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Ricorso Patteggiamento: i motivi per l’appello

Un soggetto, condannato con patteggiamento per detenzione di stupefacenti, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando la sola assenza di motivazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso patteggiamento inammissibile, ribadendo che i motivi di impugnazione per questo rito sono tassativamente previsti dalla legge e tra questi non rientra la generica carenza di motivazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento: Quando è Inammissibile?

Il patteggiamento, o applicazione della pena su richiesta delle parti, è un istituto fondamentale del nostro sistema processuale penale, che consente di definire il processo in modo rapido. Tuttavia, la scelta di questo rito comporta delle precise conseguenze, soprattutto per quanto riguarda le possibilità di impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui limiti invalicabili del ricorso patteggiamento, chiarendo quali motivi possono essere validamente presentati e quali no.

I Fatti del Caso

Il caso analizzato riguarda un imputato che aveva concordato con la pubblica accusa l’applicazione di una pena per il reato di detenzione a fini di spaccio di un’ingente quantità di sostanze stupefacenti, nello specifico oltre un chilo di cocaina e tre chili di hashish. La richiesta congiunta era stata accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bolzano, che aveva emesso la relativa sentenza.

Nonostante l’accordo raggiunto, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione contro tale sentenza, basando la sua impugnazione su un unico motivo: la presunta assenza di motivazione del provvedimento del giudice.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, investita della questione, ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione si fonda su una precisa norma del codice di procedura penale, che disciplina in modo restrittivo le possibilità di impugnazione delle sentenze emesse a seguito di patteggiamento.

Le Motivazioni: I Limiti Tassativi del Ricorso Patteggiamento

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che sia il pubblico ministero sia l’imputato possono presentare ricorso per cassazione contro una sentenza di patteggiamento esclusivamente per i seguenti motivi:

1. Vizi nella manifestazione della volontà dell’imputato: ad esempio, se il consenso al patteggiamento non è stato espresso liberamente e consapevolmente.
2. Difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza: se il giudice ha emesso una decisione che non corrisponde all’accordo tra le parti.
3. Erronea qualificazione giuridica del fatto: nel caso in cui il reato sia stato classificato in modo giuridicamente sbagliato.
4. Illegalità della pena o della misura di sicurezza applicata: se la sanzione irrogata è contraria alla legge per tipo o quantità.

La Corte ha sottolineato come il motivo addotto dal ricorrente – la generica ‘assenza di motivazione’ – non rientri in nessuna di queste categorie tassative. Di conseguenza, il ricorso è stato ritenuto privo dei requisiti minimi di ammissibilità. La Cassazione ha inoltre osservato che il ricorrente non aveva fornito alcun elemento concreto a sostegno della sua tesi, rendendo l’impugnazione ancora più debole.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso non è priva di conseguenze. In base all’articolo 616 del codice di procedura penale, l’imputato che presenta un ricorso inammissibile è condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la Corte ha condannato il ricorrente al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale: la scelta del patteggiamento implica una sostanziale rinuncia a contestare nel merito la decisione, accettando che le possibilità di appello siano circoscritte a vizi specifici e gravi. Qualsiasi tentativo di impugnazione basato su motivi diversi da quelli legalmente previsti è destinato a essere dichiarato inammissibile, con l’ulteriore aggravio di costi per il ricorrente.

È sempre possibile fare ricorso in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento?
No, il ricorso è possibile solo per un numero limitato di motivi, tassativamente elencati dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

La ‘mancanza di motivazione’ è un motivo valido per impugnare una sentenza di patteggiamento?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la generica lamentela per assenza di motivazione non rientra tra i motivi specifici per i quali è ammesso il ricorso contro una sentenza di patteggiamento.

Cosa succede se un ricorso contro una sentenza di patteggiamento viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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