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Ricorso per cassazione: limiti e motivi inammissibili

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una condanna per sostituzione di persona. La Corte ribadisce che il ricorso per cassazione non consente una nuova valutazione dei fatti o delle prove, ma solo un controllo sulla logicità e correttezza giuridica della motivazione della sentenza impugnata. Anche il motivo relativo al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche è stato respinto in quanto la decisione del giudice di merito era adeguatamente motivata.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: quando i motivi sono inammissibili

Il ricorso per cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma le sue funzioni e i suoi limiti sono spesso fraintesi. Non si tratta di un terzo processo nel merito, ma di un controllo sulla corretta applicazione del diritto. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ce lo ricorda, dichiarando inammissibile un ricorso che tentava di ottenere una nuova valutazione delle prove.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per il reato di sostituzione di persona, previsto dall’art. 494 del codice penale. L’imputato, dopo la conferma della sentenza di primo grado da parte della Corte d’Appello di Roma, decideva di presentare ricorso alla Corte di Cassazione.

I motivi del ricorso erano principalmente due:
1. Una contestazione sulla correttezza della motivazione che aveva portato all’affermazione della sua responsabilità penale.
2. Una critica alla decisione dei giudici di merito di non concedergli le circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile in ogni sua parte. La decisione si fonda su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità, ribadendo con fermezza quali siano i confini invalicabili del giudizio in Cassazione.

Le Motivazioni: i limiti del ricorso per cassazione

La Corte ha analizzato separatamente i due profili di doglianza, evidenziando per entrambi l’inammissibilità.

La Valutazione dei Fatti è Preclusa

Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte ha sottolineato che il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un pretesto per ottenere una “inammissibile ricostruzione dei fatti”. Il ricorrente, infatti, non lamentava un vizio logico o giuridico della sentenza, ma proponeva una propria interpretazione delle prove, diversa da quella adottata dai giudici di merito.

La Cassazione ha ricordato che il suo ruolo non è quello di stabilire quale ricostruzione sia più persuasiva, ma solo di verificare se la motivazione del giudice sia:
* Esistente
* Non manifestamente illogica
* Non contraddittoria

Qualsiasi censura che attacchi la “persuasività”, l'”inadeguatezza” o il “rigore” della valutazione probatoria, senza individuare uno di questi specifici vizi, esula dal sindacato di legittimità e, pertanto, non può essere accolta.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche e il ricorso per cassazione

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha osservato che la sentenza impugnata aveva fornito una motivazione logica e coerente per negare le attenuanti generiche.

Su questo punto, è stato ribadito un altro principio fondamentale: il giudice di merito, nel decidere sulle attenuanti, non è tenuto ad analizzare e confutare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole. È sufficiente che indichi quali elementi ha ritenuto decisivi per formare il suo convincimento. Tentare di contestare questa valutazione nel merito attraverso il ricorso per cassazione si traduce, ancora una volta, in una richiesta di nuova valutazione dei fatti, non consentita in questa sede.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un’importante conferma dei paletti che delimitano il giudizio di legittimità. Il messaggio è chiaro: la Corte di Cassazione non è un “terzo giudice” del fatto. Chi intende presentare un ricorso deve concentrarsi sull’individuazione di specifici errori di diritto o vizi logici macroscopici nella motivazione, e non sperare in una riconsiderazione complessiva del materiale probatorio. Questa pronuncia serve da monito per evitare ricorsi dilatori o basati su aspettative errate, contribuendo all’efficienza del sistema giudiziario e al rispetto dei ruoli assegnati a ciascun grado di giurisdizione.

È possibile utilizzare il ricorso per cassazione per chiedere una nuova valutazione delle prove?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è consentito in sede di legittimità ottenere una ricostruzione dei fatti diversa da quella operata dal giudice di merito. Il ricorso non può sovrapporre una diversa valutazione del materiale probatorio.

Quali sono gli unici vizi della motivazione che possono essere contestati in Cassazione?
Sono deducibili solo vizi quali la mancanza della motivazione, la sua manifesta illogicità, o la sua contraddittorietà (intrinseca o con un atto probatorio decisivo). Non si possono contestare l’inadeguatezza o la mancata persuasività della motivazione.

Il giudice deve motivare il diniego delle attenuanti generiche analizzando ogni singolo elemento presentato?
No, secondo la Corte, per motivare il diniego delle attenuanti generiche è sufficiente che il giudice di merito faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi o comunque rilevanti, senza dover prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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