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Ricorso per cassazione: inammissibile se fattuale

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato in custodia cautelare per detenzione di stupefacenti. La Corte ha stabilito che il ricorso per cassazione non può essere utilizzato per una rilettura dei fatti, ma solo per vizi di legge o illogicità manifesta della motivazione. In questo caso, la versione dell’imputato è stata ritenuta inattendibile e contraddittoria dal tribunale, la cui valutazione è stata considerata logica e immune da censure.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: inammissibile se propone una diversa lettura dei fatti

Introduzione al caso

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: il ricorso per cassazione non è una terza istanza di giudizio sui fatti, ma un controllo di legittimità sulle decisioni dei giudici di merito. Il caso riguarda un uomo, capitano di un peschereccio, posto in custodia cautelare in carcere dopo il rinvenimento di un ingente quantitativo di cocaina. La sua difesa ha tentato di ottenere una misura meno afflittiva, sostenendo un suo parziale ravvedimento, ma la richiesta è stata respinta sia in primo grado che in appello. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso, fornendo importanti chiarimenti sui limiti di questo strumento di impugnazione.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dal ritrovamento in mare di circa 57 kg di cocaina durante una battuta di pesca al largo delle coste siciliane. L’imputato, capitano dell’imbarcazione, veniva arrestato e posto in custodia cautelare in carcere. Successivamente, presentava un’istanza per la sostituzione della misura carceraria con gli arresti domiciliari. La difesa sosteneva che l’imputato, in sede di interrogatorio, aveva fornito una versione dei fatti sostanzialmente ammissiva e collaborativa, mostrando segni di resipiscenza. Tale comportamento, unito al tempo trascorso e al carattere fortuito del ritrovamento, avrebbe dovuto, secondo i legali, attenuare le esigenze cautelari.

La Decisione del Tribunale della Libertà

Il Tribunale di Palermo, in funzione di giudice dell’appello cautelare, rigettava la richiesta. Secondo il Tribunale, la versione fornita dall’indagato non era affatto confessoria, ma piuttosto un tentativo di minimizzare le proprie responsabilità e di addossarle interamente a un altro membro dell’equipaggio. Le dichiarazioni dell’imputato sono state giudicate inattendibili e in palese contrasto con quelle, ritenute invece credibili, degli altri co-indagati, che lo indicavano come pienamente coinvolto nella decisione di vendere lo stupefacente anziché consegnarlo alle autorità.

Il ricorso per cassazione e le sue motivazioni

La difesa ha proposto ricorso per cassazione lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. In particolare, si sosteneva che il Tribunale avesse irragionevolmente svalutato il contributo dichiarativo dell’imputato, cadendo in contraddizioni manifeste. Ad esempio, si contestava il fatto che il Tribunale avesse ritenuto credibili le dichiarazioni di un co-indagato, nonostante queste fossero state smentite da un altro soggetto coinvolto. In sostanza, la difesa chiedeva alla Cassazione di riconsiderare la credibilità delle diverse versioni fornite, proponendo una lettura alternativa degli elementi di prova.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo eminentemente fattuale e valutativo. I giudici hanno chiarito che le censure proposte non evidenziavano una manifesta illogicità nel ragionamento del Tribunale, ma si limitavano a sollecitare una diversa interpretazione delle prove raccolte, attività preclusa in sede di legittimità.

La Corte ha sottolineato i seguenti punti:
1. Nessuna confessione: Le dichiarazioni dell’imputato non sono state considerate una confessione. Egli, infatti, ha sostenuto di aver subito pressioni e minacce, di aver sempre voluto consegnare la droga alle autorità e ha tentato di scaricare la responsabilità delle cessioni sugli altri.
2. Inattendibilità della versione difensiva: Il Tribunale ha logicamente ritenuto inattendibile la versione dell’imputato, evidenziando numerose incongruenze. Ad esempio, se l’intenzione fosse stata quella di consegnare lo stupefacente, non si comprende perché non sia stato fatto immediatamente.
3. Coerenza della motivazione impugnata: La motivazione del Tribunale è stata giudicata ampia, esauriente e immune da criticità logiche, avendo confrontato le diverse dichiarazioni e spiegato perché alcune fossero state ritenute più credibili di altre.

Conclusioni

La sentenza riafferma con forza che il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un appello mascherato. Non è compito della Suprema Corte stabilire quale versione dei fatti sia più plausibile, ma solo verificare che la valutazione compiuta dal giudice di merito sia sorretta da una motivazione logica, coerente e non contraddittoria. Qualsiasi ricorso che si limiti a criticare l’apprezzamento delle prove da parte del giudice di merito, senza individuare un vizio di legittimità o un’illogicità manifesta, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure sollevate avevano un contenuto “eminentemente fattuale e valutativo”. Invece di denunciare vizi di legge o illogicità manifeste della motivazione, il ricorrente chiedeva alla Corte una diversa lettura degli elementi di prova, un’attività che non rientra nelle competenze del giudizio di legittimità.

La versione fornita dall’imputato è stata considerata una confessione?
No. La Corte ha stabilito, conformemente al Tribunale, che l’indagato non ha affatto ammesso il proprio coinvolgimento. Al contrario, ha cercato di attenuare la sua posizione, sostenendo di aver agito sotto minaccia e di aver voluto consegnare lo stupefacente alle autorità, addossando ad altri la responsabilità delle cessioni.

Qual è la differenza fondamentale tra un giudizio di merito e un ricorso per cassazione secondo questa sentenza?
Il giudizio di merito (primo e secondo grado) valuta le prove e ricostruisce i fatti per decidere sulla colpevolezza o innocenza. Il ricorso per cassazione, invece, è un giudizio di legittimità: non riesamina i fatti, ma controlla che i giudici di merito abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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