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Ricorso per cassazione inammissibile: il caso

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso per cassazione inammissibile presentato da un imprenditore condannato per bancarotta fraudolenta. La decisione si basa sul fatto che i motivi del ricorso erano una mera ripetizione di argomentazioni già respinte in appello, rendendoli non specifici e solo apparenti.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione inammissibile: quando i motivi sono solo apparenti

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede rigore e specificità. Non è sufficiente ripetere le stesse lamentele sollevate nei gradi di giudizio precedenti. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce che un ricorso per cassazione inammissibile è la conseguenza diretta di motivi d’appello che si limitano a riproporre, senza alcuna critica argomentata, questioni già decise. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria ha origine con la condanna di un imprenditore da parte del Tribunale di Nola per il reato di bancarotta fraudolenta documentale. La Corte d’Appello di Napoli, successivamente adita, aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado unicamente riguardo le pene accessorie, confermando nel resto la condanna e il giudizio di responsabilità.

Contro questa decisione, l’imprenditore ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo con cui contestava la correttezza della motivazione della sentenza d’appello riguardo la sua colpevolezza.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha messo fine al percorso giudiziario dichiarando il ricorso inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un fondo destinato a finanziare progetti di miglioramento dell’amministrazione della giustizia.

Le Motivazioni: la critica al ricorso per cassazione inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità. Il motivo presentato dal ricorrente non era, secondo i giudici, uno strumento di critica vera e propria alla sentenza impugnata, ma si risolveva in una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già presentati e puntualmente respinti dalla Corte d’Appello.

I giudici supremi hanno sottolineato che un ricorso per essere ammissibile deve assolvere alla sua funzione tipica, ovvero quella di una ‘critica argomentata’ avverso la sentenza oggetto di impugnazione. Quando i motivi sono generici, non specifici o, come in questo caso, meramente ripetitivi, essi vengono considerati soltanto ‘apparenti’. Di fatto, un ricorso così formulato non sfida realmente la logica giuridica della decisione precedente, ma tenta impropriamente di ottenere un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, cosa non permessa in sede di legittimità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione per chi intende adire la Corte di Cassazione. Il ricorso non può essere una semplice riproposizione delle doglianze già esaminate. È necessario formulare censure specifiche, precise e pertinenti che attacchino la coerenza e la correttezza giuridica del ragionamento seguito dal giudice del grado precedente. Un appello che non rispetta questi criteri non solo è destinato al fallimento, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il ricorrente. La dichiarazione di inammissibilità, infatti, porta con sé la condanna alle spese e al pagamento di una sanzione pecuniaria, a testimonianza della necessità di utilizzare con serietà e cognizione di causa questo importante strumento di giustizia.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice e identica ripetizione di quelli già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello, risultando quindi non specifici e solo apparenti.

Qual era il reato per cui l’imputato era stato condannato?
L’imputato era stato condannato in via definitiva per il reato di bancarotta fraudolenta documentale.

Quali sono state le conseguenze economiche della decisione per il ricorrente?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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