavano questioni relative alla presunta mancata verifica, da parte del giudice di primo grado, di eventuali cause di non punibilità.

La Regola sul Ricorso per Cassazione Personale

Il punto cruciale della vicenda non riguarda il merito delle accuse, ma una questione puramente procedurale. La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili senza nemmeno entrare nel vivo delle argomentazioni difensive. La ragione è netta e si fonda su una modifica legislativa introdotta nel 2017.

Con la legge n. 103 del 23 giugno 2017, il legislatore ha modificato gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale, escludendo la facoltà per l’imputato di proporre personalmente ricorso per cassazione. Da quel momento, un simile atto deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Le Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze economiche significative per i ricorrenti, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale:

1. Condanna alle spese processuali: i ricorrenti sono stati obbligati a pagare i costi del procedimento da loro inutilmente attivato.
2. Pagamento di una sanzione: La Corte ha ravvisato una colpa nella loro condotta, avendo presentato ricorsi privi di un requisito essenziale. Per questo motivo, sono stati condannati a versare una somma di 3.000,00 euro ciascuno alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Cassazione

Le motivazioni della Corte si fondano su un principio di diritto consolidato dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 8914 del 2018. Questo principio stabilisce che ‘il ricorso per cassazione avverso qualsiasi tipo di provvedimento non può essere personalmente proposto dalla parte, ma deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di cassazione’.

La Corte ha semplicemente verificato che i ricorsi erano stati presentati personalmente dagli imputati in una data successiva all’entrata in vigore della riforma (3 agosto 2017). Questa constatazione, di carattere preliminare, ha assorbito ogni altra questione, rendendo l’analisi del merito del tutto superflua. La norma mira a garantire che il giudizio di legittimità, data la sua natura altamente tecnica, sia gestito esclusivamente da professionisti con una specifica qualificazione, assicurando così la qualità e la pertinenza degli argomenti legali portati all’attenzione della Suprema Corte.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un chiaro monito: nel processo penale, e in particolare nel giudizio di cassazione, l’assistenza di un avvocato specializzato non è un’opzione, ma un requisito indispensabile. La regola che vieta il ricorso per cassazione personale è posta a garanzia della funzionalità del sistema giudiziario e della serietà del dibattito giuridico di ultima istanza. Chiunque intenda impugnare una sentenza di appello deve quindi affidarsi a un difensore abilitato, per non rischiare non solo di vedere il proprio ricorso respinto per motivi formali, ma anche di subire una condanna al pagamento di spese e sanzioni.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No. A seguito della riforma introdotta con la Legge n. 103 del 2017, il ricorso per cassazione in materia penale deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale, pena l’inammissibilità dell’atto.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se la Corte ravvisa profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, può condannare il ricorrente al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quale principio di diritto è stato applicato in questa ordinanza?
La Corte ha applicato il principio, affermato dalle Sezioni Unite (sentenza n. 8914/18), secondo cui l’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione non può essere proposta personalmente dalla parte, ma richiede inderogabilmente la sottoscrizione di un difensore cassazionista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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