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Ricorso per cassazione: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso del Procuratore contro l’annullamento di un sequestro preventivo per un’opera demaniale. La sentenza ribadisce che il ricorso per cassazione in materia cautelare è consentito solo per violazione di legge e non per una diversa interpretazione dei fatti o degli atti amministrativi, che attiene al merito della vicenda.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: i Limiti del Giudizio di Legittimità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31129/2024, offre un’importante lezione sui confini del ricorso per cassazione in materia di misure cautelari reali. La decisione chiarisce in modo netto la differenza tra una ‘violazione di legge’, unico motivo di ricorso ammissibile, e una mera contestazione sull’interpretazione dei fatti, che invece attiene al merito e non può essere oggetto del giudizio di legittimità. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti di Causa: Dal Sequestro all’Annullamento

La vicenda ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Foggia. L’oggetto del provvedimento era un complesso di opere — un chiosco, servizi igienici, una struttura ombreggiante e una pavimentazione — realizzate su suolo demaniale. Il reato contestato era quello previsto dall’art. 1161 del codice della navigazione, ovvero l’occupazione abusiva di spazio demaniale.

L’indagata, tramite il suo difensore, presentava istanza di riesame. Il Tribunale di Foggia, in accoglimento dell’istanza, annullava il provvedimento di sequestro, ritenendo insussistente il periculum in mora (il pericolo nel ritardo) ipotizzato dal GIP.

L’Impugnazione del Procuratore e il ricorso per cassazione

Contro l’ordinanza di annullamento, il Procuratore della Repubblica proponeva ricorso per cassazione. Le sue argomentazioni si concentravano su una presunta errata valutazione dei titoli abilitativi. Secondo il Procuratore, il Tribunale non avrebbe correttamente considerato che i permessi originari del 2018 prevedevano la rimozione delle opere al termine della stagione balneare, obbligo mai superato dalle successive autorizzazioni del 2019, che riguardavano solo rinnovi e ampliamenti. Inoltre, contestava l’applicabilità al caso di specie della normativa emergenziale (art. 9 ter del DL 137/2020), pensata per contesti differenti.

In sostanza, il ricorrente chiedeva alla Corte di Cassazione di fornire una diversa interpretazione dei titoli amministrativi e delle norme applicabili, ritenendo ‘apparente’ la motivazione del Tribunale del riesame.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, svolgendo una disamina precisa dei limiti del proprio potere di revisione in ambito cautelare. Il punto centrale della decisione è il seguente: il ricorso per cassazione contro le ordinanze in materia di sequestro preventivo è ammesso solo per violazione di legge, come stabilito dall’art. 325 c.p.p.

La Distinzione tra Violazione di Legge e Merito

La Corte chiarisce che nella nozione di ‘violazione di legge’ rientrano gli errores in iudicando o in procedendo, nonché i vizi di motivazione talmente radicali da renderla mancante, contraddittoria o manifestamente illogica. Tuttavia, non rientra in questa categoria la richiesta di una diversa valutazione delle prove o, come in questo caso, una differente interpretazione degli atti amministrativi (i permessi a costruire).

Secondo gli Ermellini, il Procuratore non ha lamentato una vera e propria violazione di norme di legge, bensì ha criticato la valutazione operata dal Tribunale del riesame, proponendone una alternativa. Questa operazione, però, attiene al merito della vicenda e non è consentita in sede di legittimità.

Motivazione Esistente ma non Condivisa

La Corte smonta anche la tesi della ‘motivazione apparente’. Una motivazione è apparente quando non esterna il ragionamento del giudice. Nel caso di specie, il Tribunale aveva fornito una motivazione, valutando i titoli abilitativi e concludendo per l’insussistenza del periculum. Il fatto che il ricorrente non condividesse tale conclusione non la rende ‘apparente’, ma semplicemente una decisione di merito non sindacabile in Cassazione.

L’erronea interpretazione di un atto amministrativo, sottolinea la Corte, non costituisce una violazione di legge deducibile con il ricorso per cassazione in materia cautelare, poiché rientra nella valutazione del fatto.

Conclusioni: L’Inammissibilità del Ricorso

In conclusione, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non è un terzo grado di merito. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure del Procuratore, pur formalmente presentate come vizi di motivazione e violazione di legge, miravano in realtà a ottenere una nuova e diversa valutazione del compendio fattuale e documentale. Tale attività è preclusa alla Suprema Corte, il cui compito è garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle norme processuali, non sostituirsi al giudice di merito nella ricostruzione dei fatti.

Quando è ammesso un ricorso per cassazione contro un’ordinanza in materia di sequestro preventivo?
Il ricorso è ammesso esclusivamente per ‘violazione di legge’. Questa nozione comprende errori nell’applicazione o interpretazione delle norme giuridiche e vizi della motivazione talmente gravi da renderla inesistente, manifestamente illogica o contraddittoria, ma non consente un riesame dei fatti del caso.

Che cosa si intende per ‘motivazione apparente’ secondo la Corte?
Si ha una motivazione apparente quando essa, pur essendo materialmente presente nel provvedimento, non espone il percorso logico e giuridico seguito dal giudice per arrivare alla sua decisione. È una motivazione priva di contenuto argomentativo, che non permette di comprendere la ragione della scelta e viene quindi equiparata a una motivazione mancante.

Perché l’errata interpretazione di un permesso a costruire da parte del giudice non costituisce ‘violazione di legge’ in questa sede?
Perché, secondo la costante giurisprudenza della Cassazione, l’interpretazione di un atto amministrativo come un permesso a costruire rientra nella ‘valutazione del fatto’. Si tratta di un’attività di merito riservata al giudice che esamina la causa nel concreto e non può essere oggetto di censura in sede di legittimità, il cui sindacato è limitato alla corretta applicazione delle norme di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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