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Ricorso per cassazione: inammissibile se ripetitivo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22455/2024, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due imputati. La Corte ha stabilito che un ricorso per cassazione non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già valutate e respinte dalla Corte d’Appello, ma deve contenere una critica specifica e argomentata della sentenza impugnata. La decisione ribadisce principi consolidati sull’inammissibilità per genericità e sulla natura del giudizio di legittimità, che non può riesaminare il merito dei fatti.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Inammissibile se Ripete i Motivi d’Appello

Presentare un ricorso per cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel sistema giuridico italiano, ma non è una terza istanza di merito. La sua funzione è quella di garantire l’uniforme interpretazione della legge. Con l’ordinanza n. 22455 del 2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso è inammissibile se si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti Processuali

Due individui, condannati nei primi due gradi di giudizio per il reato di rapina, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Essi contestavano la decisione della Corte d’Appello di Torino, sollevando diverse questioni. Uno degli imputati lamentava la mancata derubricazione del reato in una fattispecie meno grave e l’omessa valutazione di una possibile connivenza non punibile. L’altro imputato, invece, contestava l’elemento del possesso nel reato di rapina, il bilanciamento delle circostanze attenuanti e aggravanti, e la misura dell’aumento di pena per la continuazione tra i reati commessi.

I Motivi del Ricorso per Cassazione

I motivi presentati dai ricorrenti possono essere così sintetizzati:
1. Reiterazione dei motivi d’appello: Entrambi i ricorsi riproponevano questioni già sollevate e puntualmente respinte dalla Corte d’Appello. Ad esempio, la richiesta di derubricare la rapina o la contestazione sull’elemento dell’impossessamento erano argomenti già ampiamente trattati e motivatamente disattesi nel secondo grado di giudizio.
2. Contestazione del giudizio di merito: Un ricorrente ha criticato la decisione del giudice di merito di non concedere le circostanze attenuanti generiche in regime di prevalenza, ma di considerarle equivalenti alle aggravanti. Questa è una valutazione tipicamente discrezionale del giudice di merito.
3. Violazione di legge sulla pena: È stata denunciata una presunta violazione di legge riguardo all’aumento di pena applicato per la continuazione dei reati, senza però specificare in cosa consistesse la sproporzione o l’irragionevolezza della decisione del giudice.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili entrambi i ricorsi, fornendo motivazioni chiare e in linea con la sua giurisprudenza consolidata.

La non specificità del ricorso per cassazione basato sulla ripetizione

Il punto centrale della decisione è il principio secondo cui il ricorso per cassazione deve essere specifico. Non può essere una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi d’appello. La Corte ha spiegato che l’impugnazione in sede di legittimità deve svolgere una funzione di critica argomentata contro la decisione di secondo grado. Riproporre le stesse difese, senza confrontarsi con le ragioni per cui la Corte d’Appello le ha respinte, rende il ricorso solo ‘apparente’ e quindi inammissibile. Il ricorrente ha l’onere di spiegare perché la motivazione del giudice d’appello sia errata, illogica o carente, non di chiedere semplicemente un nuovo giudizio sui fatti.

I limiti del sindacato sul bilanciamento delle circostanze

Per quanto riguarda il bilanciamento delle circostanze, la Cassazione ha ribadito che si tratta di una valutazione discrezionale del giudice di merito. Tale valutazione sfugge al controllo di legittimità, a meno che non sia frutto di un ‘mero arbitrio’ o di un ragionamento palesemente illogico. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione sufficiente per giustificare la scelta dell’equivalenza tra attenuanti e aggravanti, rendendo la doglianza infondata in sede di legittimità.

L’onere di specificità nella contestazione della pena

Anche il motivo relativo all’aumento di pena per la continuazione è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha sottolineato che il ricorrente non aveva adempiuto al proprio onere di articolare specificamente la doglianza, limitandosi a una generica contestazione senza evidenziare una concreta irragionevolezza o sproporzione nel calcolo della pena effettuato dal giudice di merito.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un’importante lezione sulla tecnica di redazione del ricorso per cassazione. La decisione sottolinea che l’accesso al giudizio di legittimità non è automatico ma richiede il rispetto di precisi requisiti di specificità e criticità. Non è sufficiente essere in disaccordo con la sentenza d’appello; è necessario dimostrare, con argomenti di diritto, perché quella sentenza sia viziata. La semplice riproposizione dei motivi già respinti, senza un confronto dialettico con le argomentazioni del giudice di secondo grado, è destinata a sfociare in una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso per cassazione è inammissibile per genericità?
Un ricorso per cassazione è considerato generico, e quindi inammissibile, quando si limita a riproporre testualmente gli stessi motivi già presentati e respinti in appello, senza confrontarsi criticamente con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata. Deve svolgere una funzione di critica argomentata e non limitarsi a lamentare una presunta carenza o illogicità della motivazione.

La Corte di Cassazione può riesaminare il bilanciamento delle circostanze attenuanti e aggravanti?
No, di norma la Corte di Cassazione non può riesaminare il giudizio di comparazione tra le circostanze. Questa è una valutazione discrezionale tipica del giudice di merito. Il controllo della Cassazione è limitato a verificare che la decisione non sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico e sia sorretta da una motivazione sufficiente.

Cosa deve fare un ricorrente per contestare efficacemente l’aumento di pena per la continuazione dei reati?
Per contestare l’aumento di pena per la continuazione, il ricorrente non può limitarsi a una generica denuncia. Deve adempiere a un onere di articolare specificamente la doglianza, evidenziando l’irragionevolezza o la sproporzione dell’aumento deciso dal giudice e deducendo un interesse concreto e attuale a sostegno della sua critica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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