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Ricorso per cassazione: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso per cassazione di un Procuratore contro un’ordinanza di annullamento di un sequestro preventivo. La sentenza chiarisce che il ricorso in sede di legittimità è consentito solo per violazione di legge e non per contestare nel merito la motivazione del giudice, se questa non è totalmente mancante o illogica.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione e Sequestro: I Limiti del Giudizio

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14314 del 2024, offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso per cassazione in materia di misure cautelari reali, come il sequestro preventivo. La decisione sottolinea una distinzione fondamentale: il giudizio di legittimità è un controllo sulla corretta applicazione della legge, non una terza istanza per riesaminare i fatti. Il caso in esame ha visto un Procuratore della Repubblica impugnare un’ordinanza che annullava un sequestro, ma il suo ricorso è stato dichiarato inammissibile.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Trento. Il provvedimento era finalizzato alla confisca di beni di un soggetto indagato per gravi reati legati al traffico di sostanze stupefacenti. Successivamente, il Tribunale del Riesame di Trento, accogliendo l’istanza dell’indagato, annullava tale sequestro. La ragione dell’annullamento risiedeva, secondo il Tribunale, in una carenza di motivazione da parte del GIP riguardo al cosiddetto periculum in mora, ovvero il rischio concreto e attuale che i beni potessero essere dispersi.

I Motivi del Ricorso per Cassazione del Pubblico Ministero

Contro la decisione del Tribunale del Riesame, il Procuratore della Repubblica proponeva ricorso per cassazione. Il Pubblico Ministero sosteneva che la motivazione del Tribunale fosse illogica e contraddittoria. A suo avviso, il GIP aveva, in realtà, fornito una motivazione, seppur sintetica, sufficiente a giustificare l’urgenza del sequestro. Aveva infatti fatto riferimento agli ‘ingenti importi sequestrati’ e alla ‘sistematicità delle attività delittuose’, elementi che, secondo il ricorrente, dimostravano implicitamente un elevato rischio di dispersione dei beni illeciti.

La Decisione della Suprema Corte: L’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha respinto le argomentazioni del Procuratore, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito che il ricorso per cassazione avverso le ordinanze in materia di sequestro preventivo è consentito solo per ‘violazione di legge’. Questa nozione, come specificato dalle Sezioni Unite, include non solo gli errori nell’interpretazione o applicazione delle norme (cd. errores in iudicando o in procedendo), ma anche i vizi di motivazione talmente gravi da renderla inesistente, meramente apparente o manifestamente illogica.

Nel caso di specie, i giudici di legittimità hanno osservato che la motivazione del Tribunale del Riesame era presente, specifica e articolata. Le critiche mosse dal Procuratore non denunciavano un vizio logico radicale o una violazione di legge, ma si risolvevano in una censura sul merito della valutazione compiuta dal Tribunale. In altre parole, il Pubblico Ministero chiedeva alla Cassazione di sostituire la propria valutazione a quella del giudice del riesame, un’operazione non consentita in sede di legittimità. La Corte non può riesaminare i fatti, ma solo verificare che il percorso logico-giuridico seguito dal giudice precedente sia corretto e conforme alla legge.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma con forza la natura del giudizio di Cassazione come controllo di pura legittimità. In materia di sequestri, non è sufficiente dissentire dalla valutazione del Tribunale del Riesame per ottenere un annullamento in Cassazione. È necessario dimostrare che quella valutazione sia viziata da un errore di diritto o da un’irragionevolezza manifesta che la renda incomprensibile. La decisione serve da monito: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un rimedio straordinario a tutela dell’uniforme interpretazione della legge.

È possibile impugnare in Cassazione un’ordinanza che annulla un sequestro preventivo contestando nel merito la motivazione del Tribunale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso è ammesso solo per ‘violazione di legge’ e non per censure di merito sulla motivazione del provvedimento, a meno che tale motivazione sia radicalmente viziata, mancante o manifestamente illogica.

Cosa intende la Cassazione per ‘violazione di legge’ in materia di sequestri?
Si intendono sia gli errori nell’applicazione delle norme di diritto (errores in iudicando o in procedendo), sia i vizi di motivazione così gravi da rendere il ragionamento del giudice incomprensibile, incoerente o del tutto assente.

Qual è stato l’esito del ricorso del Procuratore in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure mosse non configuravano una ‘violazione di legge’, ma si risolvevano in una critica nel merito della valutazione compiuta dal Tribunale del Riesame, attività non consentita in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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