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Ricorso per cassazione: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione avverso una misura cautelare per usura. La decisione sottolinea che la richiesta di rivalutare le prove non costituisce un valido motivo di ricorso, confermando la misura basata su un grave quadro indiziario, come il possesso della carta del reddito di cittadinanza della vittima.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Quando è Inammissibile?

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui limiti del ricorso per cassazione in materia penale. La Corte ha dichiarato inammissibile l’appello di un individuo sottoposto a misura cautelare per il grave reato di usura, chiarendo la distinzione fondamentale tra un errore di diritto, sindacabile in sede di legittimità, e un tentativo di rivalutare i fatti, che invece non è consentito. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti del Caso

Il procedimento ha origine da un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari, confermata dal Tribunale per le misure cautelari, che applicava a un soggetto la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L’accusa era quella di usura, basata su gravi indizi di colpevolezza. Secondo la ricostruzione, l’indagato aveva prestato cinquemila euro a una persona in difficoltà economica, pretendendo la restituzione con interessi usurari pari a duemilaottocento euro. A conferma del grave quadro indiziario, durante le indagini era stata rinvenuta nella disponibilità dell’accusato la carta del reddito di cittadinanza della vittima.

Le Doglianze del Ricorrente

La difesa ha presentato un ricorso per cassazione basato principalmente su due motivi:

1. Carenza di motivazione sulle esigenze cautelari: Si contestava che la misura fosse stata confermata sulla base di una motivazione generica e apparente, che faceva riferimento a precedenti penali datati senza specificare il pericolo concreto e attuale di reiterazione del reato.
2. Vizio di motivazione sul quadro indiziario: Si sosteneva che le prove non fossero sufficientemente gravi. In particolare, si negava che fosse stato dimostrato l’effettivo incasso di somme superiori al capitale prestato e si adduceva un presunto rapporto di amicizia con la vittima che avrebbe dovuto escludere l’ipotesi di usura.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto tutte le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile. La motivazione della sentenza è netta e si concentra sulla natura stessa del giudizio di legittimità. I giudici hanno chiarito che le censure sollevate dal ricorrente non denunciavano vizi di legge, ma si risolvevano in una richiesta di rivalutazione delle prove e dei fatti, un’attività preclusa alla Corte di Cassazione. Il Tribunale, secondo la Corte, aveva correttamente e compiutamente valutato sia la gravità della condotta sia la personalità dell’indagato, ritenendolo inserito in un contesto delinquenziale e incline a commettere nuovi reati. La motivazione non era affatto apparente, ma fondata su elementi concreti. Allo stesso modo, il quadro indiziario era stato ritenuto solido, basato non solo sulla pattuizione di interessi usurari ma anche su elementi decisivi come il ritrovamento della carta del reddito di cittadinanza della vittima, che confermava lo stato di soggezione e lo sfruttamento della sua condizione di necessità.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. La Corte ha il compito di verificare la corretta applicazione delle norme giuridiche e la logicità della motivazione, senza poter entrare nel merito delle scelte valutative compiute dai giudici delle fasi precedenti. Un ricorso che, pur mascherandosi da denuncia di violazione di legge, mira in realtà a ottenere una nuova e diversa lettura delle prove, è destinato a essere dichiarato inammissibile. La decisione comporta, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché le contestazioni del ricorrente non riguardavano errori nell’applicazione della legge, ma erano finalizzate a ottenere una nuova valutazione delle prove e dei fatti, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

Quale prova è stata considerata particolarmente significativa per il reato di usura?
Oltre alla pattuizione di interessi sproporzionati, il ritrovamento della carta del reddito di cittadinanza della vittima nella disponibilità dell’indagato è stato considerato un elemento di conferma decisivo dello stato di difficoltà e sfruttamento della persona offesa.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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