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Ricorso per cassazione: inammissibile se ripetitivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per riciclaggio. I motivi sono stati giudicati una mera ripetizione di quelli già presentati e respinti in appello. L’ordinanza ribadisce che il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito, confermando anche il diniego delle attenuanti generiche in quanto motivato logicamente dalla corte territoriale.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Quando la Ripetizione dei Motivi Porta all’Inammissibilità

Il ricorso per cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un baluardo a difesa della corretta applicazione della legge. Tuttavia, il suo accesso è limitato a specifici vizi della sentenza impugnata e non può mai trasformarsi in un’ulteriore valutazione dei fatti. Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce in modo esemplare perché la semplice riproposizione dei motivi d’appello conduca inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, specialmente in contesti complessi come i reati di riciclaggio.

Il Caso in Analisi: dal Riciclaggio alla Cassazione

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di due soggetti per il delitto di riciclaggio, previsto dall’art. 648-bis del codice penale. La Corte d’Appello aveva confermato la loro responsabilità, ricostruendo minuziosamente, sulla base di testimonianze e indagini di polizia giudiziaria, sia il reato presupposto sia la condotta dissimulatoria posta in essere dagli imputati.

Non soddisfatti della decisione, i due hanno proposto ricorso per cassazione, articolando due motivi principali:
1. La contestazione della loro responsabilità penale.
2. La lamentela per la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche.

La Strategia Difensiva del Ricorso per Cassazione

La difesa ha tentato di smontare l’impianto accusatorio, sostenendo l’erroneità della valutazione operata dai giudici di merito. Tuttavia, come evidenziato dalla Corte di Cassazione, questa strategia si è rivelata inefficace. Gli argomenti presentati non costituivano una critica specifica e puntuale alla sentenza d’appello, ma si limitavano a una “pedissequa reiterazione” di quanto già esposto e rigettato nel precedente grado di giudizio. Allo stesso modo, il diniego delle attenuanti è stato contestato senza mettere in luce una manifesta illogicità nel ragionamento del giudice d’appello.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato i ricorsi inammissibili, fornendo importanti chiarimenti sui limiti del proprio sindacato.

Inammissibilità per Genericità e Ripetitività

Il primo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile perché non svolgeva la sua funzione tipica, ovvero quella di una critica argomentata contro la sentenza impugnata. Limitarsi a ripetere le stesse doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello rende il ricorso generico e apparente. La Cassazione ha ribadito il principio secondo cui non può sovrapporre la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta nei gradi di merito. Il suo compito non è saggiare nuovamente le prove, ma verificare la tenuta logica e giuridica della motivazione della sentenza.

Infondatezza del Motivo sulle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha ricordato un suo consolidato orientamento: nel motivare il diniego delle attenuanti generiche, il giudice di merito non è tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti. È sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi, con una motivazione esente da vizi logici evidenti. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una spiegazione coerente per la sua decisione, rendendo la censura proposta in sede di legittimità del tutto infondata.

Conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione fondamentale per chiunque intenda affrontare un ricorso per cassazione: non è un terzo grado di giudizio. Per avere successo, l’impugnazione deve concentrarsi esclusivamente sui vizi di legittimità della sentenza, come l’errata applicazione della legge o una motivazione manifestamente illogica, contraddittoria o carente. La semplice riproposizione di argomenti fattuali già vagliati è una strada destinata all’insuccesso, con conseguente spreco di tempo e risorse. È essenziale formulare una critica mirata, specifica e giuridicamente fondata contro le argomentazioni della corte che ha emesso la sentenza impugnata.

Perché un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile se ripropone gli stessi motivi dell’appello?
Perché il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio sui fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità). La mera ripetizione di argomenti già valutati e respinti dalla Corte d’Appello è considerata un motivo generico, che non assolve alla funzione di critica specifica della sentenza impugnata, portando quindi all’inammissibilità.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti del processo?
No, alla Corte di Cassazione è precluso riesaminare le risultanze processuali e sovrapporre la propria valutazione a quella dei giudici di merito. Il suo compito è limitato a verificare la correttezza giuridica e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata, senza entrare nel merito delle prove.

È necessario che il giudice analizzi tutti gli elementi a favore e sfavore per negare le attenuanti generiche?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata, per motivare il diniego delle attenuanti generiche è sufficiente che il giudice faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi o comunque rilevanti. La sua motivazione deve essere esente da vizi logici evidenti, ma non è tenuto a esaminare e confutare ogni singolo argomento difensivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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