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Ricorso inammissibile: vendita CD e DVD contraffatti

Un soggetto condannato per vendita di supporti audiovisivi illecitamente duplicati e ricettazione ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, poiché tendeva a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Inoltre, uno dei motivi non era stato presentato in appello. La condanna è stata quindi confermata, con l’aggiunta delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Vendita di CD Contraffatti: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito i confini invalicabili del giudizio di legittimità, dichiarando un ricorso inammissibile presentato da un individuo condannato per la vendita di supporti audiovisivi contraffatti e ricettazione. Questa decisione offre spunti fondamentali per comprendere perché non tutte le doglianze possono essere portate all’attenzione della Suprema Corte e quali sono i limiti imposti dalla procedura penale.

I Fatti del Caso

Il ricorrente era stato condannato nei gradi di merito per aver messo in vendita su una bancarella numerosi CD e DVD illecitamente duplicati, privi del contrassegno SIAE e con copertine fotocopiate. I reati contestati erano la violazione della legge sul diritto d’autore (art. 171-ter L. 633/1941) e la ricettazione (art. 648 c.p.).

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Violazione di legge sulla responsabilità per la vendita del materiale contraffatto: si contestava la fondatezza dell’affermazione di responsabilità per la messa in commercio dei supporti audiovisivi.
2. Errata qualificazione del reato di ricettazione: si sosteneva che la Corte d’Appello avesse sbagliato nel definire il reato presupposto.
3. Mancata applicazione della causa di non punibilità: si lamentava il diniego dell’applicazione dell’art. 131 bis c.p. per la particolare tenuità del fatto.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile in ogni sua parte. La decisione si fonda su principi procedurali consolidati e di fondamentale importanza per chiunque si approcci al giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha spiegato che il ricorrente, con i primi due motivi, non stava denunciando un errore di diritto, ma stava di fatto tentando di ottenere una nuova e più favorevole valutazione delle prove e delle circostanze fattuali, un’operazione preclusa in sede di legittimità. La Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e congrua, basata sulle prove raccolte, che non poteva essere messa in discussione.

Per quanto riguarda il reato di ricettazione, i giudici hanno confermato la correttezza della sentenza impugnata, specificando che il reato presupposto non era il furto, come erroneamente sostenuto dal ricorrente, bensì l’illecita duplicazione del materiale audiovisivo.

Infine, il terzo motivo è stato giudicato inammissibile per una ragione puramente procedurale: la questione della non punibilità per particolare tenuità del fatto non era mai stata sollevata nel giudizio d’appello. L’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale vieta di presentare in Cassazione motivi non dedotti in precedenza.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un chiaro monito: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti. È uno strumento destinato a controllare la corretta applicazione della legge. Quando un ricorso si limita a riproporre le stesse censure di fatto già respinte dai giudici di merito, o introduce doglianze nuove, la sua sorte è segnata: l’inammissibilità. La conseguenza per il ricorrente non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come in questo caso, quantificata in tremila euro.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il ricorrente cercava di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività non consentita in sede di legittimità. Inoltre, uno dei motivi di ricorso (la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto) non era stato presentato nel precedente grado di giudizio.

Qual è il reato presupposto per la ricettazione nel caso di vendita di CD e DVD contraffatti?
Secondo l’ordinanza, il reato presupposto alla ricettazione non è il furto, ma l’illecita duplicazione dei supporti audiovisivi, ovvero la violazione della legge sul diritto d’autore.

È possibile presentare per la prima volta un motivo di ricorso davanti alla Corte di Cassazione?
No. La Corte ha stabilito che un motivo di ricorso non dedotto in appello non può essere presentato per la prima volta in Cassazione. Tale motivo è inammissibile ai sensi dell’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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