LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso per cassazione generico: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da tre imputati condannati per reati legati a sostanze stupefacenti. La decisione si fonda sul principio che un ricorso per cassazione generico, che si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello senza criticare specificamente la motivazione della sentenza impugnata, non può essere accolto. La Corte ha ribadito che il giudizio di legittimità non consente un riesame dei fatti, ma solo un controllo sulla corretta applicazione della legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Generico: Quando la Ripetizione dei Motivi Porta all’Inammissibilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione generico, ovvero quello che si limita a riproporre le stesse censure già sollevate in appello, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Questa decisione offre un’importante lezione sulla necessità di specificità e criticità nell’atto di impugnazione di legittimità.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna di tre persone per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti di lieve entità, in concorso tra loro. La Corte d’Appello di Salerno aveva confermato la sentenza di primo grado, condannando gli imputati a pene detentive e pecuniarie. Avverso tale decisione, i difensori degli imputati hanno proposto distinti ricorsi per cassazione, lamentando, tra le altre cose, vizi di motivazione sulla valutazione della prova e il mancato riconoscimento di circostanze attenuanti.

I Motivi del Ricorso e il Problema del Ricorso per Cassazione Generico

I ricorsi presentati si fondavano essenzialmente su due tipi di doglianze:

1. Sulla responsabilità penale: Uno degli imputati contestava la valutazione delle prove a suo carico, ritenendo che non fosse stata raggiunta la certezza della sua colpevolezza. Altri due imputati lamentavano il mancato riconoscimento dell’attenuante della speciale tenuità del danno.
2. Sulle attenuanti generiche: Lo stesso primo imputato criticava la decisione della Corte d’Appello di negargli la concessione delle circostanze attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis del codice penale.

Il punto cruciale, evidenziato dalla Suprema Corte, è che questi motivi, in particolare quelli relativi alla valutazione dei fatti, non facevano altro che reiterare le medesime considerazioni già espresse nell’atto d’appello e motivatamente respinte dalla Corte territoriale. Si configurava così un ricorso per cassazione generico.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato tutti i ricorsi inammissibili, articolando la propria decisione su principi consolidati in giurisprudenza.

La funzione tipica dell’impugnazione è quella di una critica argomentata avverso il provvedimento che si contesta. Tale critica deve essere specifica e puntuale, indicando le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che fondano il dissenso. Se il motivo di ricorso non si confronta con la motivazione della sentenza impugnata, ma si limita a riproporla in modo sterile, viene meno la sua stessa funzione e l’atto è destinato all’inammissibilità.

La Corte ha specificato che il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda. Il suo ruolo è quello di giudice di legittimità, con il compito di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non di riesaminare le prove. I ricorrenti, invece, cercavano proprio un riesame dei fatti, inammissibile in questa sede.

Anche la censura relativa al diniego delle attenuanti generiche è stata giudicata manifestamente infondata. La Corte ha osservato che la motivazione della Corte d’Appello era logica, coerente e priva di vizi, e quindi non sindacabile in sede di legittimità. Il giudice di merito aveva adeguatamente giustificato le ragioni per cui non riteneva di concedere il beneficio, e tale valutazione rientra nella sua discrezionalità.

Conclusioni

La pronuncia in esame è un monito per tutti gli operatori del diritto. Per superare il vaglio di ammissibilità della Corte di Cassazione, non è sufficiente lamentare un’ingiustizia o riproporre argomenti già spesi. È indispensabile redigere un ricorso che dialoghi criticamente con la sentenza impugnata, evidenziandone le specifiche violazioni di legge o i vizi logici manifesti della motivazione. Un ricorso per cassazione generico non è solo inefficace, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie, dove ogni ricorrente è stato condannato al pagamento di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato generico e quindi inammissibile?
Un ricorso per cassazione è considerato generico quando si limita a riprodurre e reiterare gli stessi motivi già prospettati con l’atto di appello e motivatamente respinti in secondo grado, senza confrontarsi criticamente con gli argomenti utilizzati nella sentenza impugnata.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di rivalutare le prove del processo?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità e non di merito. Il suo compito non è rivalutare i fatti o le prove, ma verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e che la loro motivazione sia logica e non contraddittoria.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, la legge prevede la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito nel caso specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati