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Ricorso per cassazione giudice di pace: limiti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso una sentenza di condanna per minacce, emessa in appello su una decisione del Giudice di Pace. Il motivo risiede nel fatto che il ricorso si basava esclusivamente sul vizio di motivazione, un presupposto non ammesso dalla legge per questo tipo di impugnazioni. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali, di una sanzione pecuniaria e alla rifusione delle spese legali della parte civile.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Giudice di Pace: Quando la Motivazione Non Basta

Presentare un ricorso per cassazione giudice di pace è una fase delicata del processo penale che richiede il rispetto di precisi limiti normativi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce in modo netto uno di questi confini: non è possibile impugnare una sentenza d’appello, derivante da un giudizio del Giudice di Pace, lamentando unicamente un difetto di motivazione. Questa decisione sottolinea l’importanza di basare il ricorso su violazioni di legge e non su una mera riconsiderazione delle prove.

I Fatti del Caso: dalla Condanna per Minacce all’Appello

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna per il reato di minaccia (art. 612 c.p.) emessa dal Giudice di Pace. L’imputato, ritenuto colpevole, aveva proposto appello presso il Tribunale competente. Quest’ultimo, in funzione di giudice di secondo grado, aveva parzialmente riformato la prima sentenza: pur confermando la responsabilità penale e civile dell’imputato, aveva escluso l’aggravante della recidiva e rideterminato la pena.

Il Ricorso in Cassazione e i suoi Limiti Specifici

Non soddisfatto della decisione del Tribunale, l’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Il suo unico motivo di doglianza era focalizzato su un presunto vizio argomentativo e una violazione di legge legati alla valutazione delle prove e all’affermazione della sua responsabilità. In sostanza, il ricorrente cercava di rimettere in discussione l’analisi dei fatti operata dai giudici di merito.

La parte civile, ammessa al patrocinio a spese dello Stato, ha prontamente richiesto che il ricorso venisse dichiarato inammissibile.

La Normativa sul Ricorso per Cassazione Giudice di Pace

La questione centrale ruota attorno a specifiche norme introdotte nel 2018 (d.lgs. n. 11/2018) che hanno modificato la disciplina delle impugnazioni per i reati di competenza del Giudice di Pace. In particolare, gli articoli 606, comma 2-bis, del codice di procedura penale e 39-bis del d.lgs. n. 274/2000 stabiliscono un’importante limitazione: contro le sentenze di appello pronunciate per questi reati, non è possibile proporre ricorso in Cassazione per il solo vizio di motivazione.

le motivazioni

La Corte di Cassazione, nel dichiarare l’inammissibilità del ricorso, ha fondato la sua decisione proprio su questa precisa limitazione legislativa. I giudici supremi hanno osservato che le argomentazioni del ricorrente erano interamente dirette a contestare la coerenza e la logicità della motivazione della sentenza di appello, tentando di ottenere una nuova valutazione delle prove, attività preclusa in sede di legittimità.

Il Collegio ha ribadito che, per le sentenze d’appello relative a reati di competenza del Giudice di Pace, il ricorso in Cassazione può essere proposto solo per violazioni di legge e non per criticare il ragionamento del giudice di merito. Poiché il motivo sollevato dall’imputato rientrava proprio nella categoria esclusa dalla normativa, il ricorso non poteva essere esaminato nel merito.

le conclusioni

La decisione della Corte ha importanti implicazioni pratiche. Chi intende presentare un ricorso per cassazione giudice di pace deve essere consapevole che non può limitarsi a contestare come il giudice ha valutato i fatti. È necessario individuare specifiche violazioni di norme sostanziali o processuali. L’inammissibilità del ricorso ha comportato per l’imputato la condanna al pagamento delle spese processuali, di una sanzione di tremila euro in favore della Cassa delle ammende e alla rifusione delle spese legali sostenute dalla parte civile, liquidate in favore dello Stato, dato il gratuito patrocinio. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro, volto a deflazionare il carico della Corte di Cassazione e a circoscrivere l’ambito del giudizio di legittimità per i reati minori.

È possibile presentare ricorso in Cassazione contro una sentenza d’appello per un reato di competenza del Giudice di Pace lamentando solo che la motivazione è illogica?
No, la legge (art. 606, co. 2-bis, c.p.p. e art. 39-bis d.lgs. 274/2000) esclude esplicitamente la possibilità di proporre ricorso per cassazione per il solo vizio di motivazione avverso le sentenze di appello pronunciate per reati di competenza del Giudice di Pace.

Qual è stata la ragione principale per cui il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le doglianze sollevate erano dirette esclusivamente a contestare la valutazione delle prove e il ragionamento dei giudici di merito, configurando un vizio di motivazione, motivo non consentito dalla legge per questo tipo di sentenze.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali, al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende e alla rifusione delle spese di rappresentanza e difesa sostenute dalla parte civile, che saranno liquidate dal Tribunale e pagate in favore dello Stato poiché la parte civile era ammessa al gratuito patrocinio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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