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Ricorso per Cassazione generico: come evitarlo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per furto aggravato. La decisione si fonda sul principio che un ricorso per Cassazione generico, ovvero privo di critiche specifiche e dettagliate alla sentenza impugnata, non può essere accolto. La Corte ha sottolineato che non basta lamentare l’illogicità della motivazione, ma è necessario indicare precise carenze argomentative, collegandole ai fatti concreti. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Generico: La Guida per Evitare l’Inammissibilità

Presentare un ricorso per Cassazione generico è uno degli errori più gravi che si possano commettere nel processo penale, con conseguenze severe come la dichiarazione di inammissibilità e la condanna a sanzioni pecuniarie. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per analizzare i requisiti di specificità dei motivi di ricorso e comprendere come evitare questo esito negativo.

I Fatti del Caso in Analisi

Due soggetti venivano condannati in primo e secondo grado per il reato di furto aggravato, ai sensi degli artt. 624 bis e 625 c.p. La Corte di Appello di Torino confermava la sentenza del Tribunale, condannando il primo imputato a otto mesi di reclusione e 220 euro di multa, e il secondo a un anno di reclusione e 330 euro di multa.

Contro questa decisione, entrambi gli imputati, tramite i loro difensori, proponevano ricorso per Cassazione, lamentando violazioni di legge. In particolare, uno dei ricorrenti eccepiva la mancata emissione di una sentenza di proscioglimento immediato (ex art. 129 c.p.p.), mentre l’altro denunciava la violazione di una norma procedurale (art. 63, comma 2, c.p.p.).

La Valutazione del Ricorso per Cassazione Generico

La Corte Suprema ha esaminato i ricorsi e li ha rigettati entrambi, dichiarandoli inammissibili per la loro genericità. Secondo i giudici, le doglianze presentate dagli imputati erano formulate in modo astratto e non sufficientemente dettagliato.

I ricorrenti si erano limitati a criticare l’illogicità e l’inadeguatezza del percorso argomentativo della Corte d’Appello, senza però articolare le loro obiezioni in maniera specifica. Non avevano indicato con precisione le presunte violazioni normative, né le avevano collegate in modo puntuale agli elementi concreti del caso. In sostanza, si erano limitati a proporre una tesi alternativa a quella accolta dai giudici di merito, senza dimostrare le carenze o le omissioni argomentative della sentenza impugnata.

I Principi Richiamati dalla Corte

Per motivare la propria decisione, la Cassazione ha richiamato due importanti principi giurisprudenziali:
1. È inammissibile il ricorso che si limita a lamentare genericamente l’omessa valutazione di una tesi difensiva alternativa, senza indicare precise carenze o illogicità della motivazione che possano minare la capacità dimostrativa del compendio probatorio (Cass. n. 30918/2015).
2. Il ricorso per Cassazione deve contenere una precisa prospettazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto da sottoporre a verifica, non potendo consistere in una mera riproposizione di argomenti già vagliati e disattesi (Cass. n. 13951/2014).

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha stabilito che i ricorsi erano del tutto generici. Gli avvocati non avevano adempiuto all’onere di specificità richiesto per l’accesso al giudizio di legittimità. Lamentare una ‘mancata assoluzione’ o una ‘violazione procedurale’ senza spiegare dettagliatamente dove e come il giudice di merito avrebbe errato nell’applicare la legge ai fatti di causa equivale a non presentare un motivo valido.

Il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito dove si può ridiscutere la valutazione delle prove. Il suo scopo è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Per questo, chi ricorre deve indicare con estrema precisione i punti della decisione che ritiene viziati e le ragioni giuridiche a sostegno della propria tesi. Un ricorso per Cassazione generico fallisce proprio in questo, trasformandosi in una richiesta inammissibile di rivalutazione dei fatti.

Conclusioni

La decisione in commento ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la specificità dei motivi di ricorso è un requisito imprescindibile per l’ammissibilità dell’impugnazione in Cassazione. Gli avvocati difensori devono redigere atti che non si limitino a criticare genericamente la sentenza, ma che identifichino in modo chiaro e puntuale le violazioni di legge o i vizi di motivazione. In caso contrario, il ricorso sarà dichiarato inammissibile, con la conseguenza non solo di rendere definitiva la condanna, ma anche di esporre l’imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso ammontava a 3.000 euro per ciascun ricorrente.

Perché un ricorso per Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se i suoi motivi sono generici, ossia se non indicano in modo specifico e dettagliato le presunte violazioni di legge o i vizi di motivazione della sentenza impugnata, collegandoli ai fatti concreti del caso.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Un motivo è considerato ‘generico’ quando si limita a lamentare l’illogicità o l’inadeguatezza della decisione precedente senza articolare doglianze precise, dettagliate e direttamente collegate alla fattispecie concreta, proponendo di fatto solo una tesi alternativa a quella del giudice.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro per ciascuno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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