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Ricorso per Cassazione: limiti del sindacato di merito

Un individuo, condannato per porto ingiustificato di coltello, ha presentato ricorso per cassazione lamentando vizi di motivazione e travisamento della prova. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti o la valutazione delle prove fatte dal giudice di merito, ma solo di controllare la legittimità della decisione. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Quando le Censure sul Merito Portano all’Inammissibilità

Il ricorso per cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma le sue porte non sono aperte a ogni tipo di contestazione. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre l’opportunità di chiarire un punto fondamentale: la differenza tra il giudizio di legittimità, proprio della Suprema Corte, e il giudizio di merito, che appartiene ai tribunali e alle corti d’appello. La vicenda analizzata riguarda un ricorso dichiarato inammissibile proprio perché tentava di superare questo confine invalicabile.

I Fatti del Caso

La questione trae origine dalla condanna di un individuo, inflitta dal Tribunale, a una pena pecuniaria per il reato di porto di oggetti atti ad offendere, previsto dall’art. 4 della legge n. 110 del 1975. Nello specifico, l’imputato era stato trovato in possesso di un coltello senza un giustificato motivo. Ritenendo ingiusta la condanna, l’imputato ha proposto impugnazione, la quale è stata riqualificata come ricorso per cassazione.

Le Doglianze del Ricorrente

L’imputato ha basato il suo ricorso su diversi motivi, sostenendo:
* La carenza di motivazione della sentenza di condanna.
* L’insussistenza del reato, poiché a suo dire esisteva una giustificazione per il porto del coltello.
* La presenza di travisamenti probatori, ovvero di un’errata interpretazione delle prove raccolte.
* La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale.

In sostanza, il ricorrente chiedeva alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e di giungere a una conclusione diversa da quella del giudice di primo grado.

Le Motivazioni della Corte: i Limiti del Ricorso per Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una motivazione chiara e in linea con il suo consolidato orientamento. Gli Ermellini hanno ribadito che il giudizio di cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Corte non può “ri-giudicare” il fatto, ma deve limitarsi a verificare che il giudice precedente abbia applicato correttamente la legge e abbia motivato la sua decisione in modo logico e non contraddittorio.

Citando specifica giurisprudenza (tra cui Cass. n. 5465/2021 e n. 9106/2021), la Corte ha spiegato che sono precluse al giudice di legittimità:
* La rilettura degli elementi di fatto che sono a fondamento della decisione impugnata.
* L’adozione autonoma di nuovi e diversi parametri di valutazione dei fatti.

Qualsiasi doglianza che attacchi la “persuasività” della motivazione, la sua adeguatezza o che solleciti una diversa comparazione delle prove è destinata all’inammissibilità. Le censure del ricorrente, secondo la Corte, erano meramente confutative e miravano a proporre una ricostruzione dei fatti più favorevole, un compito che esula completamente dalle funzioni della Cassazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame è un importante promemoria dei confini del ricorso per cassazione. Non è una terza istanza di giudizio dove poter ridiscutere l’attendibilità di un testimone o il significato di una prova. Il suo scopo è garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle regole processuali. Chi intende presentare un ricorso deve quindi concentrarsi su vizi di legittimità reali, come una violazione di legge o una motivazione manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente su un punto decisivo. Tentare di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione del merito si traduce non solo in un insuccesso, ma anche in una condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Quando un ricorso per cassazione è considerato inammissibile?
Un ricorso per cassazione è inammissibile quando, invece di denunciare vizi di legittimità (come la violazione di legge o la manifesta illogicità della motivazione), propone censure che mirano a ottenere una nuova valutazione dei fatti e delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove o i fatti di un caso?
No, alla Corte di Cassazione è preclusa la rilettura degli elementi di fatto e l’autonoma valutazione delle prove. Il suo ruolo è limitato al controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata (sindacato di legittimità).

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta che il ricorso non venga esaminato nel merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un ricorso privo dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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