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Ricorso per cassazione: inammissibile se non firmato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione presentato personalmente da un imputato condannato per tentata rapina. La decisione si fonda sull’art. 613 del codice di procedura penale, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. La Corte ha inoltre rigettato la questione di legittimità costituzionale sollevata, confermando che tale requisito non viola il diritto di difesa.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché è Necessario un Avvocato Specializzato

Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione non può essere presentato personalmente dall’imputato, ma deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale. La pronuncia chiarisce che tale regola, introdotta con la riforma del 2017, è pienamente legittima e non lede il diritto di difesa. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di tentata rapina, inflitta prima dal Tribunale e poi parzialmente riformata dalla Corte di Appello. La pena finale stabilita era di nove mesi di reclusione e 150 euro di multa. Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha deciso di presentare ricorso direttamente alla Corte Suprema di Cassazione, redigendo e proponendo l’atto in prima persona.

I Motivi del Ricorso e la Questione di Legittimità Costituzionale

L’imputato ha basato il suo ricorso su due motivi principali. Il primo contestava la motivazione della sentenza d’appello riguardo alla mancata esclusione della recidiva. Il secondo, di natura prettamente procedurale, sollevava una questione di legittimità costituzionale dell’articolo 613 del codice di procedura penale. Secondo il ricorrente, la norma, nella parte in cui impedisce all’imputato di presentare personalmente il ricorso, sarebbe in contrasto con gli articoli 111 e 117 della Costituzione, che garantiscono il giusto processo e il diritto di difesa.

Le Motivazioni della Cassazione: Inammissibilità del ricorso per cassazione personale

La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente inammissibile, senza entrare nel merito delle questioni sollevate. La motivazione è netta e si basa su un presupposto formale insuperabile.

La Corte ha ricordato che la legge n. 103 del 23 giugno 2017 ha modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale. A seguito di tale modifica, il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Poiché l’atto in esame era stato proposto personalmente dall’imputato, violava questa regola fondamentale, rendendolo proceduralmente irricevibile.

In merito alla questione di legittimità costituzionale, i giudici hanno richiamato un precedente autorevole delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2018). Già in quella sede era stato chiarito che la regola non viola né la Costituzione né la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). La scelta del legislatore di richiedere una rappresentanza tecnica qualificata per un grado di giudizio così complesso e tecnico come quello di legittimità rientra pienamente nella sua discrezionalità e non costituisce una limitazione delle facoltà difensive dell’imputato. Anzi, garantisce che l’atto sia redatto con la competenza necessaria per essere efficace.

Conclusioni

La decisione in commento conferma un punto fermo: l’accesso alla Corte di Cassazione in materia penale è un percorso tecnico che richiede necessariamente l’assistenza di un professionista specializzato. Chi intende contestare una sentenza di condanna davanti alla Suprema Corte non può agire in autonomia, ma deve affidarsi a un avvocato cassazionista. La violazione di questa regola comporta conseguenze severe: non solo il ricorso viene dichiarato inammissibile, impedendo ogni esame nel merito, ma il ricorrente viene anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, 3.000 euro) a favore della cassa delle ammende, a causa della colpa riscontrata nella proposizione di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, non è possibile. La legge (art. 613 c.p.p., come modificato dalla L. n. 103/2017) stabilisce che il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.

L’obbligo di farsi assistere da un avvocato specializzato per il ricorso in Cassazione è costituzionale?
Sì. La Corte di Cassazione, richiamando una precedente decisione delle Sezioni Unite (n. 8914/2018), ha confermato che tale obbligo è manifestamente compatibile con la Costituzione (artt. 24, 111, 117) e con la CEDU (art. 6). Rientra nella discrezionalità del legislatore richiedere una rappresentanza tecnica qualificata per questo tipo di impugnazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, come in questo caso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, se la Corte ravvisa profili di colpa nella presentazione del ricorso, può condannare il ricorrente al pagamento di una somma in favore della cassa delle ammende, che in questa ordinanza è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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