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Ricorso per cassazione: inammissibile per riciclaggio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione di un imputato condannato in primo e secondo grado per il riciclaggio di un ciclomotore. L’appello si basava su tre motivi, tra cui l’erronea applicazione di norme sulla capacità di intendere e di volere e la richiesta di riqualificazione del reato. La Corte, ravvisando profili di colpa nella proposizione del ricorso, ha confermato la condanna e ha aggiunto il pagamento delle spese processuali e di una somma alla cassa delle ammende.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione e Riciclaggio: Quando l’Appello Viene Respinto

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione offre uno spunto fondamentale per comprendere i limiti e le conseguenze di un ricorso per cassazione presentato senza i dovuti presupposti. Nell’ordinanza in esame, i giudici hanno dichiarato inammissibile l’appello di un uomo condannato per il riciclaggio di un ciclomotore, confermando di fatto la pena inflitta nei precedenti gradi di giudizio e aggiungendo ulteriori sanzioni pecuniarie. Analizziamo insieme i dettagli del caso.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria ha origine con una sentenza del Tribunale di Napoli del 2014, con la quale un individuo veniva condannato a una pena di quattro anni di reclusione e 1.100 euro di multa per il reato di riciclaggio di un ciclomotore. Tale decisione veniva successivamente confermata dalla Corte d’appello di Napoli nel 2024.

Non arrendendosi alla doppia condanna, l’imputato decideva di tentare l’ultima carta a sua disposizione, presentando personalmente ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso per Cassazione

L’imputato ha basato il suo ricorso per cassazione su tre distinti motivi, cercando di smontare l’impianto accusatorio e la decisione dei giudici di merito:

1. Erronea applicazione della legge penale (artt. 88 e 89 c.p.): Il primo motivo lamentava una presunta errata valutazione in merito alla sua capacità di intendere e di volere al momento del fatto, un aspetto che, se accolto, avrebbe potuto incidere sull’imputabilità.
2. Mancata riqualificazione del reato: Con il secondo motivo, si chiedeva alla Corte di riconsiderare la natura del reato, sostenendo che i fatti dovessero essere qualificati come semplice ricettazione e non come il più grave delitto di riciclaggio.
3. Vizio di motivazione: Infine, l’imputato denunciava una motivazione solo apparente da parte della Corte d’appello riguardo al mancato riconoscimento della prevalenza delle attenuanti generiche sull’aggravante contestata.

Nonostante le argomentazioni, la Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso non meritevole di essere esaminato nel merito.

La Decisione della Corte: Inammissibilità e Conseguenze

La Corte Suprema ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello procedurale, stabilendo che il ricorso non possedeva i requisiti per essere giudicato.

Le Motivazioni

La motivazione dietro una declaratoria di inammissibilità, come suggerito dal provvedimento, risiede spesso in ‘profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità’. In termini semplici, significa che il ricorso è stato redatto in modo errato o si fondava su motivi non consentiti in sede di legittimità. Il ricorso per cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma serve solo a controllare la corretta applicazione del diritto da parte dei giudici precedenti. Proporre motivi che mirano a una nuova valutazione delle prove, o che sono manifestamente infondati, porta inevitabilmente a una pronuncia di inammissibilità.

Le Conclusioni

Le conseguenze di tale decisione sono state pesanti per il ricorrente. Oltre alla conferma definitiva della condanna a quattro anni di reclusione e alla multa, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di un’ulteriore somma di 3.000 euro in favore della cassa delle ammende. Questo caso dimostra in modo emblematico come un ricorso per cassazione debba essere attentamente ponderato e fondato su vizi di legittimità concreti e specifici. Un appello superficiale o puramente dilatorio non solo non porta ad alcun beneficio, ma aggrava la posizione del condannato con ulteriori oneri economici, rendendo la sentenza impugnata irrevocabile.

Cosa succede quando un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte di Cassazione non esamina il merito delle questioni. La sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso con una somma di 3.000 euro.

Per quale reato era stato condannato l’imputato?
L’imputato era stato condannato in primo grado e in appello per il reato di riciclaggio di un ciclomotore, con una pena di quattro anni di reclusione e 1.100,00 euro di multa.

Quali erano i principali argomenti del ricorso presentato alla Corte di Cassazione?
Il ricorso si basava su tre motivi principali: 1) l’erronea applicazione delle norme relative alla capacità di intendere e di volere; 2) la richiesta di riqualificare il reato da riciclaggio a ricettazione; 3) una motivazione ritenuta solo apparente riguardo al bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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