Il Ricorso per Cassazione: Analisi di un’Ordinanza Preliminare
L’ordinanza in esame rappresenta un tipico atto introduttivo del giudizio di legittimità e ci offre l’opportunità di approfondire il funzionamento del ricorso per cassazione nel sistema penale italiano. Sebbene il documento non contenga una decisione sul merito della vicenda, la sua analisi ci permette di comprendere i passaggi formali che caratterizzano l’ultimo grado di giudizio.
Il Contesto Processuale: Dall’Appello alla Cassazione
Il provvedimento trae origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna. Questo significa che il processo ha già attraversato due gradi di giudizio di merito, dove i fatti sono stati accertati e valutati. Il ricorrente, non ritenendo corretta la decisione di secondo grado, ha scelto di adire la Corte di Cassazione, il giudice supremo che non riesamina i fatti, ma valuta esclusivamente la corretta applicazione delle norme di diritto e di procedura.
Il documento attesta che il procedimento è stato formalmente avviato: è stata fissata un’udienza, le parti sono state avvisate e un Consigliere è stato nominato come relatore, con il compito di esporre al collegio i termini della questione.
Il Ruolo della Corte nel Ricorso per Cassazione
È fondamentale comprendere che la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel senso comune del termine. Il suo compito non è stabilire se l’imputato sia colpevole o innocente, ma verificare se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge. Il ricorso per cassazione può essere proposto solo per specifici motivi, come la violazione di legge o un vizio di motivazione della sentenza impugnata. L’ordinanza in analisi è il primo passo di questo delicato controllo di legittimità.
Le Motivazioni
Le motivazioni alla base di questa specifica ordinanza sono di natura puramente procedurale. L’atto non decide nulla sul merito del ricorso, ma serve a dare atto dell’avvio formale del giudizio dinanzi alla Suprema Corte. La motivazione implicita è quella di regolare lo svolgimento del processo: fissare l’udienza, nominare il Presidente e il Relatore, e dare avviso alle parti sono tutti adempimenti necessari per garantire il corretto contraddittorio e la prosecuzione del giudizio. Si tratta, in sostanza, di un atto organizzativo che certifica l’inizio della fase di valutazione del ricorso.
Le Conclusioni
Le conclusioni che si possono trarre dal documento sono interlocutorie. L’ordinanza non conclude il procedimento, ma al contrario lo avvia formalmente. La conclusione è che il ricorso è stato ricevuto e il processo dinanzi alla Corte di Cassazione seguirà il suo corso. L’esito finale dipenderà dalla valutazione del collegio giudicante, che potrà dichiarare il ricorso inammissibile, rigettarlo (confermando la sentenza d’appello) o accoglierlo (annullando la sentenza impugnata, con o senza rinvio a un altro giudice).
Cosa significa presentare un ricorso per cassazione?
Significa rivolgersi alla Corte di Cassazione, il più alto grado di giudizio in Italia, per contestare una sentenza di un giudice inferiore (in questo caso, della Corte d’Appello) non per i fatti, ma per presunti errori nell’applicazione della legge o vizi procedurali.
Quale decisione è stata impugnata in questo caso?
È stata impugnata la sentenza emessa in data 19/09/2024 dalla Corte d’Appello di Bologna.
Cosa stabilisce l’ordinanza emessa dalla Corte?
L’ordinanza non decide sul merito del ricorso, ma si limita a certificare l’avvio del procedimento. Dispone che le parti siano state avvisate e che la causa sia stata affidata a un Consigliere per la relazione in udienza, segnando l’inizio formale del giudizio di legittimità.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 29976 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 29976 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 14/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a MODENA il 17/04/1992
avverso la sentenza del 19/09/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso Fa sentenza in epigra esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché contesta il giudizio reso nel denegar generiche benché la sentenza impugnata sia sorretta da sufficiente e non illogica mot
da adeguato esame delle deduzioni difensive sul punto così da rendere il relativo giudizio merito non censurabile in questa sede
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’a proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 14 aprile 2025.