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Ricorso per Cassazione generico: inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per guida in stato di ebbrezza, con l’aggravante di aver causato un incidente. Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato e generico, poiché non presentava una critica analitica alla sentenza d’appello, ma si limitava a chiedere una nuova valutazione dei fatti. La Corte ha ribadito che un ricorso per Cassazione generico, privo di specifiche censure, non può essere accolto.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Generico: La Cassazione Conferma la Condanna per Guida in Stato di Ebbrezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: un ricorso per Cassazione generico, che non articola critiche specifiche e dettagliate contro la sentenza impugnata, è destinato a essere dichiarato inammissibile. Questo caso, riguardante una condanna per guida in stato di ebbrezza, offre un chiaro esempio di come la difesa debba strutturare un’impugnazione per avere una possibilità di successo davanti alla Suprema Corte.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna in Appello al Ricorso in Cassazione

L’imputato era stato condannato in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte d’Appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un incidente stradale. La pena inflitta era di due mesi di arresto e 800,00 euro di multa, oltre alla sospensione della patente di guida per sei mesi.

Tramite il proprio difensore, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un’errata valutazione delle prove e un’applicazione sbagliata della legge penale. In sostanza, la difesa sosteneva che la decisione dei giudici di merito fosse illogica e incongruente, avendo omesso l’esame di punti ritenuti rilevanti.

La Decisione della Corte: Inammissibilità per il Ricorso per Cassazione Generico

La Corte di Cassazione ha respinto le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione si fonda sulla constatazione che le doglianze presentate erano del tutto generiche. L’atto di impugnazione, infatti, si limitava a contestare in modo vago l’erronea valutazione del dato probatorio senza specificare in cosa consistesse tale errore o quali principi di diritto fossero stati violati. Questo approccio si traduce, di fatto, in una richiesta di rivalutazione del merito della vicenda, compito che esula dalle competenze della Corte di Cassazione, la quale è giudice di legittimità e non di merito.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati, evidenziando due aspetti cruciali.

La Genericità dei Motivi come Causa di Inammissibilità

Il cuore della motivazione risiede nel richiamo alla giurisprudenza delle Sezioni Unite (sentenza Galtelli del 2016), secondo cui un ricorso è inammissibile ‘quando non risultano esplicitamente enunciati e argomentati i rilievi critici rispetto alle ragioni di fatto o di diritto poste a fondamento della decisione impugnata’. Non è sufficiente enunciare un vizio di legge, ma è necessario indicare puntualmente gli elementi che lo configurano. Nel caso di specie, il ricorrente non ha specificato quali elementi di prova fossero stati erroneamente valutati, rendendo il suo ricorso per Cassazione generico e inefficace.

La Correttezza della Valutazione della Corte d’Appello

I giudici di legittimità hanno inoltre sottolineato come la decisione della Corte d’Appello fosse, al contrario, ben motivata e priva di vizi logici. La condanna si basava su una duplice prova:

1. Elementi sintomatici: i verbalizzanti avevano rilevato chiari segni dello stato di ebbrezza, come alito vinoso, occhi lucidi e linguaggio sconnesso.
2. Prova scientifica: l’esito dell’alcoltest aveva accertato un tasso alcolemico pari a 1,44 g/l, ben al di sopra del limite di legge.

Correttamente era stata ritenuta integrata anche l’aggravante dell’incidente stradale, poiché era stato provato che il veicolo condotto dall’imputato era fuoriuscito dalla carreggiata autonomamente, senza il coinvolgimento o l’interferenza di altri veicoli.

Le Conclusioni

Questa ordinanza serve come importante monito per la pratica legale. La redazione di un ricorso per Cassazione richiede un’analisi critica, puntuale e argomentata della sentenza che si intende impugnare. Limitarsi a contestare genericamente la ricostruzione dei fatti o a chiedere una nuova valutazione delle prove è una strategia destinata al fallimento. Per superare il vaglio di ammissibilità, è indispensabile individuare specifici vizi di legittimità, dimostrando con precisione dove e come il giudice di merito abbia violato la legge o sia incorso in un difetto logico di motivazione.

Quando un ricorso per Cassazione è considerato generico e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico e inammissibile quando non enuncia e non argomenta in modo specifico i rilievi critici contro le ragioni di fatto e di diritto della decisione impugnata. Non è sufficiente una mera enunciazione di un vizio di legge, ma è necessaria una puntuale indicazione degli elementi che lo rendono configurabile.

Quali prove sono state considerate sufficienti per confermare la condanna per guida in stato di ebbrezza?
La condanna è stata confermata sulla base di due tipi di prove: gli elementi sintomatici dello stato di ebbrezza rilevati dagli agenti (alito vinoso, occhi lucidi, linguaggio sconnesso) e l’esito dell’alcoltest, che ha accertato un tasso alcolemico di 1,44 g/l.

Perché è stata confermata l’aggravante di aver provocato un incidente stradale?
L’aggravante è stata confermata perché è emerso che il veicolo guidato dall’imputato era fuoriuscito dalla carreggiata in modo autonomo, senza essere stato sollecitato da condotte di terzi, integrando così la nozione di ‘incidente stradale’ richiesta dalla norma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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