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Ricorso patteggiamento: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento, proposto da un imputato per il reato di truffa che lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La Suprema Corte ribadisce che, a seguito della riforma del 2017, il ricorso patteggiamento è consentito solo per motivi tassativamente previsti, tra i quali non rientra la censura sulla motivazione relativa ad attenuanti non concordate tra le parti. La decisione sottolinea come il giudice del patteggiamento debba limitarsi a verificare la congruità dell’accordo, senza poter modificare gli elementi pattuiti, come l’esclusione di circostanze attenuanti.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento: La Cassazione e i Limiti all’Impugnazione

Il ricorso patteggiamento rappresenta una delle questioni più dibattute nella procedura penale, specialmente dopo le recenti riforme che ne hanno circoscritto i confini. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione torna a ribadire i paletti invalicabili per l’impugnazione di una sentenza emessa a seguito di accordo tra le parti. Il caso analizzato offre uno spaccato chiaro su quali motivi di doglianza siano destinati a scontrarsi con una declaratoria di inammissibilità, con conseguenze anche economiche per il ricorrente.

Il Caso: Un Appello Contro la Pena Concordata

La vicenda trae origine da una sentenza di patteggiamento emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino. Un imputato, accusato del reato di truffa, aveva concordato con la pubblica accusa una pena di 6 mesi di reclusione e 60,00 euro di multa.

Successivamente, tramite il suo difensore, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, lamentando un unico vizio: la violazione di legge e la carenza di motivazione in ordine al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. In sostanza, si contestava al giudice di non aver spiegato perché non avesse concesso uno ‘sconto’ di pena ulteriore basato su elementi generici favorevoli all’imputato.

I Limiti al Ricorso Patteggiamento Dopo la Riforma

Il fulcro della decisione della Suprema Corte risiede nell’applicazione dell’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale, introdotto dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma ha drasticamente ridotto le possibilità di impugnare una sentenza di patteggiamento. Oggi, il ricorso patteggiamento è ammesso solo per motivi specifici e tassativi, quali:

1. Vizi nella volontà dell’imputato: se il suo consenso all’accordo non è stato espresso liberamente.
2. Difetto di correlazione: se la sentenza non corrisponde alla richiesta formulata dalle parti.
3. Erronea qualificazione giuridica del fatto: se il reato contestato è stato inquadrato in modo giuridicamente sbagliato.
4. Illegalità della pena o della misura di sicurezza: se la sanzione applicata è contraria alla legge.

La Corte evidenzia come il motivo addotto dal ricorrente – la mancata concessione delle attenuanti generiche – non rientri in nessuna di queste categorie. Pertanto, il ricorso è, ab origine, inammissibile.

La Motivazione sulle Attenuanti nel Patteggiamento

La Cassazione chiarisce un punto fondamentale del rito speciale. Nel patteggiamento, il giudice non è chiamato a motivare ogni singolo aspetto della determinazione della pena come in un giudizio ordinario. Il suo ruolo è quello di ratificare un accordo, verificandone la correttezza giuridica e la congruità della pena pattuita.

L’Accordo tra le Parti è Vincolante

Se le parti (pubblico ministero e imputato) hanno raggiunto un accordo che non prevede la concessione delle attenuanti generiche, il giudice non può introdurle d’ufficio. Il suo compito si esaurisce nel prendere atto di tale accordo e nell’adeguare la propria decisione a quanto concordato. Nel caso di specie, il giudice si era limitato a escludere le attenuanti perché non previste nel patto, adempiendo correttamente al suo ruolo e fornendo una motivazione implicita e sufficiente, data la natura del rito.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, nel dichiarare l’inammissibilità del ricorso, fonda la propria decisione su due pilastri. In primo luogo, il motivo del ricorso non rientra nel novero di quelli consentiti dall’art. 448, comma 2-bis, c.p.p. La lamentela sulla mancata concessione delle attenuanti generiche è una questione di merito sulla commisurazione della pena, che è esclusa dal sindacato di legittimità in caso di patteggiamento. In secondo luogo, il giudice di merito si è correttamente adeguato all’accordo intervenuto tra le parti, che escludeva le attenuanti. La motivazione, sebbene sintetica, è considerata pienamente adeguata ai parametri stabiliti dalla giurisprudenza consolidata per le sentenze di patteggiamento. La natura stessa dell’accordo preclude al giudice di riconsiderare elementi, come le attenuanti, che sono state oggetto di negoziazione e rinuncia implicita da parte della difesa.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma un orientamento ormai granitico: tentare di rimettere in discussione il merito di un accordo di patteggiamento attraverso un ricorso in Cassazione è un’operazione destinata al fallimento, se non si invoca uno dei vizi tassativamente previsti dalla legge. La scelta di patteggiare implica una rinuncia a contestare la valutazione del giudice su aspetti discrezionali come le attenuanti generiche. Presentare un ricorso su tali basi non solo è inutile, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, come accaduto nel caso di specie, dove al ricorrente è stata inflitta una sanzione di 3.000 euro.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche?
No, secondo la Corte di Cassazione, questo motivo non rientra tra quelli tassativamente previsti dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Se le attenuanti non erano parte dell’accordo tra accusa e difesa, la loro mancata concessione non può essere motivo di ricorso.

Quali sono gli unici motivi per cui si può presentare un ricorso patteggiamento in Cassazione?
Un ricorso contro una sentenza di patteggiamento è ammesso solo per motivi attinenti all’espressione della volontà dell’imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all’erronea qualificazione giuridica del fatto e all’illegalità della pena o della misura di sicurezza.

Cosa succede se un ricorso contro una sentenza di patteggiamento viene dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende. Nel caso esaminato, tale somma è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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