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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione personale avverso una condanna per ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. La decisione si fonda sulla violazione dell’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore abilitato.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: Quando la Forma Diventa Sostanza

Nel complesso iter della giustizia penale, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma garanzie fondamentali per il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza di questi principi, dichiarando inammissibile un ricorso per cassazione personale presentato direttamente dall’imputato. Analizziamo insieme la vicenda e le sue implicazioni.

I Fatti del Processo

La questione trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Roma e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato riconosciuto colpevole per i reati di ricettazione di un’autovettura e di resistenza a un pubblico ufficiale, unificati dal vincolo della continuazione, con una condanna a otto mesi di reclusione.

Non rassegnandosi alla decisione dei giudici di merito, l’imputato decideva di tentare l’ultima via possibile: il ricorso alla Suprema Corte di Cassazione. Tuttavia, commetteva un errore procedurale che si sarebbe rivelato fatale per le sorti della sua impugnazione.

L’Errore Fatale: il Ricorso per Cassazione Personale

Il punto cruciale della vicenda risiede nella modalità di presentazione del ricorso. L’imputato, infatti, ha proposto personalmente l’impugnazione, senza l’assistenza e la sottoscrizione di un difensore abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori.

Questa scelta si è scontrata con una norma cardine del nostro ordinamento processuale penale, l’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. Tale disposizione stabilisce in modo inequivocabile che l’atto di ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un avvocato iscritto nell’apposito albo speciale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, nel suo provvedimento, non è nemmeno entrata nel merito dei tre motivi di ricorso sollevati dall’imputato (relativi all’erronea applicazione delle norme sulla ricettazione, sulla resistenza e sulla recidiva). I Giudici si sono fermati a una valutazione preliminare, di carattere puramente procedurale.

Hanno rilevato, infatti, la violazione diretta del citato art. 613 c.p.p. La norma ha una ratio ben precisa: garantire che il giudizio di legittimità, caratterizzato da un elevato tecnicismo giuridico, sia affrontato con la necessaria competenza professionale. Il ricorso in Cassazione non è un riesame dei fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione del diritto, un compito che richiede la perizia di un difensore specializzato. La presentazione di un ricorso per cassazione personale da parte dell’imputato costituisce, quindi, un vizio insanabile che ne determina l’immediata declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione della Suprema Corte è netta: il ricorso è inammissibile. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende. La sentenza di condanna della Corte d’Appello è così diventata definitiva.

Questo caso sottolinea un principio fondamentale: nel processo penale, e in particolare nel giudizio di Cassazione, la difesa tecnica non è una facoltà, ma un obbligo sancito a garanzia sia dell’imputato stesso sia della corretta amministrazione della giustizia. Affidarsi al ‘fai da te’ in ambiti così delicati e tecnici può portare a conseguenze irrimediabili, precludendo ogni possibilità di far valere le proprie ragioni, anche se potenzialmente fondate nel merito.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché l’imputato lo ha proposto personalmente, in violazione dell’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale, il quale richiede che l’atto di ricorso per cassazione sia sottoscritto da un avvocato abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione in materia penale?
No, in base a quanto stabilito dall’art. 613, comma 1, c.p.p. e confermato da questa ordinanza, l’imputato non può presentare personalmente il ricorso per cassazione, che deve essere obbligatoriamente firmato da un difensore qualificato, pena l’inammissibilità.

Quali sono state le conseguenze per l’imputato a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, la sentenza di condanna della Corte d’Appello è diventata definitiva. Inoltre, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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