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Ricorso per cassazione: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una misura di custodia cautelare per associazione mafiosa. La sentenza ribadisce che il ricorso per cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. La Corte ha ritenuto che i motivi del ricorrente mirassero a una nuova valutazione delle prove, compito precluso al giudice di legittimità.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: quando è inammissibile in materia cautelare

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14386/2024, offre un’importante lezione sui confini del ricorso per cassazione in materia di misure cautelari personali. La decisione chiarisce che il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito e non può essere utilizzato per proporre una ricostruzione alternativa dei fatti. Analizziamo il caso e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un individuo, sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere per il reato di partecipazione a un sodalizio mafioso, proponeva ricorso dinanzi al Tribunale della Libertà per ottenere la revoca della misura. Il Tribunale, tuttavia, confermava l’ordinanza, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza.

Contro questa decisione, l’indagato presentava ricorso per cassazione, lamentando vizi di motivazione e violazione di legge. La difesa sosteneva, in sintesi, che gli elementi a carico fossero generici (frequentazioni con amici e parenti), che i suoi spostamenti avessero una spiegazione logica e personale (raggiungere terreni di proprietà o l’autostrada) e che i contatti con altre persone ritenute vicine al clan fossero stati male interpretati o irrilevanti. In pratica, il ricorrente offriva una lettura alternativa e favorevole degli elementi indiziari raccolti.

La Decisione della Corte e il ruolo del ricorso per cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: la Corte di legittimità non può sovrapporre la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta dai giudici di merito.

Il ricorso per cassazione contro le misure cautelari è consentito solo per due motivi:
1. Violazione di specifiche norme di legge.
2. Manifesta illogicità della motivazione, che deve emergere dal testo stesso del provvedimento impugnato secondo i canoni della logica e i principi di diritto.

Non è possibile, quindi, utilizzare questo strumento per chiedere alla Corte di ‘rileggere’ le prove e giungere a una conclusione diversa da quella del Tribunale. Il tentativo di fornire una spiegazione alternativa dei fatti si traduce, inevitabilmente, in una censura di merito, non consentita in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha ritenuto che il Tribunale avesse costruito la propria decisione su una valutazione unitaria e non frammentaria di una pluralità di elementi, senza incorrere in vizi logici. In particolare, il provvedimento impugnato aveva valorizzato:

* Una precedente condanna per favoreggiamento aggravato dalla finalità di agevolare la medesima associazione mafiosa.
* La partecipazione a un ‘summit’ in una masseria riconducibile al clan.
* L’agevolazione della latitanza di un altro esponente di spicco, desunta da una serie di spostamenti ritenuti incompatibili con le spiegazioni personali fornite.
* La frequentazione di altri soggetti contigui o partecipi del sodalizio.

Secondo la Cassazione, l’insieme di questi elementi, letti in modo coordinato, rivelava un rapporto di particolare fiducia tra l’indagato e il sodalizio, giustificando ampiamente la misura cautelare. Le critiche mosse dal ricorrente, al contrario, miravano a ‘smontare’ singolarmente ogni indizio, proponendo una lettura alternativa che però è compito del giudice di merito vagliare, non della Corte di Cassazione.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce con fermezza la natura e i limiti del giudizio di legittimità. Chi intende presentare un ricorso per cassazione contro un’ordinanza cautelare deve concentrarsi sull’individuazione di specifici errori di diritto o di palesi incongruenze logiche nel ragionamento del giudice, astenendosi dal proporre una semplice rilettura dei fatti. La Corte Suprema non è un ‘terzo giudice’ del fatto, ma il custode della corretta applicazione della legge e della coerenza logica delle decisioni giudiziarie.

È possibile contestare la valutazione delle prove nel ricorso per cassazione contro una misura cautelare?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti o fornire una diversa valutazione delle prove. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione del giudice precedente, senza entrare nel merito delle risultanze processuali.

Per quali motivi un ricorso per cassazione in materia cautelare può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso è inammissibile se è manifestamente infondato o se, nella sostanza, propone censure che riguardano la ricostruzione dei fatti. È ammissibile solo se denuncia la violazione di specifiche norme di legge o la manifesta illogicità della motivazione del provvedimento.

Cosa intende la Corte quando afferma che la valutazione degli indizi deve essere ‘unitaria’?
Significa che i singoli elementi di prova non devono essere considerati in modo isolato e frammentario, ma devono essere letti nel loro insieme per formare un quadro probatorio coerente. La Corte ha ritenuto che il giudice di merito avesse correttamente collegato diversi indizi (precedenti, frequentazioni, movimenti) per fondare la propria decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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