Ricorso per Cassazione Personale: La Firma dell’Avvocato è Obbligatoria
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: l’impossibilità per l’imputato di presentare un ricorso per cassazione personale. Questa decisione sottolinea l’importanza della difesa tecnica qualificata nel grado più alto della giurisdizione e le conseguenze negative per chi ignora tale regola. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia e le sue implicazioni pratiche.
Il Contesto del Caso
La vicenda trae origine dalla condanna in primo e secondo grado di due soggetti per il reato di riciclaggio, previsto dall’articolo 648-bis del codice penale. La Corte di Appello di Napoli aveva confermato la sentenza di primo grado, ritenendo i due imputati responsabili del reato contestato.
Contro questa decisione, entrambi gli imputati hanno deciso di agire autonomamente, proponendo personalmente ricorso presso la Corte di Cassazione. I ricorsi, di contenuto identico, sollevavano questioni relative alla presunta mancata verifica, da parte del giudice di primo grado, di eventuali cause di non punibilità.
La Regola sul Ricorso per Cassazione Personale
Il punto cruciale della vicenda non riguarda il merito delle accuse, ma una questione puramente procedurale. La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili senza nemmeno entrare nel vivo delle argomentazioni difensive. La ragione è netta e si fonda su una modifica legislativa introdotta nel 2017.
Con la legge n. 103 del 23 giugno 2017, il legislatore ha modificato gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale, escludendo la facoltà per l’imputato di proporre personalmente ricorso per cassazione. Da quel momento, un simile atto deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.
Le Conseguenze dell’Inammissibilità
La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze economiche significative per i ricorrenti, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale:
1. Condanna alle spese processuali: i ricorrenti sono stati obbligati a pagare i costi del procedimento da loro inutilmente attivato.
2. Pagamento di una sanzione: La Corte ha ravvisato una colpa nella loro condotta, avendo presentato ricorsi privi di un requisito essenziale. Per questo motivo, sono stati condannati a versare una somma di 3.000,00 euro ciascuno alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Cassazione
Le motivazioni della Corte si fondano su un principio di diritto consolidato dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 8914 del 2018. Questo principio stabilisce che ‘il ricorso per cassazione avverso qualsiasi tipo di provvedimento non può essere personalmente proposto dalla parte, ma deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di cassazione’.
La Corte ha semplicemente verificato che i ricorsi erano stati presentati personalmente dagli imputati in una data successiva all’entrata in vigore della riforma (3 agosto 2017). Questa constatazione, di carattere preliminare, ha assorbito ogni altra questione, rendendo l’analisi del merito del tutto superflua. La norma mira a garantire che il giudizio di legittimità, data la sua natura altamente tecnica, sia gestito esclusivamente da professionisti con una specifica qualificazione, assicurando così la qualità e la pertinenza degli argomenti legali portati all’attenzione della Suprema Corte.
Conclusioni
L’ordinanza in esame è un chiaro monito: nel processo penale, e in particolare nel giudizio di cassazione, l’assistenza di un avvocato specializzato non è un’opzione, ma un requisito indispensabile. La regola che vieta il ricorso per cassazione personale è posta a garanzia della funzionalità del sistema giudiziario e della serietà del dibattito giuridico di ultima istanza. Chiunque intenda impugnare una sentenza di appello deve quindi affidarsi a un difensore abilitato, per non rischiare non solo di vedere il proprio ricorso respinto per motivi formali, ma anche di subire una condanna al pagamento di spese e sanzioni.
Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No. A seguito della riforma introdotta con la Legge n. 103 del 2017, il ricorso per cassazione in materia penale deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale, pena l’inammissibilità dell’atto.
Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se la Corte ravvisa profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, può condannare il ricorrente al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.
Quale principio di diritto è stato applicato in questa ordinanza?
La Corte ha applicato il principio, affermato dalle Sezioni Unite (sentenza n. 8914/18), secondo cui l’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione non può essere proposta personalmente dalla parte, ma richiede inderogabilmente la sottoscrizione di un difensore cassazionista.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 937 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 937 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 07/12/2023
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da:
COGNOME NOME nato a ACERRA il 09/02/1989 COGNOME NOME COGNOME nato a ACERRA il 12/01/1993
avverso la sentenza del 23/03/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO
GLYPH La Corte di appello di Napoli, con sentenza del 23 marzo 2023, confermava la sentenza di primo grado con la quale COGNOME NOME e COGNOME NOME erano stati ritenuti responsabili del reato di cui all’art. 648-bis cod. pen..
1.1 Avverso la sentenza propone ricorso COGNOME NOME COGNOME eccependo che il giudice di primo grado avrebbe dovuto verificare se sussistevano cause di non punibilità ai densi dell’art. 129 cod. proc. pen.
1.2 Propone ricorso anche COGNOME NOME, di contenuto identico a quello proposto da COGNOME NOME.
CONSIDERATO IN DIRITTO
1. I ricorsi sono inammissibili.
1.1 Le Sezioni Unite di questa Corte, con sentenza n. 8914/18 del 21.12.2017, a seguito delle modifiche apportate dalla legge 23 giugno 2017, n. 103 agli artt. 571 e 613 cod. proc. pen., con cui si è esclusa la facoltà dell’imputato di proporre personalmente ricorso per cassazione, hanno affermato il seguente principio di diritto: “Il ricorso per cassazione avverso qualsiasi tipo provvedimento non può essere personalmente proposto dalla parte, ma deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’al speciale della Corte di cassazione”
Alla stregua del principio di diritto sopra enunciato, assume rilievo preliminare ed assorbente la considerazione del fatto che i ricorsi sono stati personalmente sottoscritti dagli imputati e da loro presentati in data successiva all’entrata in vigore, avvenuta il 3 agosto 2017, delle modifiche apportate dalla legge n. 103 del 23 giugno 2017.
1.2 Ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., con il provvedimento che dichiara inammissibile i ricorsi, le parti private che li hanno proposti devono essere condannate al pagamento delle spese del procedimento, nonché – ravvisandosi profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità – al pagamento a favore della Cassa delle ammende della somma di C 3.000,00 così equitativamente fissata in ragione dei motivi dedotti.
rl-/•
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle processuali e della somma di C 3.000,00 ciascuno in favore della Cassa del ammende.
Così deciso il 07/12/2023