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Ricorso per cassazione e custodia cautelare: il caso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso per cassazione di un indagato contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere. La Corte conferma la valutazione del tribunale del riesame, che aveva ravvisato un concreto e attuale pericolo di fuga e di recidiva, basandosi su intercettazioni e altri elementi investigativi, ritenendo il ricorso una mera richiesta di rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione e custodia cautelare: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10413 del 2024, si è pronunciata sui limiti di ammissibilità del ricorso per cassazione avverso le misure cautelari personali. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: la Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma un giudice di legittimità. Il caso analizzato riguarda un indagato per associazione a delinquere, al quale era stata applicata la custodia cautelare in carcere.

Il caso in esame: un ricorso contro la custodia cautelare

La vicenda trae origine da un’ordinanza del Tribunale di Salerno, che aveva rigettato l’istanza di riesame presentata da un individuo sottoposto a indagini per reati gravi come l’associazione a delinquere finalizzata a furti e riciclaggio. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) aveva disposto per lui la misura della custodia cautelare in carcere.

La difesa dell’indagato ha proposto ricorso per cassazione contro tale decisione, contestando la sussistenza delle esigenze cautelari. In particolare, il legale sosteneva la mancanza di prove concrete riguardo a due punti cruciali:

1. Il pericolo di fuga, affermando che non era stata provata un’effettiva intenzione di recarsi all’estero per sottrarsi alla giustizia.
2. Il pericolo di recidiva, contestando la valutazione sulla concretezza e attualità della pericolosità sociale dell’indagato.

La decisione della Suprema Corte: il ricorso è inammissibile

La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno chiarito che un ricorso per cassazione in materia di misure cautelari è consentito solo se denuncia una violazione specifica di norme di legge o una manifesta illogicità della motivazione del provvedimento impugnato. Non è invece ammissibile quando, come nel caso di specie, si limita a proporre una diversa valutazione degli elementi di fatto già esaminati dal giudice di merito.

Le motivazioni: perché il ricorso per cassazione è stato respinto

La Corte ha ritenuto che la motivazione del Tribunale del riesame fosse logica, coerente e priva di vizi. I giudici di merito avevano adeguatamente giustificato la sussistenza delle esigenze cautelari sulla base di elementi concreti emersi dalle indagini.

La valutazione del pericolo di fuga

Il Tribunale aveva evidenziato un concreto pericolo di fuga basandosi su elementi specifici e non su mere congetture. Le prove includevano conversazioni intercettate dalle quali emergeva con chiarezza la volontà del padre dell’indagato di organizzare una fuga all’estero per entrambi. Questo piano era supportato da atti concreti, come la predisposizione di documenti falsi e la pianificazione dettagliata dell’allontanamento con l’aiuto di terze persone, sia in Italia che all’estero. Di fronte a tali elementi, la motivazione del giudice di merito è stata considerata esente da qualsiasi illogicità.

Il concreto pericolo di recidiva

Anche riguardo al pericolo di recidiva, la Corte ha confermato la validità del ragionamento del Tribunale. La valutazione si fondava su una serie di fattori, tra cui:

* La tipologia dei reati contestati, in particolare quello associativo, che indica una propensione a delinquere strutturata.
* I legami familiari e il contesto ambientale in cui l’indagato era inserito.
* Le condizioni di vita ed economiche, che non offrivano garanzie sufficienti per prevenire la commissione di nuovi reati con una misura meno afflittiva del carcere.

Conclusioni: i limiti del sindacato di legittimità

Questa sentenza riafferma un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un’occasione per rimettere in discussione l’accertamento dei fatti compiuto nei gradi di merito. La Corte di Cassazione ha il compito di verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della decisione sia logica e coerente, non di sostituire la propria valutazione a quella del giudice che ha esaminato direttamente le prove. La dichiarazione di inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando la piena validità della misura cautelare disposta.

Quando un ricorso per cassazione contro una misura cautelare è ammissibile?
Secondo la sentenza, il ricorso è ammissibile solo se denuncia la violazione di specifiche norme di legge o la manifesta illogicità della motivazione del provvedimento, non quando propone una semplice ricostruzione alternativa dei fatti o una diversa valutazione degli elementi già esaminati dal giudice di merito.

Quali elementi concreti ha considerato il tribunale per confermare il pericolo di fuga?
Il tribunale ha basato la sua valutazione su elementi investigativi precisi, come le conversazioni intercettate che rivelavano la volontà di organizzare la fuga all’estero, la concreta predisposizione di documenti falsi e la pianificazione dell’allontanamento con l’aiuto di terze persone.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro a favore della Cassa delle Ammende. Inoltre, la misura cautelare impugnata resta in vigore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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