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Ricorso per cassazione e obbligo del difensore

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione avverso una condanna per tentata truffa. Il motivo risiede nel fatto che l’imputata ha presentato l’atto personalmente, violando la norma che impone la sottoscrizione da parte di un difensore iscritto all’albo speciale. La decisione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: l’errore che costa caro

Presentare un ricorso per cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale che richiede il rispetto di regole procedurali ferree. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda come un errore apparentemente formale, come la mancata sottoscrizione dell’atto da parte di un avvocato abilitato, possa portare a conseguenze severe: la dichiarazione di inammissibilità e la condanna a sanzioni economiche. Analizziamo insieme questa ordinanza per capire perché il “fai da te” giudiziario, specialmente in questa sede, non è mai una buona idea.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di tentata truffa, emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputata, non rassegnandosi alla decisione dei giudici di merito, decideva di tentare l’ultima carta: il ricorso alla Suprema Corte di Cassazione. Tuttavia, invece di affidarsi a un legale specializzato, sceglieva di presentare personalmente l’atto di impugnazione, lamentando la violazione di una norma del codice di procedura penale.

L’inammissibilità del Ricorso per Cassazione personale

La Corte di Cassazione, senza nemmeno entrare nel merito delle ragioni esposte dall’imputata, ha dichiarato il ricorso immediatamente inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine della procedura penale, rafforzato dalla normativa introdotta con la legge n. 103 del 2017. Questa legge ha modificato gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale, stabilendo in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

Le Motivazioni

I giudici hanno ribadito un orientamento ormai consolidato, citando numerose sentenze precedenti, incluse quelle delle Sezioni Unite. Il principio è chiaro: la parte privata non ha la facoltà di presentare personalmente il ricorso. La complessità tecnica e la funzione stessa del giudizio di legittimità, che non riesamina i fatti ma valuta la corretta applicazione del diritto, impongono la presenza di un filtro tecnico-professionale garantito solo da un avvocato cassazionista. La Corte ha inoltre precisato che è irrilevante l’eventuale autenticazione della firma dell’imputato da parte di un altro legale, poiché tale atto certifica solo la genuinità della sottoscrizione, ma non sana il vizio procedurale fondamentale: l’assenza della firma del difensore abilitato, che è l’unico soggetto legittimato a proporre il ricorso.

Le Conclusioni

Le conseguenze di questa inammissibilità sono duplici e severe. In primo luogo, la sentenza di condanna è diventata definitiva, senza che la Corte potesse esaminare le doglianze della ricorrente. In secondo luogo, in applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, l’imputata è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende. La Corte ha motivato quest’ultima sanzione richiamando una sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000), sottolineando che non vi erano elementi per ritenere che la ricorrente non fosse in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità. Questo caso serve da monito: le regole procedurali, specialmente in un contesto così delicato come il giudizio di Cassazione, non sono meri formalismi, ma requisiti essenziali la cui violazione preclude ogni possibilità di ottenere giustizia e comporta significative sanzioni economiche.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. La legge stabilisce in modo tassativo che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. La presentazione personale da parte dell’imputato lo rende inammissibile.

Qual è la conseguenza se un ricorso per cassazione non è firmato da un avvocato abilitato?
La conseguenza diretta è la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Ciò significa che la Corte non esaminerà il merito delle questioni sollevate e la sentenza impugnata diventerà definitiva.

Oltre a dichiarare il ricorso inammissibile, la Corte applica altre sanzioni?
Sì. La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, a meno che non dimostri di non avere colpa nel aver causato l’inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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