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Ricorso per cassazione penale: firma dell’avvocato

La Corte di Cassazione analizza il caso di due persone condannate per bancarotta fraudolenta. Il ricorso di uno degli imputati viene dichiarato inammissibile perché presentato personalmente e non tramite un avvocato abilitato, come richiesto dalla legge. L’altro ricorso viene rigettato, in quanto le censure sulla mancata ammissione di prove e sull’elemento soggettivo del reato sono state ritenute infondate o volte a una non consentita rivalutazione dei fatti.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Penale: Guida ai Requisiti di Ammissibilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti spunti di riflessione sui requisiti formali del ricorso per cassazione penale e sulla natura dell’elemento soggettivo nel reato di bancarotta fraudolenta. Il caso esaminato riguarda due imputati condannati per bancarotta fraudolenta patrimoniale che hanno impugnato la sentenza della Corte d’Appello. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile uno dei ricorsi e ha ritenuto infondati i motivi dell’altro, fornendo chiarimenti cruciali per la pratica legale.

I Fatti del Caso

Due soggetti, condannati in appello per bancarotta fraudolenta patrimoniale, hanno proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza di conferma della loro responsabilità penale. Le loro strade processuali davanti alla Suprema Corte si sono però divise nettamente a causa delle diverse modalità di proposizione e dei diversi motivi di impugnazione.

Il Ricorso per Cassazione Penale Proposto Personalmente: Una Scelta Fatale

Uno dei due ricorsi è stato dichiarato immediatamente inammissibile. Il motivo? Era stato proposto personalmente dall’imputato. La Corte ha ribadito un principio fondamentale, consolidato a seguito della riforma del 2017 (legge n. 103): il ricorso per cassazione penale avverso qualsiasi tipo di provvedimento deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

Questa regola, sancita dagli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale e confermata dalle Sezioni Unite, non ammette deroghe. La mancanza della firma di un avvocato cassazionista è un vizio insanabile che preclude alla Corte qualsiasi valutazione sul merito dell’impugnazione. È una lezione severa sull’importanza di affidarsi a professionisti qualificati per i gradi più alti del giudizio.

L’Analisi dei Motivi di Ricorso dell’Altra Imputata

L’altro ricorso, sebbene formalmente corretto, non ha avuto miglior sorte nel merito. I motivi proposti sono stati giudicati infondati dalla Corte.

La Mancata Ammissione della Prova Testimoniale

Il primo motivo lamentava la mancata ammissione di alcune testimonianze. La Corte ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di merito. La richiesta di ammissione dei testi era stata respinta perché la lista presentata dalla difesa era ‘irrituale’, in quanto mancava completamente l’indicazione delle circostanze di fatto su cui i testimoni avrebbero dovuto deporre. In un’imputazione complessa come quella di bancarotta, tale specificazione è un requisito essenziale per permettere al giudice di valutare la pertinenza e la rilevanza della prova richiesta.

La Questione del Dolo nella Bancarotta Fraudolenta

I motivi successivi, trattati congiuntamente, riguardavano l’erronea applicazione della legge penale in merito all’elemento soggettivo (il dolo) e un presunto vizio di motivazione sui poteri gestori dell’imputata. La Corte ha respinto queste censure, qualificandole come un tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti, inammissibile in sede di legittimità.

La Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio cardine in materia di bancarotta fraudolenta distrattiva: il reato è punito a titolo di dolo generico. Non è necessaria l’intenzione specifica di danneggiare i creditori. È sufficiente la consapevolezza che l’atto dispositivo sul patrimonio sociale (ad esempio, una vendita sottocosto o una distrazione di fondi) sia idoneo a cagionare un danno a questi ultimi.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato le sue decisioni su due piani distinti. Per il primo ricorrente, la motivazione è puramente processuale: la violazione di una norma fondamentale sulla rappresentanza tecnica in giudizio (artt. 571 e 613 c.p.p.) comporta l’inammissibilità del ricorso, senza alcuna possibilità di sanatoria. Per la seconda ricorrente, la Corte ha motivato evidenziando come le sue doglianze non costituissero vere e proprie censure di legittimità. La richiesta di una diversa ricostruzione dei fatti e del compendio probatorio, senza allegare un reale travisamento della prova, esula dai poteri della Corte di Cassazione. Inoltre, la sua interpretazione dell’elemento soggettivo del reato era in contrasto con la consolidata giurisprudenza di legittimità, che richiede il solo dolo generico.

Conclusioni

Questa ordinanza offre due conclusioni pratiche di grande importanza. La prima è un monito perentorio: il ricorso per cassazione penale è un atto tecnico che non può essere compiuto personalmente, ma richiede obbligatoriamente l’assistenza di un avvocato cassazionista. La seconda riguarda il diritto penale sostanziale: per la configurabilità della bancarotta fraudolenta è sufficiente la consapevolezza di porre in essere operazioni potenzialmente dannose per i creditori, rendendo molto difficile la difesa basata sull’assenza di un’intenzione specificamente fraudolenta.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. A seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Quale tipo di dolo è richiesto per il reato di bancarotta fraudolenta distrattiva?
È sufficiente il dolo generico. Questo significa che è necessaria e sufficiente la consapevolezza che le operazioni compiute sul patrimonio sociale siano idonee a cagionare un danno ai creditori, senza che sia richiesta la specifica intenzione di causare tale pregiudizio.

Perché i giudici possono rifiutare l’ammissione di una lista testi?
L’ammissione di una lista testi può essere rifiutata se risulta ‘irrituale’, ad esempio per la mancata indicazione specifica delle circostanze di fatto sulle quali i testimoni dovrebbero essere sentiti. Questo requisito è fondamentale per consentire al giudice di valutare la pertinenza e la rilevanza della prova richiesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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