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Ricorso penale inammissibile: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso penale inammissibile poiché si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello. La decisione sottolinea che, in assenza di nuove critiche specifiche alla sentenza impugnata, l’appello non può essere accolto. Viene confermata la valutazione sulla pericolosità sociale dell’imputato, basata sulla sua storia criminale, giustificando così il diniego delle attenuanti generiche e la conferma della recidiva.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Penale Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta a Motivi Ripetitivi

La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 15245/2024, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: un ricorso che si limita a riproporre le stesse questioni già esaminate e respinte nei gradi di merito è destinato a essere dichiarato un ricorso penale inammissibile. Questa decisione offre un’importante lezione sulla necessità di formulare motivi di ricorso specifici e critici, anziché generici e ripetitivi.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato dalla Corte d’Appello di Genova. L’imputato si era rivolto alla Suprema Corte lamentando l’inosservanza e l’erronea applicazione della legge penale in riferimento agli articoli 640 (truffa), 62-bis (circostanze attenuanti generiche) e 99 (recidiva) del codice penale. In sostanza, il ricorrente contestava la valutazione compiuta dai giudici di merito sia sulla sua responsabilità penale sia sulla congruità della pena inflitta.

La Decisione della Corte: il Ricorso Penale Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile senza entrare nel merito delle questioni sollevate. La ragione di tale decisione risiede nella natura stessa del ricorso presentato: non conteneva una critica specifica e puntuale alle argomentazioni della sentenza impugnata, ma si limitava a riproporre le medesime ‘doglianze’ già adeguatamente vagliate e disattese dalla Corte d’Appello. I giudici hanno sottolineato che un ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove poter ridiscutere i fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d’appello ‘sufficiente e non illogica’, nonché basata su un ‘adeguato esame delle deduzioni difensive’. In particolare, i giudici di legittimità hanno evidenziato come la Corte territoriale avesse chiaramente valorizzato il compendio probatorio per affermare la responsabilità dell’imputato e avesse motivato in modo congruo la pena inflitta.

Un punto cruciale della motivazione riguarda il diniego delle circostanze attenuanti generiche e la mancata esclusione della recidiva. La Corte d’Appello aveva pertinentemente considerato la ‘reiterazione del Bruzzese nel percorso criminale intrapreso’ come un indicatore della sua ‘accentuata colpevolezza e maggiore pericolosità’. Questa valutazione, basata sulla storia criminale del soggetto, è stata ritenuta corretta e sufficiente a giustificare una risposta sanzionatoria più severa. Di conseguenza, la mera riproposizione di tali istanze in sede di legittimità, senza attaccare specificamente il ragionamento logico-giuridico della Corte di merito, ha reso il ricorso penale inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza riafferma che per accedere al giudizio di Cassazione è indispensabile superare un vaglio di ammissibilità. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso con la decisione precedente. È necessario, invece, articolare critiche precise, identificando gli specifici errori di diritto o i vizi logici che inficerebbero la sentenza impugnata. L’esito del ricorso, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, serve da monito: un ricorso presentato senza i requisiti di specificità richiesti dalla legge non solo è inefficace, ma comporta anche conseguenze economiche negative.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è dichiarato inammissibile quando è meramente riproduttivo di doglianze già adeguatamente esaminate e respinte dal giudice di merito e non presenta una specifica analisi critica delle argomentazioni contenute nella sentenza impugnata.

Come è stato giustificato il diniego delle circostanze attenuanti generiche?
Il diniego è stato giustificato valorizzando la reiterazione dei comportamenti criminali del ricorrente, che ha dimostrato una sua ‘accentuata colpevolezza e maggiore pericolosità’, elementi che ostano alla concessione di un trattamento sanzionatorio più mite.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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